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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 469 (293 F4 / 294 F1)] e che è la sfera delle dialettiche che li riguardano, nei confronti della quale lo spostamento d'attenzione che va dai generi alle specie rileva una serie di rapporti formali che permane identica ed identicamente rilevata quando lo spostamento sia dalle specie ai generi; quindi uno dei termini del fondamentale e primo spostamento d'attenzione cui i due convertiti per accidens rimandano è la totalità di una certa zona o porzione di intelligibilità, con le sue materie le sue forme gli spostamenti d'attenzione e le dialettiche da essa consentite, l'altro è uno spostamento d'attenzione che rileva la sussunzione di un intelligibile a un altro, e le rispettive funzioni di specie a genere dei due, entro il tutto, e poiché lo spostamento d'attenzione, che è seconda biffa della prima dialettica, rispetto alle conseguenze che ne derivano, l'autocoscienza di siffatta sussunzione, è indifferente che muova dal sussumente verso il sussunto o che prenda la direzione inversa, è legittima, sempre rispetto alla conseguenza che la dialettica produce, l'autocoscienza della sussunzione, la sostituzione dell'un spostamento all'altro; ma, lo spostamento dal sussunto al sussumente è da una porzione di tutta l'estensione del sussumente a questo e perciò deve avere a suo segno un giudizio particolare, mentre l'altro spostamento che è dal sussumente al sussunto, sua specie e quindi da una denotante generica alla sua connotazione, deve avere a suo segno un giudizio universale, e i due giudizi godranno della legittimità della sostituzione reciproca rispetto alle conclusioni che la correlazione indifferente di uno dei due al tutto entro il quale sono gli spostamenti da essi indicati conduce, le sussunzioni cioè e i rapporti di genere a specie o specie a genere; e allora i due giudizi debbono la loro eguaglianza non già all'analisi dei loro rispettivi contenuti e alla coincidenza dei rapporti in cui i loro rispettivi analizzati si pongono reciprocamente, bensì all'assunzione delle loro due totalità, all'analisi del tutto cui le loro due totalità appartengono, al rilievo o autocoscienza cui s'accompagna la funzione che ciascuna delle due totalità esplica in siffatto tutto e che arricchisce l'indifferenza che ciascuna funzione, benché eterogenea dell'altra, ha rispetto al suo prodotto e quindi la sostituzione legittima dell'una all'altra; e così qui, ancora una volta, posti i due giudizi convertiti per accidens e lasciati nella loro distinzione, risultano sostituibili o godenti liceità di sostituzione in forza della legittimità della stessa, ma solo sulla base della loro rapportazione a qualcosa che è altro da essi e fuori da essi, anche se questo altro è il tutto di cui i due sono parti; ma siffatta sostituibilità è equivalenza, col che è posta l'equivalenza dei due convertiti; un discorso passante attraverso le stesse dialettiche fonda l'equivalenza di questi due, sia nel caso del sillogismo che in quello del raziocinio; se infine andiamo a cercare l'ontico autocosciente che è indicato dal termine equivalenza, fuori della matematica e della logica, nel campo empirico delle azioni quotidiane, in cui si parla di un'equivalenza tra una mano e un paio di tenaglie, tale ontico risulta essere la sostituibilità reciproca degli equivalenti in quanto correlati ciascuno a un terzo ontico altro dai due rispetto al quale ogni equivalente instaura, con la sua totalità, un certo rapporto con una funzione di biffa che è accettata e verificata
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