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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 281 (235 F4 /236 F1)] pei quali è a priori e ininferibile da ragione altra dai loro modi ontici non solo siffatta molteplicità simultanea ma anche una giustapposizione che è rapportazione reciproca, secondo nessi costanti o presunti tali, non solo di intuiti isolati ma anche di loro raggruppamenti i quali tuttavia non sono variabili né negli intuiti che li compongono né nell'unità che li conserva così correlati l'un l'altro nella dialettica spaziale con altri raggruppamenti siffatti, ma allora, a parte l'errore di surrezione, non è più lecito escludere una necessità, ossia una costanza e immutabilità che non è più funzione di una ripetizione di dialettiche che l'ulteriore dialettica che discorra attraverso esse ritrova o identiche o analoghe o simili, come si voglia, ma è in sé con sé e da sé e che investe sia la simultaneità con molteplicità della totalità degli intuiti sia i raggruppamenti molteplici e simultanei in cui la totalità si spartisce sia le stesse dialettiche spaziali che hanno a loro biffe i raggruppamenti e gli intuiti unificati in ciascun raggruppamento, dialettiche spaziali la cui costanza sarà lecito che sia falsa e inontica relativamente ai rapporti definiti che si pretende connettenti questo con quel raggruppamento indipendentemente da qualsiasi ontico autocosciente che sia principio della definizione del rapporto, ma sarà apodittico porre come ontica e quindi come necessaria nei suoi rapporti definiti in quanto ontici in sé e nei suoi rapporti definiti in quanto connettenti di fatto raggruppamenti quando si conservi inalterato e immutato l'ontico autocosciente che è principio di siffatta loro definizione, con la conseguenza che il punto di vista empiristico principio dell'intera descrizione dei fenomeni autocoscienti è abbandonato e sostituito da quello razionalistico o intellettualistico che dir si voglia, che cioè pone un'immanenza sia pure inautocosciente dell'intelligibile nell'aggregato in genere degli autocoscienti intuiti, oppure infine si pretende che il pensiero abbia il diritto di elencare in serie dialettiche da intuito ad intuito o da gruppi di intuiti a gruppi di intuiti le quali, conclassarie in virtù dell'identità o simiglianza o analogia che vi ritrovi la dialettica loro applicata come ad altrettante biffe, sono l'antecedente, acronico o diacronico, di una dialettica intelligibile che segue come falsariga e insieme genera all'autocoscienza un rapporto funzionale fra due intelligibili il quale è di tipo ipotetico, alla condizione però che già abbia proceduto a fare di una serie di dialettiche eguale alla prima l'antecedente, acronico o diacronico, di un dialettica intelligibile che è applicata come ((a)) falsariga a un nesso di intelligibili che stanno l'uno all'altro nelle funzioni di tutto composito autosussistente, o preteso tale, per la sua unitaria ontità essenziale e indipendentemente dall'ontità di ciascun suo componente a una sua parte componente, e che insieme dota di autocoscienza siffatta relazione intelligibile, e allora, a parte la solita surrezione di un pensiero che è a sé e non dall'aggregazione degli intuiti autocoscienti, si cade nel circolo vizioso di pretendere di dedurre la liceità, che al pensiero è attribuita di attuare le dialettiche ipotetiche, dalla liceità che gli è data di operare dialettiche categoriche, e di dover necessariamente dedurre la liceità di quest'ultima operazione dall'attuarsi
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