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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 228 (219 F4 /220 F1)] sdoppiando l'ontico in un pensiero di condizione divina e in un pensiero di condizione umana, ancora l'assioma è annullato, perché nella totalità ontica si danno ancora degli ontici inautocoscienti e quindi del non-pensiero, in forza di questo che dello sdoppiamento posto a principio è conseguenza uno sdoppiamento degli ontici stessi nelle due classi dei pensati divini e dei pensati umani, che saran pur sempre l'unica grande classe dei pensati, ma dovranno aggregare, almeno una di esse, degli ontici inautocoscienti; che se, infine, lo stesso modo di guardare alle cose supera l'aporia lasciando al pensiero l'identità con l'ontico in genere e negando all'autocoscienza l'essenzialità al pensiero, allora il concetto di pensiero è assunto secondo una rappresentazione che è altra da quella muovendo dalla quale noi abbiam posto la questione dell'autocoscienza e il problema del pensiero in quanto autocosciente, e quindi tale superamento qui non ci interessa; b) o di muovere dall'equazione tra pensiero e insieme dei pensati per poi eliderla negando l'ontità del primo e sostituendo al binomio del pensiero come ontico in sé e dei pensati come ontici per un pensiero l'unicità della classe dei pensati, allo stesso modo con cui dalla distinzione tra le cosiddette funzioni del pensiero e quelle classi di pensati che vengon giudicate loro effetto o prodotto si passa all'ontità delle sole classi dei pensati in quanto classificabili in vario modo a seconda delle differenze dei loro modi ontici, perché questo discorso non ha verità e validità sotto nessun punto di vista - la descrizione e interpretazione dell'insieme dei fenomeni psichici ha la liceità di escludere il concetto di funzione psichica per sostituirvi le leggi che si danno nella classe dei fenomeni la cui ragione è la serie degli attributi che sono identici nei conclassari: infatti, l'accettazione di un intelligibile in quanto tale è legittima solo alla condizione che esso sia assolutizzabile da tutto fuor che dalle denotanti della sua comprensione e che la sua comprensione sia o presuma di essere rappresentazione di un ontico in sé cui è lecito possedere in sé il rappresentato dalla comprensione o come sua porzione o come coincidente con la sua totalità senza che sia rappresentato in rapporto con un altro ontico in sé la cui ontità sia condizione necessaria della sua stessa ontità; ma una facoltà non è rappresentabile come ontico in sé fuori dal condizionamento che sulla sua ontità esercita l'ontità dei pensati che sarebbero suoi prodotti, donde l'illiceità della sua rappresentazione come intelligibile, e la liceità della rappresentazione intelligibile di questi in quanto riproduzioni di ontici in sé che sono intuibili come dati di fatto da una riflessione; ma, quando si prenda l'intera classe dei pensati come ontici in sé la rappresentazione, intelligibile oppur no, di ciascuno dei quali è un ontico autocosciente che si pone simmetrico e rappresentativo di un ontico in sé pure autocosciente, quest'autocoscienza è da rappresentarsi come un attributo o una denotante, secondo i differenti punti di vista, che non è correlabile con una funzione come quella che non è identificabile con un ontico la cui ontità è intelligibile anche indipendentemente da quell'intelligibile che sarebbe la ragione del suo essere e del suo modo di essere; a una scienza dei fenomeni psichici basta e deve bastare assumerli come classe degli ontici con l'attributo
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