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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 518 (308 F4 /309 F1)] entro le quali l'una porzione che dovrebbe avere per presupposto formale la stessa funzione dell'altra e che materialmente non l'ha, in tale pretesa contraddice nella sua qualità alla funzione che gli è attribuita e quindi alla qualità dell'altra congruente con la funzione, il che vale anche per l'altra porzione, in secondo luogo perché il divenire è un'unità semplice a qualificazione omogenea entro cui le disarticolazioni sono tali per un'autocoscienza di condizione umana per la quale pure sono tutto quel che di formale e di materiale viene attribuito alle disarticolazioni ciascuna in sé e tutte nei loro rapporti reciproci;ma quel che ora c'è da chiedersi, è se si abbia il diritto di estendere all'intelligibilità dell'intelligibile in sé tutto quel che è per le dialettiche intelligibili di condizione umana e in particolare quel gioco di dialettiche da cui entro la nostra sfera nasce il concetto formale di differente, per diversità o per contrarietà che sia, se si abbia il diritto di trasferire all'intelligibile in sé quella nozione di contraddittorietà, per diversità o per contrarietà che sia, e se infine i presupposti da cui si è partiti per fissare un'intelligibilità dell'esperienza siano rimasti immutati quando si son costruite tutte le dialettiche in serie attraverso cui si è sfociati nella contraddittorietà dei qualitativi parziali; è il caso, qui, di premettere che in nulla cambia la descrizione che si deve dare della serie di dialettiche che portano alla contraddittorietà delle funzioni delle porzioni: anche per questa si monta una dialettica problematica in cui l'autocoscienza hic et nunc è giustapposta alla sintesi di autocoscienza in generale con una dialettica di sostituzione fra un ontico uno che è un divenire in generale e più dialettiche ad esso sostituibili ciascuna delle quali è un giudizio in cui a un qualitativo parziale, uno e unico, vengon predicate più funzioni differenti, sulla base della pluralità di funzioni che in un divenire empirico accoglie entro la sua unità; e dall'insostituibilità reciproca delle dialettiche sostituibili si inferisce da un lato la loro insostituibilità al divenire uno e l'illegittimità dell'immanenza in questo di un qualitativo parziale uno dotato di una molteplicità di funzioni, dall'altro la contradditorietà delle funzioni; ma a questa conclusione evidentemente si giunge solo partendo dall'autocoscienza hic et nunc della disarticolazione di un divenire empirico in una pluralità di funzioni la cui ragione è una pluralità di qualitativi parziali ciascuno ragione di una funzione che non è quella dell'altra, e quindi prendendo le mosse da un gioco, della stessa ambiguità e contraddittorietà del precedente, fra le dialettiche ontico-legittimite costruite su un divenire ad autocoscienza hic et nunc e le dialettiche ontico-problematiche costruite su un divenire ad autocoscienza in generale; ora, sia per la contraddittorietà dei qualitativi sia per quella delle loro funzioni, è evidente che l'intelligibile in sé non pare che si strutturi secondo dialettiche della stessa forma di quelle di condizione umana, perché si dovrebbe attribuire all'ontico in sé la liceità di porre tutto ciò che di qualitativo rinserra simultaneamente come un unifunzionale o un monopollente e insieme come un plurifunzionale o pluripollente e insieme di porre tutto ciò che di funzionale rinserra simultanemente come un conseguente da un qualitativo unico e come un conseguente da qualitativi molti e diversi l'uno dall'altro:
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