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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 303
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[pag 500 (303 F2 /3)]

che instaura fra l'ontico autocosciente unitario e il giudizio, alcune verificano l'identità dell'autocoscienza hic et nunc con l'autocoscienza in generale, non essendo tuttavia dato, o almeno non essendo da me accettato, per ora, che tutte le dialettiche problematiche di sostituibilità fra le due biffe verifichino tale identità - ha certi suoi modi: a) l'ontico autocosciente è un uno e con la sua unità, che, se ricondotta alla semplicità del qualitativo peculiare, fa di sé dell'autocosciente e della qualità altrettanti problematici, stabilisce le unificazioni delle dialettiche che gli si sostituiscono; b) lo stesso autocosciente è un unico e con la sua unicità garantisce l'immodificazione di ciascuna dialettica che gli si sostituisce; fin che i due modi caratterizzano l'autocosciente, questo con le dialettiche che sono ad esso sostituibili e con le dialettiche di sostituibilità reciproca fra((??fa??)) l'autocosciente e((o??)) le dialettiche ad esso sostituibili entrano ciascuno con le funzioni che hanno la capacità di esplicare nella serie delle dialettiche del privilegio; poiché queste tendono verso lo stato ideale di conservare le condizioni consenzienti il privilegio indipendentemente da qualunque condizione in cui esse((??ora??)) con le loro condizioni privilegianti si trovino, e perciò in particolare dal tempo e da ciò di cui il tempo è dipendente funzionale, il mutamento, e poiché questa indipendenza è segnata da un licità di variazione di rapporti e di funzioni dell'autocosciente e delle sue dialettiche la quale sia di fatto e di diritto un mutamento ma non riguardi la costruzione di materie e di forme dell'autocosciente e quindi dele sue dialettiche e le lasci ad ogni suo darsi quel che sono nella loro assolutezza conservando quindi alla totalità dell'autocosciente quei suoi modi dell'unità e dell'unicità, l'ideale di quelle condizioni che è stato di immodificazione per illiceità e illegittimità di modificazione vien posto in rapporto di dipendenza funzionale da certi altri modi dell'autocosciente che debbono in esso immanere onde sia data quell'ontità cui consegue apoditticamente la serie delle condizioni ideali; e questi modi sono la necessità dell'autocosciente ad essere e ad essere quel che è, ossia una coazione interiore, che sarà lecito predicarla ((predicare??)) o con l'imperio della legge o con l'ineluttabilità della causa o con quel qualsivoglia attributo che sia ragione di una coazione, in forza della quale il qualitativo semplice i molteplici qualitativi in cui questo dirompe i rapporti e le funzioni che correlano questi molti hanno ontità e l'hanno secondo i modi qualitativi che sono dell'autocosciente; sicché data la coessenzialità fra dialettica ed autocoscienza e fra dialettica e struttura dell'autocosciente, una coazione insorge dalla prima a costringere l'autocoscienza hic et nunc a farsi connotante necessaria sia del qualitativo semplice in un concetto problematico sia di tutto il resto entro il seno di ciascuna dialettica, e con ciò a coincidere costantemente con l'autocoscienza in generale; e poiché fra le qualificazioni dell'autocosciente ci sono anche l'unità e unicità, anche queste cadono sotto l'azione della stessa coazione, del che non c'è neanche bisogno in quanto, una volta ridotto l'autocosciente con ciò che lo costituisce e con ciò che gli è sostituibile a un ontico che è ed è secondo certe qualità senza che mai sia data autocoscienza di una non-ontità del suo essere e delle sue qualità e quindi con esclusione


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[pag 501 (303 F3 /4)]

di autocoscienza di una sua liceità a non porsi con un'autocoscienza in generale e a non porre i suoi qualitativi come ontici cui si giustappone un'autocoscienza in generale, la semplicità apodittica del suo qualitativo fonda l'apodittica unità e l'apodittica immutabilità del suo tutto e delle sue parti fonda l'apodittica unicità;ma la necessità è a sua volta in dipendenza funzionale da una certa modalità ontica che si fa condizione della sua ontità: evidentemente perché un autocosciente abbia ontità e un'ontità secondo certi modi e qualità e perché l'ontità con questi modi e qualità si unisca come a denotante a un'autocoscienza in generale con la quale si identificano tutti gli atti leciti di autocoscienza hic et nunc, sicché nessuna autocoscienza in generale e nessuna autocoscienza hic et nunc hanno la liceità di farsi denotanti o di un ontico da cui sia esclusa assolutamente siffatta ontità o di un'ontità con uno o più modi e qualità differenti, occorre che per quante siano le relazioni in cui l'autocosciente entra con altro da esso, nessuna sia ragione o di un suo nullificarsi o di un suo mutarsi; ma siffatto modo si verifica o nel caso che ciascuna di siffatte relazioni sia tale da sovrapporsi all'ontità qualificata dell'autocosciente senza condizionarla in modo alcuno o nel caso che, se una relazione si dà fra l'autocosciente e un altro da esso la quale condizioni la sua ontità qualificata, l'altro dall'autocosciente sia tale che la sua stessa ontità qualificata entri con ciò che è altro da esso in una di quelle relazioni che non la condizionano; poiché le dialettiche di condizione umana riescono a strutturarsi con una forma che stabilisce un nesso tra due autocoscienti il quale non consente all'uno dei due di condizionare e modificare l'ontità il qualitativo o il modale dell'altro solo preordinando a se stesse una dialettica in cui quest'ultimo autocosciente si faccia biffa di se stesso secondo una forma in cui esso è ragione della propria ontità dei propri qualificanti e dei propri modi, questa dialettica, che conduce all'autocoscienza siffatto modo dell'autocosciente, modo che gli attribuiamo come predicato e che chiamiamo autosussistenza o sostanza, offre l'autocoscienza della condizione della necessità come o sostanzialità dell'autocosciente o dialettica dell'autocosciente con un sostanziale secondo un rapporto, la cui materia sarà o questa o quella, ma la cui forma sarà sempre l'immutabilità dell'autocosciente in forza della sua dipendenza totale da un sostanziale; e allora alla sfera o serie delle dialettiche che posseggon privilegio come quelle che o conservano, ciascuna per un certo succedersi di se stessa in quanto ripetuta il quale non abbia la liceità di darsi all'infinito, l'illiceità di modificarsi mantenendosi al tempo stesso in una dialettica di sostituibilità con uno stesso autocosciente, o questa stessa illiceità hanno ciascuna ma in una successione all'infinito di proprie ripetizioni, deve esser predicata l'una di una duplice serie di modalità differenti, a seconda che si voglian fissare quelle condizioni che debbono immanere in una sfera dialettica a successione finita di ripetizioni o in una sfera dialettica a successione infinita: per la prima bastano l'unità e l'unicità dell'ontico autocosciente di cui la successione finita di ripetizioni di una dialettica offre dei sostituibili che sono al tempo stesso sostituibili l'uno all'altro, mentre per la seconda la successione infinita di dialettiche ripetute tutte




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