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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 384 (267 F4 /268 F1)] ma la cui materia non è mai né immediatamente né autonomamente intelligibile come quella che fonda il diritto a connotare le biffe di dialettiche intelligibili non su una propria essenziale intelligibilità né su una intelligibilità conseguenza apodittica di una ragione intelligibile, ma su alcune sue connotanti formali, la ripetizione ad esempio, le quali si pongono a condizioni sufficienti ma non necessarie del suo ingresso entro la forma intelligibile e la conseguente serie di dialettiche intelligibili di cui è biffa, oppure sulla perfetta identità che lega la rapportazione sotto cui si dà nell'intuito fenomenico a una delle rapportazioni intelligibili, identità che è ragione apodittica non dell'apoditticità della sua intelligibilità, ma dell' apoditticità del suo diritto a entrare in forme intelligibili e in dialettiche intelligibili; conseguenze immediate derivano da ciascuna di queste nozioni che entra come sottofondo del rispettivo presupposto: un innatismo deve concludere dal suo sottofondo che ogni dialettica intelligibile è e deve essere vera e valida, che dialettiche dubbie o bisognose di verifica e di convalida e dialettiche false non sono ontici autocoscienti della sfera delle dialettiche intelligibili ma appartengono ad altri insiemi di ontici autocoscienti entro cui agisce a lato dell'apodittici((tà)) la volontà e la scelta non condizionata da ragione necessaria, che la immediata verità e validità di una dialettica intelligibile fa tutt'uno con l'unità unicità e identità di tutto ciò che connota la dialettica nella sua totalità composita e sintetica, che l'unità unicità identità di tutte le connotanti della dialettica sono la stessa cosa dell'intelligibilità della materia e l'intelligibilità della forma sia delle biffe dialettizzate che del nesso della dialettica, che non è lecito distinguere e separare nelle biffe e nella dialettica la materia dalla forma, sia perché la prima al tempo stesso che pone se stessa con le sue denotanti di intelligibilità fa di sé la ragione della rapportazione intelligibile, nel senso che offre, entro le denotanti che ne disarticolano l'unità e che per quanto disarticolate si spezzano in note che sono altre da un rapporto, la ragion sufficiente della funzione che ciascuna nota altra da un rapporto contiene essenzialmente come principio del rapporto che la collega a un'altra, sicché è illecito porre con autocoscienza un rapporto dialettico fra le note escludendo le funzioni reciproche delle note dialettizzate in quanto coincidenti con la totalità della loro rispettiva connotazione, ed è apodittico instaurare fra il nesso apodittico della dialettica e le funzioni reciproche delle note un rapporto tale per cui il primo è conseguenza necessaria delle seconde e non viceversa, sia perché ogni forma che acquista autocoscienza con una dialettica, se in sé è una rapportazione denotata dall' intelligibilità, rispetto alle due biffe entro cui è rilevata è un modo necessario con cui l'intera essenza di ciascuna è autocosciente e fa tutt'uno con la loro essenza, sicché la dialettica non si sovrappone alle biffe ma muove dalle biffe stesse e non cerca la ragione della propria intelligibilità in sé ma nella materia delle biffe; in parole più semplici, in un innatismo la materia dell'intelligibile è principio e ragione della forma e materia e forma di un intelligibile fan tutt'uno, perché nell'unità innata dell'intelligibile da disarticolare
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