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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 309 (244 F4 /245 F1)] in modo tale che la sensazione visiva in esso dovrebbe darsi simultaneamente immediata e disarticolabile ((disarticabile??)) nell'olfattiva e nella gustativa solo mediatamente e cioè in successive giustapposizioni, e disarticolata immediatamente nell'olfattiva e nella gustativa, e lo stesso dovrebbe darsi per le altre due); a ben guardare, poi, l'illiceità della seconda denotante ritrova la sua ragione intelligibile nel fatto che il rapporto dell'unificazione delle qualità nell'unità di un'altra è o la loro giustapposizione semplice, quando o si voglia ridurre l'apoditticità dell'equivalenza alla necessità di fare dell'unità dell'una una unificazione delle altre senza che la necessità dell'unificazione di queste sia inferibile da altro che dalla unità necessaria dell'altra, o si voglia dedurre l'apoditticità dell'equivalenza dalla necessità dell'unificazione delle qualità unificate in quella unitaria togliendo insieme la liceità di definire la necessità dell'unificazione con altro che non sia la necessità di una dialettica fra le unificate che sta tutta in un necessario spostamento dall'una all'altra come tra due inseparabili, o in quel rapporto da denotante generica o assoluta o relativa a denotante specifica che dottrine logiche per intelligibili hanno utilizzato: sia nell'una che nell'altra interpretazione il rapporto unificatore apodittico è univoco ed unico e quando sia sostituito è sostituito solo da se stesso, con la conseguenza che, qualora si pretenda, dato un certo numero di intelligibili qualitativi, dar luogo a varie equivalenze fra essi, ciascuna delle quali vari l'unitario a cui l'unificazione degli altri è posta equivalente, la pretesa di una equivalenza reciproca di tali equivalenze comporta che, qualora ci si rifaccia al primo tipo di equivalenza, si pretenda che un qualitativo semplice sia identificato con una pluralità di semplici o che, se ci si vale del secondo tipo di equivalenza, si pretenda che l'unità di un qualitativo denotato nella sua comprensione da certi intelligibili sia identico all'unità di un qualitativo che nella sua comprensione è denotato da intelligibili che in tutto o in parte sono altri dagli intelligibili denotanti il primo, con la conseguenza che nel primo caso si avrebbe l'identità del molteplice e dell ' uno e nel secondo caso si avrebbe l'identità di due eterogenei; le due denotanti della forma della seconda classe non sono necessariamente correlate da una interrelazione reciproca apodittica, come sarebbe consentito argomentare dal fatto che la seconda è la conseguenza necessaria della prima, perché quest'inferenza è data solo se è data l'ontità della prima sia pure entro la problematicità dell'intera forma: lasciando questa nella sua problematicità, è lecito estendere la problematicità anche alla prima denotante, nel senso che nessun intelligibile impedisce di porre come ontica o come problematica l'estraneità al pensiero di condizione umana di un intelligibile che sia sostanza, sia nell'uno che nell'altro contenuto materiale, e quindi dell'inserimento nelle sue dialettiche [[di??]] un intelligibile alla cui dialettizzazione conseguirebbe necessariamente l'inferenza dell'unità dell'intelligibile -soggetto di un categorico da sé e non da altro, l'inferenza dell'unificazione dei molti nel predicato dello stesso giudizio da quell'unità e non da sé, la articolazione delle unificazioni del predicato in una unificazione per giustapposizione
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