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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 291 (239 F1/2)] relativamente agli stati puri delle dialettiche di condizione umana, l'ordine dialettico da principio a conseguenza fra più giudizi categorici a intelligibili identici permane intelligibile anche se si muta l'ordine di successione dei membri dialettizzati, così come succede in un ordine dialettico da principio a ((o)) conseguenza di giudizi categorici a intelligibili identici in una intelligenza a intelligibili quantitativi, è altrettanto vero che, senza fuoruscire da una dialettica che sia spostamento d'attenzione fra la sfera dialettica di condizione umana in genere e le dialettiche che vi si attuano, ossia sempre relativamente allo stato delle dialettiche di condizione umana, fra tutti i leciti ordini di successione in cui giudizi categorici a intelligibili quantitativi identici son posti onde divenga autocosciente una loro dialettica da principio a conseguenza, ce n'è uno privilegiato, e precisamente quello la cui prima biffa è il giudizio categorico che ha a soggetto l'intelligibile relativamente alla cui autocoscienza si dà sia l'autocoscienza di tutte le denotanti materiali formali funzionali delle comprensioni di tutti gli altri sia l'autocoscienza del rapporto di denotanti in cui tutte queste comprensioni si pongono con la comprensione di quello, mentre tutti gli ordini di successione di giudizi categorici a intelligibili quantitativi dialettizzati secondo un rapporto da principio a conseguenza sono egualmente privilegiati, qualunque sia il posto che uno dei giudizi occupa nella successione, come quelli ciascuno dei quali esclude che l'autocoscienza del soggetto del suo primo giudizio sia condizione necessaria dell'autocoscienza di tutte le denotanti delle comprensioni degli altri e dell'autocoscienza dell'immanenza di queste come denotanti nella comprensione di esso soggetto; l'intelligibilità della scienza, una volta data l'autocoscienza dei rapporti fra tre intelligibili quantitativi, fonda l'ordine di successione da principio a conseguenza dei tre giudizi categorici sulla concentrazione d'attenzione su uno dei tre intelligibili, la quale non è apodittica in quel che essa è se non per quei fattori che l'hanno correlata col suo termine di applicazione, fattori che han la liceità di essere intelligibili, se sono costituiti da dialettiche precedenti, o sono inintelligibili, se son costituiti da problemi o autocoscienza di ignoranza curiosità o checchè ci sia di autocosciente psichico intelligibile che sia principio di una concentrazione d'attenzione, ma che mai sarà apodittica per l'apodissi intrinseca all'intelligibile su cui s'applica in quanto necessariamente primo da scegliersi come termine d'applicazione: relativamente quindi alla sfera delle dialettiche umane, giudizi categorici a intelligibili quantitativi sono biffe di diritto e di fatto di dialettiche di equivalenza, sono cioè dialettiche assolutamente equivalenti l'una all'altra, il che non è delle dialettiche costitutive di giudizi a intelligibili qualitativi identici e, a parte il fatto che rende perfettamente identiche tutte le successioni di inferenza che discorrano attraverso esse, rende necessariamente soggettiva la forma di principio che è da attribuirsi a questo o a quello dei giudizi, ossia ne fa una variabile in dipendenza funzionale da una concentrazione d'attenzione che non avrà mai a suo principio né la materia né la forma né la funzione dell'intelligibile cui si applica;. [pag 292 (239 f2 /3)] se poi l'intelligenza per quantitativi della scienza correla le sue dialettiche e in particolare quelle che sono successioni per inferenza di giudizi categorici a intelligibili quantitativi identici con la totalità di una delle giustapposizioni simultanee di intuiti autocoscienti, non pare che siffatto rapporto si faccia ragione di un privilegio di una di quelle successioni sulle altre, fondando la funzione di principio che questo giudizio avrebbe sui giudizi da esso inferiti; è consentito affermare che senz'altro la concentrazione d'attenzione sugli intuiti non è stata generica e indifferenziata, ma si è applicata ad un certo intuito o gruppo di intuiti che, posto in rapporto con uno o più altri intuiti o gruppi di intuiti, qualsiasi poi sia l'origine e la ragione della validità dello spostamento d'attenzione in cui consiste la rapportazione, ha rilevato la quantificazione o degli intuiti stessi o di certi loro modi ontici, e insieme l'equivalenza della quantità, in quanto ontico autocosciente unico e sintetico, del primo con un certo rapporto in cui le quantità degli altri, in quanto esse pure ontici autocoscienti unici e sintetici, sono dialettizzate; comunque poi il pensiero di condizione umana tratti questo rilevamento agli effetti di una sua intelligibilità autocosciente in sé e inautocosciente nell'intuito fenomenico, sta di fatto che una delle quantità è stata principio dello spostamento d'attenzione e che, una volta fondato il diritto di predicare ad esso l'intelligibilità e quindi di erigere la sua dialettica a intelligibile in quanto spostamento d'attenzione fra le corrispondenti quantità poste come problematiche, ossia come dice la scienza variabili in correlazione funzionale, questa dialettica intelligibile fa tutt'uno con un giudizio che non solo è categorico a intelligibili quantitativi ma è anche principio degli inferendi da esso; ma anche qui è da chiedersi se la concentrazione d'attenzione sull'intuito sia dall'intuito in sé o da stati antecedenti delle dialettiche autocoscienti di condizione umana, se cioè abbia la sua ragione nella materia dell'intuito e nell'intelligibilità di questa materia che, una volta, tradotta da inautocosciente o implicita nell'intuito ad autocosciente o ontico autocosciente in sé, rivela l'apoditticità della sua connessione di principio rispetto al rapporto delle qualità con cui risulta equivalente, e quindi sia oggettiva o indipendente e incondizionata dall'autocoscienza della dialettica che l'assume a biffa, oppure ritrovi la sua ragione nello stato delle dialettiche di condizione umana che sono state antecedente acronico o diacronico della concentrazione d'attenzione, e con ciò sia soggettiva o condizionata da siffatto stato: ma se il primato dell'intuito o di quel suo modo quantificato da cui l'attenzione è partita fosse da sé e non dal movimento di concentrazione dell'attenzione, in primo luogo lo stesso primato dovrebbe conservarsi nell'intuito in quanto predicabile di intelligibilità e in quel giudizio categorico, di cui l'intuito quantificato è soggetto, il quale dovrebbe conservare quel ruolo di principio assoluto degli inferendi da esso e attribuire alla successione di inferenza coi suoi conseriali quel privilegio di prima assoluta e incondizionata, ruolo e privilegio che già abbiam visto non avere nelle dialettiche intelligibili pure; d'altra parte, per evitare l'accusa di circolo vizioso a questo nostro discorso,
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