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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 528 (312 F1 /2)] sia l'autocoscienza di condizione umana connotante di una situazione dialettica in cui una biffa che è un complesso di autocoscienti intuitivo-sensoriali trattati come un'unità e come un qualitativo uno semplice e omogeneo, anche se problematico, entra in rapporto di sostituzione-sostituibilità con l'altra biffa che è una ed una sola dialettica mediante la quale un nesso formale-funzionale fra gli autocoscienti immanenti in unità nella prima biffa è giustapposto a un atto di autocoscienza hic et nunc; sia la prima biffa un intuitivo -sensoriale trattato come unità, costantemente altro dai nessi formali-funzionali disarticolati da una qualsivoglia dialettica che sia seconda biffa di tale rapporto di sostituzione-sostituibilità; evidentemente, non è data la liceità di trattare la prima biffa né come un'autocosciente in cui l'autocoscienza hic et nunc sia giustapposta ad ontici che sono altri da intuizioni sensoriali né come un autocosciente in cui l'autocoscienza hic et nunc sia giustapposta ad ontici intuitivo-sensoriali dotati legittimamente della funzione di indici di ontici intelligibili che in essi immangono con inautocoscienza, se non alla condizione o di arricchire di autocoscienza una dialettica che dal principio dell'ontità di un primo intelligibile in sé muova alla conclusione di un'azione con cui questo primo o si limita a situare con immanenza inautocosciente entro il sensoriale ontici intelligibili e a coordinarli in un immutabile rapporto biunivoco con gli intuiti sensoriali che se ne fanno indici, o oltre a ciò pone l'attenzione umana nelle condizioni di disarticolare gli intuiti sensoriali dagli intelligibili che vi immangono inautocoscienti e di far di questi ontici in sé denotati da un atto di autocoscienza hic et nunc, o di dar vita mediante una dialettica e un atto di autocoscienza a un processo di spostamenti d'attenzione che muovendo dall'intelligibilità di dialettiche formali pure, la cui natura sia offerta da forme intelligibili in sé o da porzioni di queste, concludano a una congruenza di un certo numero di dialettiche le cui biffe siano sostituibili con intuitivi sensoriali con le dialettiche formali pure, e, con ciò o al rapporto biunivoco fra l'intuito sensoriale e un intelligibile immanente in esso con inautocoscienza o all'autocoscienza hic et nunc di questo intelligibile disarticolato dagli intuiti sensoriali che gli sono indici; ora, a meno che non sia offerta come dato di fatto l'intuizione di un intelligibile primo in sé, il che non pare sia per autocoscienze di condizione umana, la prima dialettica evita la problematicità e la conseguente estraneità alla sfera delle dialettiche lecite e legittime in quanto ontiche se riesce a porre come ontiche e non come problematiche dialettiche le quali utilizzino a biffe o intelligibili disarticolati da intuiti sensoriali o intuiti sensoriali che siano indici di intelligibili che vi immangono inautocoscienti, e, d'altra parte, la seconda dialettica è tenuta ad avanzare la stessa ontità e la stessa non-problematicità di queste dialettiche per evitare la stessa problematicità ed estraneità, a meno che non si rifaccia all'innatezza di autocoscienti che siano intelligibili e biffe di dialettiche intelligibili, il che, senza ritornare alle difficoltà di questo modo di autocoscienti, rimanda alla situazione della prima dialettica, perché tale innatezza, una volta ammessa come legittima, esige ((erige??))l'autocoscienza della corrispondenza fra dialettiche a biffe intelligibili [pag 529 (312 F2 /3)] e dialettiche a biffe intuitivo-sensoriali e quindi richiede che sian autocoscienti spostamenti d'attenzione fra intuiti sensoriali che si comportano come se fossero indici di intelligibili immanenti in essi con inautocoscienza; e, allora, o che si parta immediatamente dalle dialettiche di condizione umana o che si parta da uno dei due punti di vista da cui le logiche dell'intelligibilità pretendono di valutarle, non c'è altro da fare che stabilire la struttura delle dialettiche di condizione umana in sé; queste, tutte quante, o sono dialettiche di sostituzione -sostituibilità di una dialettica a un autocosciente uno o trattato come un uno o si rifanno a queste: poiché o nel caso che si faccia dell'autocosciente uno un intelligibile innato o estratto dall'inautocoscienza con cui immaneva entro l'intuito sensoriale, o nel caso che di esso si faccia un'unità di intuiti sensoriali indici di intelligibilità in essi immanente con inautocoscienza, o nel caso che si escluda che siffatto autocosciente uno si abbia il diritto di prenderlo per altro da una mera unificazione di intuiti autocoscienti, la validità delle tre interpretazioni di una dialettica di sostituzione-sostituibilità poggia sulle modalità delle dialettiche di sostituzione-sostituibilità che hanno a biffe degli intuiti-sensoriali in quanto tali e in cui l'autocoscienza hic et nunc è giustapposta a spostamenti d'attenzione da intuito sensoriale ad intuiti sensoriali, è di qui che si deve partire per vedere quale atteggiamento è lecito assumere nei confronti delle nostre dialettiche, ossia quali modalità sia lecito predicar loro come loro porzioni disarticolabili; se la modalità prima delle unificazioni di intuiti sensoriali è di darsi entro contesti di molteplici sensoriali eterogenei unificati dall'atto di autocoscienza hic et nunc, contesti entro i quali si dà l'autocoscienza di molte unificazioni di eterogenei sensoriali le quali sono o insostituibili o sostituibili reciprocamente, contesti entro i quali si verifica costantemente il mutamento di alcuni, pochi o molti, o di tutti i molteplici eterogenei che li costituiscono, e quindi di darsi in unificazioni contestuali che diciamo simultanee e successive ad indicare rispettivamente la ripetizione o costanza o sostituibilità del modo formale del contesto di mantenere immutate le sue componenti e dell'altro suo modo formale di modificarle in tutto o in parte, essa fa tutt'uno coll'appartenenza delle unificazioni ai contesti e con la partecipazione, ontica e non apodittica, ai modi o formali di questi, e quindi con le modalità a) di darsi in dialettiche di sostituibilità reciproca con altre unificazioni entro un'unificazione contestuale di simultaneità o entro l'unificazione di successione di varie unificazioni contestuali simultanee, di patire modificazioni o che rendono impossibile qualsiasi dialettica di sostituibilità reciproca con altre unificazioni o simultanee o reciproche, nel qual caso parliamo di scomparsa delle unificazioni insostituibili, o che rendono lecita la dialettica di sostituzione reciproca ma solo limitatamente ad alcuni degli intuiti sensoriali unificati entro le unificazioni sostituibili reciprocamente, nel qual caso parliamo di mutamenti parziali; la modalità della sostituibilità reciproca in contesti simultanei e successivi è principio di una sostituibilità reciproca di ciascuna delle unificazioni reciprocamente sostituibili nei contesti con se stessa ossia con quell'unificazione che [pag 530 (312 F3 /4)] particolari rapporti col restante del contesto consentono di dialettificare con un'altra unificazione secondo il nesso di sostituzione-sostituibilità che chiamiamo identità; quando i mutamenti parziali che riguardano intuiti sensoriali componenti unificazioni entro contesti in successione sono di numero inferiore alla ripetizione dei componenti che permangono in rapporto di identità, le unificazioni entro cui i mutamenti sono avvenuti son trattati dalle nostre dialettiche di sostituibilità reciproca come se fossero privi di ontità e di autocoscienza e quindi come se le due unificazioni di sensoriali entro cui si son dati avessero il diritto di entrare in quel nesso di sostituibilità reciproca di identità per il quale le due diventano l'una il se stesso dell'altra; è facile notare che qui ho per dir così abbreviato la descrizione dei fenomeni delle dialettiche di sostituzione e delle condizioni che le consentono, quali un empirismo radicale le vorrebbe, come pure è facile rilevare che le cose non sono tanto semplici come le fa un empirismo radicale perché si devono sottrarre al principio di ragione non solo il fatto che gli intuiti sensoriali cambiano e il fatto che alcuni cambiano e altri no e alcuni che non cambiano in vari contesti successivi, cambiano ossia scompaiono in un contesto simultaneo successivo ai precedenti, ma anche quello che all'autocoscienza si danno queste unificazioni di intuiti sensoriali e non queste altre e che l'attenzione è costretta a non tener conto di tutti i mutamenti che si danno nelle unificazioni ma solo di quelli che entrano in un certo rapporto di proporzionalità quantitativa con le immutabilità; ma se non vogliamo cadere in aporie e circoli viziosi, non ci resta che prender atto di tali fatti; dunque, le prime dialettiche di sostituzione fra unificazioni di sensoriali son quelle in forza delle quali si dà una sostituzione che consente di essere indicata dalla parola medesimezza e che genera entro le dialettiche di sostituzione per identità che vincolano l'un l'altra un certo numero di unificazioni una privilegiata dialettica di sostituzione per identità che consente di rendere finito tale numero attraverso il nesso biunivoco che lega in serie di coppie le unificazioni di numero finito e con ciò riduce la successione delle dialettiche di sostituzione a un'unica dialettica di sostituzione i cui reciproci sostituibili sono trattati ciascuno come un uno ed uno solo, mentre di fatto sono una serie di unificazioni accoppiabili a due a due secondo la biunivocità e riducibili a una sola unificazione autocosciente per la perfetta, anche se tale solo per pretesa, identità in cui ogni unificazione entra nel rapporto biunivoco; così, la sfera delle dialettiche dalla successione dei contesti di eterogenei sensoriali in contesto(i) simultanei riesce a darsi, pel medio di una dialettica di sostituibilità reciproca fra molte unificazioni di sensoriali simultanei, l'autocoscienza di una serie di molte unificazioni identiche che sarebbero di numero indefinito o almeno tante quanti sono i contesti sensoriali in vincolo di successione, se con un'ulteriore dialettica di sostituzione varie di quelle unificazioni, e precisamente quelle che compaiono una volta sola in un contesto di simultanei, non venissero ridotte all'unità e all'unicità grazie alla particolare loro identità della medesimezza;
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