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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 515 (307 F4 / 308 F1)] perciò, due complessi dialettici sfocianti in una negazione-contraddizione deve la logica di Hegel montare se ne vuol vedere risultanti la contraddizione e la negazione, entro le dialettiche intelligibili del suo divenire, dal punto di vista del qualitativo e del funzionale: deve quindi cominciare col costruire una dialettica problematica in quanto unificazione di un ontico, che è il rapporto di sostituibilità fra un ontico uno e semplice e due dialettiche ciascuna delle quali ha a biffa di partenza dello spostamento d'attenzione un ontico qualsivoglia che sia comunque identico a qualcosa dell’altro e che perciò è lecito sia lo stesso ontico già uno e semplice e ora assunto come disarticolato, utilizza una certa forma o rapporto e ha a seconda biffa uno dei qualitativi destinati ad entrare in contraddizione, qualitativo qui riguardato dal punto di vista della sua qualificazione, e di una denotante che è un atto di autocoscienza in generale, l'unificazione poi in quanto dialettica eleva all'autocoscienza ossia si giustappone a un atto di autocoscienza hic et nunc, e con ciò entra nell'autocoscienza di fatto; dunque di siffatta dialettica, che in quanto problematica offre per dir così due aspetti fondamentali il rapporto che passa tra un ontico che è un atto di autocoscienza in generale e un certo altro ontico, e questo stesso secondo ontico che è a sua volta una dialettica, quel che qui interessa è la dialettica che si associa all'autocoscienza in generale e che è un certo rapporto di sostituibilità; per il presupposto della logica di Hegel, l'ontico uno e semplice che è posto in nesso di sostituzione simultanea con le sue dialettiche è un divenire, mentre le due dialettiche, che utilizzano i due qualitativi facendone di entrambi delle biffe unite da un certo rapporto a una stessa e identica altra biffa, son tenute ad assegnare a ciascuna delle due un'identica relazione funzionale col terzo ontico con cui sono entrambe dialettificate; sia questo terzo ontico lo stesso divenire in quanto disarticolato, che è questo il modo più immediato e primo per costruire ciascuna dialettica; è evidente allora che ciascuna delle due biffe avrà nei confronti del tutto la stessa funzione dell'altra e dovrà per così dire trarre dalla materia stessa della sua qualità la ragion sufficiente della funzione che le è propria e dovrà conservare quella materia come ragione e quella funzione anche nella totalità unitaria del divenire di cui la sua rispettiva dialettica pretende di esser un sostituibile; ma sappiamo che nel corpo di un divenire ciascun qualitativo parziale ha funzione identica a quella di un altro parziale soltanto finché i due sono correlati l'uno all'altro, e che non appena la funzione di ciascun parziale è definita secondo il punto di vista da cui è lecito definirla cioè dal tutto del divenire, le funzioni si fanno differenti, con la conseguenza che differenti debbono essere i qualitativi che son ragioni delle funzioni; di qui segue che nell'ontico che è nota connotante assieme alle autocoscienze generale e hic et nunc della dialettica problematica, la condizione per cui al divenire sostituibile da una dialettica si correlino più dialettiche simultaneamente tutte sostituibili all'intelligibile uno e quindi tutte sostituibili tra loro è che il divenire venga concepito come disarticolabile in più qualitativi dei quali quelli assunti a predicato delle dialettiche sostituibili debbono avere identica funzione,
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