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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 569 (324 F1 /2)] così come è assurdo arguirne una teoria gnoseologica che privi la stessa sfera di qualsivoglia intelligibilità proprio sulla base dell' intuito fenomenico come unica genesi del conosciuto in generale; che se si vuole osservare che questa pretesa di scindere l'intelligibile nei due campi del mero formale e del completo -perfetto, in quanto qualitativo con immanenza nel ((??del??)) formale, cozza contro un ritorno all'innatezza ad esempio del principio d'identità, della cui illiceità sì belle prove ha dato Locke, o contro l'assurdo di un possesso di formali senza materiali, per il quale mentre da un lato si inibisce alla sfera delle dialettiche di condizione umana di pervenire alla rappresentazione di intelligibili perfetti materiali-formali per una strada che sia altra da quella della traduzione all'autocoscienza di ontici immanenti con inautocoscienza nell'intuito fenomenico, si attribuisce poi alla stessa sfera la capacità di seguire una strada che non è dall'intuito fenomenico per quel che riguarda gli intelligibili formali, che cioè se si afferma che delle due l'una, o si nega qualsiasi innatezza od autogenesi di intelligibili per mera sollecitazione dell'empirico, nel qual caso non resta che l'aporia di privare l'insieme degli ontici autocoscienti di qualsiasi porzione che sia intelligibile e quindi di negare autocoscienza all'ontità autocosciente((za)) degli intelligibili formali, o ci si attiene alla necessità di porre come ontico siffatta autocoscienza e allora non resta che assegnare innatezza o autogenesi a tutti gli intelligibili dal momento che o, come dice Platone, è impossibile che nella sfera delle dialettiche si dia una dialettica che non si riveli immediatamente e simultaneamente intelligibile nella sua forma e nella sua materia con la conseguenza che l'autocoscienza dell'intelligibile materiale-formale e quella dell'intelligibile formale fan tutt'uno con un unico atto di reminiscenza, o, come dicono Aristotele e Tommaso, è impossibile che differente sia la sorgente genetica degli intelligibili formali e degli altri materiali-formali i quali debbono essere omogenei per dialettificarsi e che solo in quanto si dialettificano, si distinguono da un lato in generi e in specie, dall'altro in formali e in formali-qualitativi, l'osservazione e l'affermazione non tengon conto di questi dati di fatto, 1) che alla sfera delle dialettiche di condizione umana è data la liceità di montare teorie, ossia descrizioni di se stesse, nelle quali alla pretesa che tutta una serie di dialettiche avanzano di esser legittimamente degne della predicazione degli attributi dell'intelligibilità fa riscontro l'impossibilità di tutte le stesse a verificare la pretesa per l'esclusione dalla rispettiva connotazione di una denotante che sia uno qualsiasi di attributi e le quali quindi devono pure esser mosse dall'intravvedere, se non altro come mero problematico (,)l'indipendenza genetica ed ontica dell'autocoscienza dell'intelligibile formale da quella dell'intelligibile qualitativo-formale, 2) che alla stessa sfera di dialettiche è data la liceità di costruire teorie, ossia descrizioni complete, delle condizioni di genesi di certe scienze, come la matematica, le quali sarebbero ordini di dialettiche in quanto autocoscienti intelligibili traducenti all'autocoscienza strutture formali intelligibili immesse dalla stessa sfera dialettica ma inautocoscientemente entro materiali inintelligibili a costituire con questi degli ontici autocoscienti che sono intelligibili formali-qualitativi, [pag 570 ex370 (324 F3 /4)] il che presuppone una discrezione dell'intelligibile formale e una sua indipendenza dall'intelligibile materiale -formale, 3) che la stessa sfera ha la liceità, che ritroviamo in Hume e in fondo in tutta l'epistemologica moderna, di predicare a se stessa la struttura di un costante rapporto asintotico fra gli autocoscienti materiali trattati come intelligibili qualitativi-formali e gli autocoscienti che sono di diritto intelligibili formali, oppure la struttura di un rapporto fra l'uno e l'altro autocosciente che è di immanenza del secondo nel primo e trae da questa a fare di questo un intelligibile di diritto alla condizione che siano verificate certe condizioni, la conferma costante dell'esperienza ad esempio, che sono altre dall'immanenza immediatamente autocosciente del formale nel materiale, il che pone la necessità di una distinzione fra l'intelligibile formale e la sua autocoscienza e genesi da un lato e l'intelligibile materiale con la sua autocoscienza e genesi dall'altro; donde segue che quanti stabiliscono la dipendenza reciproca o convertibilità dell'intelligibile formale e dell'intelligibile materiale e ne deducono la necessità di una innatezza od autogenesi dell'intelligibile in generale, di fatto sono in un circolo vizioso perché della prima si valgono per muovere alla seconda e viceversa, mentre coloro, come noi, che scindono l'un intelligibile dall'altro, nell'atto in cui muovono dalla necessità di attribuire intelligibilità a certe forme come condizione della validità in genere di una dialettica qualsivoglia di condizione umana, se da un lato prospettano a sé la questione della genesi e della ragione di siffatta formalità, dall'altro si liberano dalla necessità di attribuire le gonfie ((???)) di aporie innatezza o autogenesi dell'intelligibile materiale-formale, al tempo stesso che concedono alla sfera delle dialettiche il mezzo di pervenire a intelligibili, controllabili sulla base dei posseduti autocoscienti intelligibili formali, pur muovendo dall'insieme degli intuiti empirici come da dato primo; che se poi si vuol sostenere che è impossibile un qualsivoglia spostamento d'attenzione senza che si dia con autocoscienza e insieme con antecedenza diacronica una dialettica in generale che abbia i caratteri dell'intelligibilità e che per una dialettica intelligibile in generale è condizione necessaria e sufficiente non l'autocosciente dialettica meramente formale, ossia uno spostamento d'attenzione che abbia a biffe le decomposte denotanti di una delle forme pure dell'intelligibile in genere, e che marci sul binario offerto da una di queste forme pure, ma una dialettica con autocoscienza cui l'intelligibilità provenga dall'uso di una delle forme pure dell'intelligibilità e la materia da un qualsivoglia dato qualitativo autocosciente che sia altro dalle denotanti di una delle forme pure dell'intelligibilità, se cioè si pone a principio della conoscenza in generale che questa sia sempre e soltanto spostamento d'attenzione, che nessun spostamento d'attenzione si dia senza l'ontico autocosciente di una dialettica intelligibile in generale, che nessuna dialettica intelligibile in generale si dia senza uno spostamento d'attenzione di forma intelligibile e di materia non formale, con la conseguenza che diacronicamente l'ordine di successione degli spostamenti d'attenzione è da una dialettica intelligibile formale con a materia un qualitativo altro dal formale a una dialettica in generale che è o formale-materiale della stessa modalità della prima
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