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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 478 (296 F2 /3)] di quei concetti problematici che sono da un lato l'unità essenziale-qualitativa di ogni identico come fondamento dell'unificazione delle porzioni dell' identico e del loro reciproco rapporto funzionale e dall'altro la medesimezza delle due unità essenziali dei due identici, da cui scaturisce il diritto di trattarli come se fossero una ed una sola cosa, nonostante la somma di differenze che li distinguono e fanno di ciascuno un ontico a sé; i due criteri di similitudine dei triangoli, che di diritto debbono ridursi all'unico dell'uguaglianza degli angoli corrispondenti, denuncia che cosa delle operazioni dialettiche la geometria abbia assunto per valido, ossia il ripudio di qualsiasi rapporto che sia da una delle porzioni di ciascun geometrico e qualcosa d'altro da una delle restanti porzioni del medesimo, l'accettazione solo dei rapporti da porzione a porzione di ciascun geometrico come principio del diritto a instaurare un certo rapporto fra un geometrico e un altro, la distinzione entro i rapporti accettati fra rapporti e rapporti in funzione della sostituzione e quindi sostituibilità-identità di alcuni di essi entro il geometrico altro da quello cui appartengono e della illiceità di sostituzione o inidentità degli altri, il disinteresse totale, ossia l'assenza di concentrazione d'attenzione che è poi inautocoscienza almeno per tutto il tempo che s'instaura lo spostamento dell'attenzione dall'un geometrico all'altro, per i vincoli di rapportazione apodittica che entro ciascun geometrico vincolano reciprocamente e funzionalmente i rapporti sostituibili ai rapporti insostituibili in una unificazione che è il segno dell'unità intelligibile o essenza in sé di ciascun geometrico, e la conseguente trascuranza -ignoranza di questa essenza; ma, allora, siffatto modo non è solo, nello stesso campo della geometria, quello che è assunto come legittimo e intelligibile, ma lo ritroviamo in tutti gli spostamenti d'attenzione i quali o mediatamente o immediatamente portano all'autocoscienza un rapporto fra le loro due biffe il cui segno è la parola somiglianza, ma che in sé è liceità di sostituzione reciproca di alcuni soltanto dei rapporti tra i luoghi geometrici costituenti la totalità di ciascuna biffa, e quindi entro lo spostamento da poligono a poligono in quanto verificanti quel rapporto che è la materia del criterio di similitudine dei poligoni in generale o da figura piana o solida a figura piana o solida in quanto verificanti il rapporto che è materia del rispettivo criterio di similitudine o da geometrico a geometrico in generale in quanto verificanti un rapporto di parziale sostituibilità reciproca, e quindi fra triangolo e triangolo in generale in quanto triangoli, ossia in quanto fonti di sostituibilità reciproca relativamente a quella porzione della rispettività((??)) totalità che è o l'unificazione dei tre angoli o quella dei tre lati o il rapporto che vincola l'altezza al rispettivo lato, o fra triangolo e poligono in generale in quanto poligoni, o fra poligono regolare e poligono irregolare in quanto poligonali, ecc. ecc.; ma anche quando parliamo di simiglianza o similarità di due percezioni intendiamo la loro funzione di biffe di uno spostamento d'attenzione che eleva all'autocoscienza la sostituibilià reciproca e quindi l'identità di uno o due o più porzioni rispettivamente dell'una e dell'altra biffa, identità che non s'accompagna a quella di tutte le porzioni materiali e formali che ogni percezione comprende,
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