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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 201 - 251
    • 213
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- 201 -


[pag 201 (213 F1/2)]

successivamente la concentrazione attentiva attraverso almeno tre rappresentazioni in modo che come risultato dello spostamento si abbia il concetto di una relazione fra i tre per la quale lo spostamento da eventuale e mutevole e ripetibile o irripetibile fuor da alcuna legge  si fa necessario immutabile e ripetibile per legge purché almeno uno dei tre si risottoponga all'attenzione, la quale operazione che è una dialettica si sottopone alla condizione che sia rappresentata una ragione di siffatte necessità e immutabilità, poiché si ha questa liceità, dunque, si chiede quale operazione ossia spostamento d'attenzione insorga entro il suddetto complesso rappresentativo nel caso che il fattore di somiglianza C che è stato ragione necessaria di una classificazione di tutti i rappresentati fenomenici sia trovato presente anche in B e in C, si chiede cioè che cosa si verifica in un pensiero di condizione umana quando dalla rappresentazione rapportativa di A con la sua classe, di B con la sua, di C con la sua, le rappresentazioni di B e di C che pure debbono esser date in sé in disunione con i rispettivi conclassari anche se in indistruttibile e ineliminabile relazione biunivoca, siano colte sotto quello stesso rapporto di somiglianza C sotto cui è stato adunato in classe l'intero gruppo dei fenomenici; per quel meccanismo di classificazione a cui le dialettiche son state ridotte, è necessario che A e B, in quanto rappresentazioni in certo modo a se stanti, siano a lor volta raccolte nella classe con ragione C, anche se questa nuova dialettica non le libera affatto dalla necessaria correlazione con i membri delle rispettive classi; si chiede, ora, quale movimento dialettico s'operi entro un gruppo rappresentativo in cui una ragione di una classe di rappresentazioni deve essere simultaneamente pensata come ragione della classe delle ragioni delle classi differenti dalla prima in cui le stesse rappresentazioni sono state adunate; non sembra che il movimento abbia il diritto di esser altro da uno spostamento di attenzione dalla rappresentazione che è insieme  ragione della classe delle ragioni delle classi primarie e ragione della classe di tutti i rappresentati, o immediatamente alla classe totale o immediatamente alla classe delle ragioni delle classi primarie o mediatamente alla classe totale attraverso la classe delle ragioni delle classi primarie -; delle due l'una: o, una volta ridotto l'ontico in sé a rappresentazioni assolutamente discontinue e relazionabili solo in forza di quell'ancora indefinito fattore che è la somiglianza e l'analogia, si attribuisce al pensiero di condizione umana la liceità di ritrovare nell'insieme rappresentativo fenomenico una molteplicità più o meno grande di somiglianze che sono ragioni di un numero altrettanto grande di classi in cui s'adunano i fenomenici e al tempo stesso si nega che in questi fattori di somiglianza, che non riesco a capire come sia lecito trattarli in modo diverso da rappresentazioni a sé stanti sia pur relativamente, siano conoscibili fattori di somiglianza che necessariamente divengano ragioni da un lato di una serie di classi i cui conclassari sono i fattori primari stessi di somiglianza dall'altro di una nuova classe di fenomenici i cui conclassari sono adunati sotto la ragione del nuovo fattore di somiglianza scoperto, oppure si attribuisce al pensiero la liceità di incontrare fattori di somiglianza


- 202 -


[pag 202 (213 F2/3)]

che son comuni a un certo gruppo di fenomenici e fattori di somiglianza che sono simultaneamente colti sia nel gruppo dei fenomenici sia nei fattori di somiglianza già riscontrati; nel primo caso la teoria del pensiero è quella di una molteplicità di classi di identico grado i cui membri, mentre si dividono in gruppi di conclassari, si raccolgono al tempo stesso in una sola grande classe e insieme entrano in più altre classi senza alcun ordine e alcuna continuità tranne quella di una giustapposizione di classi distinte e insieme confuse - in un universo fenomenico in cui i fattori di somiglianza s'arrestino ai fenomeni individuali senza riuscire ad attingere simultaneamente dei fenomenici e dei fattori di somiglianza, le rappresentazioni a1 a2 a3 a n.....a n si assiepano nelle classi a1 a2 a3 con ragione A, a4 a5 a6 con ragione B, a7 a8 a9  con ragione C, a1 a4 a7 con ragione D, a2 a6 a8 con ragione E.... a1.... an con ragione N, la fenomenicità onnicomprensiva, senza che nessuna ragione X sia data che riduca a classe qualche  a  con una almeno ragione o fattore di somiglianza -; nel secondo caso la teoria del pensiero è quella della stessa serie di classi suddividenti i fenomenici alla quale però son da aggiungersi classi che son l'adunanza di più altra classe per forza di una ragione che è fattore di somiglianza vincolante i conclassari e insieme le ragioni delle classi conclassarie; la scelta, sul piano del diritto, non ha la liceità di essere né apriori né arbitraria come quella che s'origina dalla verifica della pretesa del pesiero di ritrovare nei rappresentati fenomenici somiglianze che accomunano i fenomenici con le somiglianze già prima in essi ritrovate, ma sul piano del fatto non può non essere a favore della seconda posizione problematica se è vero non soltanto che il pensiero di condizione umana riduce i fenomenici a scienze che son classi di classi di rappresentazioni e che non si danno fuori dalla liceità di costruire classi di classi, ma anche che una delle più semplici e indubitabili dialettiche del pensiero di condizione umana, l'enumerazione ha la sua condizione necessaria e sufficiente sia nella giustapposizione di classi discontinue a ragioni per presunzione irrelate sia nel dato di un'unica classe di tutti gli ontici in quanto ontici e quindi con ragione che per presunzione è lecito porre irrelata con tutte le ragioni delle classi parziali sia soprattutto in una dialettica che riduce due o più classi assunte per discontinue ed irrelate ad un'unica classe la cui ragione è un fattore di somiglianza che, ritrovato in ciascuno dei conclassari e insieme nei fattori di somiglianza che li hanno divisi in classi discontinue, è rappresentato come sintesi delle due o più rappresentazioni delle ragioni delle due o più classi conclassificate e sotto siffatta rappresentazione è polo di uno spostamento d'attenzione da sé alle ragioni delle classi conclassificate o da sé a ciascuna di queste o da sé a ciascuno dei conclassari, enumerabili l'uno dopo l'altro, indipendentemente dalla loro disgiunzione in classi discontinue in forza non già di una nuova somiglianza che sostituisce alla precedente classificazione la nuova ma di una somiglianza che immanendo nelle precedenti impone di coordinare  la precedente classificazione con la nuova nel rapporto di parte a tutto - la liceità di contare i fenomenici a1 a2 a3...an che si distinguono nelle due classi discontinue


- 203 -


[pag.203 (213 F3/4)]

e irrelate a1 a2 a3 con ragione A e a4 a5 a6 con ragione B si ritrova sia nella continuità che vincola a1 ad a6 nella classe degli a1..... a4 con ragione l'onticità fenomenica che è discontinua ed irrelata da A e da B, sia soprattutto nella continuità che lega a1 ad a6 in una classe che racchiude la prima a ragione A e la seconda a ragione B alla condizione che sia data come ragione della classificazione un fattore di somiglianza che attinge gli a1... a6 in quanto attinge A e B e viceversa; qualunque validità formale e materiale voglia darsi alle rappresentazioni dell'animalità, o della vertebralità o della invertebralità, il pensiero dopo aver esaurito il conteggio dei vertebrati dati prosegue  sommando al numero ottenuto tante unità quante sono gli invertebrati presenti solo perché il fattore di somiglianza dell'animalità ritrovato in tutti i fenomeni da contarsi s'aggiunge ai due precedenti e non li annulla perché si ritrova anche in questi, sicché il conteggio complessivo vive per dir così su di una terza classe che s'affianca alle prime due non per escluderle e ignorarle ma per condurle ad un'unità superiore complessiva delle due precedenti -; il fatto che una teoria delle dialettiche per classificazione non esclude né la rappresentazione relativamente autonoma delle ragioni delle classi né la rappresentazione, pure relativamente autonoma, di ontici che son ragione delle classi di cui le ragioni delle classi son membri e delle classi in cui s'adunano i conclassari primari di queste ultime senza per questo fuoruscire dalla precedente loro classificazione e senza che tra le due classificazioni in cui i conclassari primari sono adunati vi sia discontinuità per irrelazione, non è da assumersi come una dialettica primaria e immediata perché il suo darsi dev'essere preceduto da una concentrazione d'attenzione su fattori di somiglianza che son colti secondo il moto dello spostamento dialettico nelle rappresentazioni che son conclassarie primarie e nelle rappresentazioni che sono i fattori di somiglianza accolti a ragioni delle classificazioni primarie; questa, che è la dialettica veramente primaria e della quale qui si torna a parlare non per ritornare su quanto è già stato detto sopra, non è lecito rappresentarsela come un'operazione semplice del pensiero di condizione umana, semplice nel senso che debba esser definita quale uno spontaneo rilievo di quelle rappresentazioni che sono i fattori di somiglianza la cui onticità nel pensiero lascia inalterate le rappresentazioni alle quali i fattori di somiglianza sono dialetticamente riferiti col risultato di una struttura complessa e relata di classi: la rilevazione di un fattore di somiglianza non può non essere il frutto di una scomposizione dei rappresentati conclassati, la cui figurazione autocosciente -non è qui per ora lecito parlare di comprensione di intelligibili - vien disarticolata in almeno due porzioni figurative autocoscienti, l'una predicata con l'attributo di questa tanto poco chiara somiglianza, l'altra predicata con l'attributo di un’altrettanto poco chiara dissimiglianza; e questa dissoluzione che conserva questa sua forma semplice bipolare fin che lo spostamento d'attenzione s'opera sulle rappresentazioni fenomeniche che son primariamente conclassate, si complica vieppiù quando simultaneamente la figurazione autocosciente di queste rappresentazioni fenomeniche e quella della loro porzione di somiglianza,




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