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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 336 (252 /4 253 /1)] , e al fatto che il passaggio dall'autocoscienza dell'una all'autocoscienza dell'altro coincida con la sostituzione in blocco delle sensazioni della prima da parte delle sensazioni della seconda, fatto questo che si rinnova anche se la successione delle giustapposizioni si dà secondo la continuità di cui sopra, portano necessariamente a privare il sensoriale in generale dalla liceità di una permanenza costante nell'autocoscienza e alla necessità di sostituire a quella permanenza costantemente invariata, che si è data sopra come condizione della coincidenza dell'intelligibile col fenomenico, una identità fra sensazioni successive e dantisi all'autocoscienza in simultanea giustapposizione con altre sensazioni la quale è antecedente e successiva ad altre giustapposizioni, sicché la condizione di fatto dell'unità dell'intelligibile col fenomenico è la liceità che dev'essere attribuita a dei sensoriali di ripetersi identici in tutto o in parte e la necessità di questa loro ripetizione identica nel caso che i sensoriali entrino in dialettiche fenomeniche e intelligibili, identiche per materia e forma ma distinte per l'immanenza in giustapposizioni diacroniche di ontici fenomenici; anche un kantismo, con la sua distinzione fra autocoscienti intelligibili e l'autocoscienza dell'esperienza in quanto giustapposizione simultanea di intuiti sensoriali, non pare che riesca a sottrarsi a questa condizione: anzitutto la separazione che conserva validità sufficiente per le rappresentazioni matematiche i cui intelligibili sono dialettiche di intuiti immaginativi e i cui fenomenici sussunti agli intelligibili sono dialettiche di intuiti dell'esperienza, e nelle quali le equazioni funzionali intelligibili fra quantitativi conseguono autocoscienza a sé per l'indeterminatezza qualitativa dei quantitativi correlati dai rapporti aritmetici e geometrici, non sembra che abbia il diritto di conservarla con altrettanta efficacia sul piano dell'intendimento nella cui sfera assolutamente intelligibile dovrebbero darsi dialettiche fra autocoscienti che da un lato debbono essere ontici autocoscienti altri da quelli dell'esperienza, dall'altro non si vede come conservino questa alterità data la coincidenza del materiale elementare con le simmetriche rappresentazioni del fenomenico e data l'identità della categoria che simultaneamente assume l'uno e insieme l'altro, tanto più che questa simultaneità spoglia l 'intelligibile di quei caratteri di inferenza induttiva e di astrazione dell'intelligibile dal fenomenico o parzializzazione del fenomenico entro l'intelligibile che altre dottrine introducono, sicché l'unica liceità legittima di una scissione dei due sta nella mobilità dell'autocoscienza dell'intelligibile intellettivo nel fenomenico in forza della mobilità di tutto il fenomenico e dell'appartenenza dell'intelligibile al fenomenico, e nella staticità o permanenza dell'intelligibile intellettivo in sé, distinzione che riproduce l'equivalente liceità di scissione consentita da un empirismo in generale; donde segue che anche per il kantismo la dottrina intera poggia su una ripetizione identica del sensoriale, non tanto per la sua conservazione inalterata nelle dialettiche dell'intendimento quanto per la funzione di sussumenti che queste hanno il diritto di esercitare su quelle dialettiche nella successione dell'esperienza [(??)]si danno per l'attività sussumente della stessa categoria entro nuclei o aggregati sensoriali la cui sussunzione legittima
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