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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 551 (318 F 4 / 319 F 1)] tutto ciò sfugge alla formula del dictum alla Kant così come è sfuggito alle altre, perché tutte quante hanno assunto a ontico autocosciente, da disarticolare nelle sue porzioni materiali e formali e da riunificare limitatamente però alle sole porzioni formali al fine di ottenere lo schema formale-universale di tutti gli ontici autocoscienti sostituibili-identici ad esso, il sillogismo ossia una delle dialettiche che compaiono entro la sfera delle dialettiche di condizione umana, e, ciò facendo, non solo han perso il contatto con la forma veramente generale di tutte le dialettiche, ossia con il generico dictum de omni, ma non han neppure raggiunto il loro scopo di fare della formula del loro dictum il principio vero e valido materialmente e formalmente della verità e validità formali e materiali di un qualsivoglia sillogismo, in quanto, o che la struttura formale di un sillogismo sia il predicare a un qualunque sussunto che sia estensione di un sussumente quanto di sussumente si predica a un sussunto che sia sua estensione o che sia la predicazione di un sussumente a un sussunto che sia porzione della sua estensione alla quale nella sua totalità il sussumente è già stato predicato o che sia l’autocoscienza della sussunzione di una porzione di un’estensione sotto un sussumente o sua volta estensione sussunta ad un altro sussumente e insieme l’inferenza di tale autocoscienza dall’autocoscienza della sussunzione dell’intera estensione, cui la porzione appartiene, sotto il primo sussumente o infine che sia la denotazione da parte di un ontico autocosciente di una connotazione in quanto giustapposizione di molteplici autocoscienti denotanti in forza della medesima funzione di denotazione esercitato(a) dallo stesso primo autocosciente sulla connotazione di uno dei molti autocoscienti che si giustappongono entro la prima connotazione, ognuno di questi complessi di dialettiche non è che la descrizione della forma di un sillogismo in generale, non è che una dialettica di sostituzione-identità tra biffe che sono porzioni formali di altrettante dialettiche l’una l’altra sostituibili -identiche e perciò chiamate tutte sillogismi, descrizione la quale nell’atto stesso in cui pretende di farsi ragione di un sillogismo in generale delle due l’una o si limita a erigersi a modulo della serie di forme in cui debbono entrare delle materie al fine di unificarsi in un’unificazione di dialettiche che appartiene a quella serie di reciprocamente sostituibili che chiamiamo sillogismi, o pretende di porsi come quell’ontico autocosciente la cui immanenza in un’unificazione di dialettiche che è membro della serie dei sillogismi pone apoditticamente la verità e validità formale e materiale dell’unificazione di dialettiche e insieme il diritto di trattare verità e validità come degli apodittici, e quindi degli ontici autocoscienti che sono e sono quel che sono indipendentemente da qualsivoglia rapporto con cui essi, e le dialettiche, le biffe delle dialettiche, e in particolare la dialettica della conclusione e le dialettiche che l’assumono a propria biffa di partenza, si pongono con qualcosa d’altro, e in questo caso si riduce o a una petizione di principio o a un circolo vizioso; //
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