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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 552 (319 F 1 / 2)] una dottrina della logica alla Platone o alla Aristotele muove da una distinzione entro il complesso delle dialettiche di condizione umana che è legittima come quella che è la presa di contatto con una serie di dialettiche le cui biffe materiali sono forme o modalità formali immanenti come porzioni in una qualsivoglia dialettica ad autocoscienza hic et nunc le cui forme sono la modalità formalità secondo cui biffe a piacere si correlano in una qualsivoglia dialettica denotata da siffatta autocoscienza e i cui attributi ineliminabili sono quelli dell’intelligibilità in assenza dei quali, con concomitante esclusione dalla sfera delle dialettiche autocoscienti di siffatti complessi di dialettiche disarticolabili in materie e forme che sono forme di altre dialettiche, è esclusa l’autocoscienza non solo delle condizioni per le quali serie di dialettiche e di autocoscienti in genere hanno il diritto di essere ridotte a classi ma anche della pretesa, sia pur solo come fatto, di certe dialettiche ad albergare in sé l’intelligibilità, con la conseguenza che il complesso di queste dialettiche puramente formali ha il diritto di esser posto come un ontico autocosciente; qui si elude, a ragion veduta, la questione dell’ontità di un raziocinio che offre ragioni dell’ontità autocosciente di siffatto complesso le quali non siano indiritte nè si limitino a muovere dall’ontità di certi fenomeni delle dialettiche autocoscienti per risalire a quell’ontità come all’unica causa di cui han liceità di porsi ad effetti, così come si evita di risolvere la questione della genesi induttiva o dell’inneità mediata o immediata di siffatto complesso e l’altra questione della verità e validità formali e materiali dei raziocini con cui utilizzando autocoscienti di portata metafisico-gnoseologica logici seguaci delle dottrine alla Platone o alla Aristotele hanno offerto ragioni apriori dell’ontità autocosciente di tale complesso; ci si limita solo a ripetere che non è lecito trattare come un concetto problematico la sintesi dell’autocoscienza hic et nunc con la ragione in quanto dialettificazione unificatrice del complesso delle dialettiche con a biffe e a forme ontici che sono forme di altre dialettiche, dovendosi siffatto concetto assumere come un autocosciente apodittico principio e condizione della liceità di tutte le dialettiche che sono spostamenti d’ attenzione tra biffe che sono dialettiche e della liceità di assumere a forma o nesso invariabile delle dialettiche la cui dialettificazione chiamiamo ragione, delle dialettiche che prendono a biffe altre dialettiche, delle dialettiche stesse che a biffe assumono o degli intuiti o degli autocoscienti sostituibili ad intuiti, il rapporto di sostituibilità o identità; ora, quelle dottrine logiche, appena operata la distinzione tra il dialettico in quanto razionale puro e il dialettico, che non è tale, anche se pretende albergarlo in sé, pel semplice fatto che non tutte le disarticolazioni in cui dirompe sono dei puri formali, sono tenuti a procedere a un’ulteriore diversificazione e distinzione entro la sfera delle dialettiche in generale, e a dotare di autocoscienza da un lato [pag 553 (319 F 2/3)] l’unificazione di alcune delle dialettiche in un campo o sfera in cui stanno quelle i cui spostamenti d’attenzione sono da autocosciente intuito-sensoriale o da unificazioni autocoscienti di intuiti sensoriali ad autocoscienti che sono o intuiti sensoriali o unificazioni di intuiti sensoriali (,)dall’altro l’unificazione di altre delle stesse dialettiche che sono spostamenti d’attenzione da una biffa che è l’unificazione autocosciente di particolari intuiti sensoriali ad una biffa che è una dialettica o una serie di dialettiche le cui biffe sono quell’unificazione autocosciente dialettificata a una o più degli intuiti in essa unificati o uno o più di questi intuiti dialettificati con uno o più degli altri intuiti componenti la stessa unificazione; la separazione è palese nella descrizione che Platone dà delle dialettiche che si sintetizzano con autocoscienza hic et nunc nella sfera dialettica dello schiavo di Menone, la quale da un lato coinvolge gli spostamenti d’attenzione da lato a lato, da diagonale a lato, da quadrilatero a quadrilatero entro quell’unificazione di intuiti sensoriali che è il quadrato disegnato sulla sabbia da Socrate, dall’altro coinvolge lo spostamento d’attenzione, assumente a sua forma il nesso di sostituibilità identità, dall’unificazione-unità di alcuni degli intuiti entro il quadrato disegnato sulla sabbia al complesso delle dialettiche che hanno a biffe l’unificazione-unità e or questo or quello degli intuiti che tratti dal quadrato disegnato e disarticolati dalla sua unificazione son stati poi unificati dialetticamente tra loro a costituire un unitario ontico autocosciente che non è se non lo stesso quadrato fenomenico entro cui son stati esclusi dall’autocoscienza e quindi dalla concentrazione d’attenzione e dai conseguenti spostamenti tutti gli intuiti sensoriali che non si eran fatti biffe di nessuna di quelle dialettiche; e la stessa separazione compare in Aristotele [[Nota a matita dell'autore:” mi riferisco alle operazioni che Aristotele fa quando definisce le cause dell’individuo “]] quand’egli, dopo aver elencato in serie molti gruppi di dialettiche ciascuno dei quali operati su intuiti sensoriali aggregati entro certe molte unificazioni di intuiti di complessi sensoriali in simultaneità e insieme in successione e dopo aver rilevato all’autocoscienza la particolare modalità di certune di quelle serie le quali son tali che i gruppi di dialettiche che le costituiscono, una volta reciprocamente dialettificati pongono all’autocoscienza la loro sostituibilità-identità, passa a distinguere l’insieme di tutte quelle serie, siano oppur non costituite di gruppi di dialettiche reciprocamente sostituibili, da una certa dialettica che [[??è??]] spostamento d’attenzione, rilevante all’autocoscienza la sostituibilità-identità reciproca, da una biffa che è l’unificazione-unità di quegli insiemi di intuiti sensoriali che sono biffe dei gruppi dialettici sostituibili, a una biffa che di questi gruppi dialettici sostituibili e quindi trattati come un solo gruppo ai quali sono assegnati come biffe o l’unificazione-unità correlata con uno dei suoi intuiti [pag 554 (319 F/4)] o uno o più di questi intuiti correlati con uno o più degli altri della stessa unità -unificazione; ma, se ci si vuole assicurare che questa spartizione delle dialettiche non sia né una petizione di principio né un problematico artificioso introdotto dalle due dottrine come medio per contrapporre a una sfera di dialettiche a portata meramente fenomenica una sfera di dialettiche intelligibili, basta tener presente che non c’è stato pensatore che non l’abbia fatta sua indipendentemente dal postulato e dall’intento di fondare una logica di intelligibili o di negarla, e che le stesse dialettiche operate in un complesso di intuiti in simultaneità o in una serie di complessi diacronici di intuiti la presuppongono: infatti, se è vero che in questi complessi entro la giustapposizione, modo formale a tutti omogeneo, di intuiti sensoriali è ontico autocosciente immediato la discrezione reciproca di aggregati di intuiti sensoriali, percezioni o correlazioni fenomeniche che siano, entro ciascuno dei quali sono ontici autocoscienti gli spostamenti d’attenzione o dialettiche fra intuiti ed intuito o fra gruppo di intuiti ed intuito o fra intuito e gruppo di intuiti o fra gruppo e gruppo di intuiti, se è vero che, una volta che siffatte dialettiche sono ontici autocoscienti, sono pure ontici autocoscienti gli spostamenti d’attenzione o dialettiche fra una di quelle dialettiche operate entro un aggregato e altre di quelle operate in altri aggregati o fra molte o tutte delle dialettiche operate in un aggregato e molte o tutte delle dialettiche operate in altri aggregati, e se è vero che siffatte dialettiche di dialettiche fan tutt’uno con l’autocoscienza della loro sostituzione -sostituibilità-identità reciproche o della esclusione di questa loro sostituzione-sostituibilità-identità reciproche e insieme si fan principio di una dialettica che assume a biffe gli aggregati di intuiti e gli intuiti e, pel medio dell’autocoscienza dell’identità o del’esclusione dell’identità delle loro dialettiche, verifica l’autocoscienza della identità o dell’esclusione dell’identità degli aggregati e degli intuiti, è altrettanto vero che, una volta eretta all’autocoscienza la serie o insieme o unificazione di tutti gli aggregati di intuiti e di tutti gli intuiti che sono biffe di dialettiche di sostituibilità -identità reciproca e una volta eretta all’autocoscienza la serie o insieme o unificazione di tutti i complessi di dialettiche che da un lato sono biffe di dialettiche di sostituibilità-identità reciproca e dall’altro sono principi e insieme conseguenze dell’insieme ossia della sostituibilità-identità reciproca degli aggregati di intuiti, il darsi con autocoscienza di uno solo degli aggregati della serie-insieme
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