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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 326
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[pag 575 (326 F1 /2)]

il che nessun innatista o razionalista puro riuscirebbe a controbattere validamente, e che tutt'al più occorre un possesso innato o autogenetico di intelligibili formali su cui commisurare quelle dialettiche che di per sé mai offrirebbero l'intelligibilità pura né di una loro intelligibilità mai darebbero ragione senza il ricorso ad altro;//

la necessità di una innatezza o di una autogenesi di intelligibili formali-materiali cade, dunque, al venir meno della sua liceità, negata da un lato dal fatto che in corrispondenza della inescludibile simmetria fra l'intelligibilità dell'intelligibile innato ed autogenetico e l'intelligibilità dell'intuito o dell'aggregato di intuiti, in corrispondenza cioè della sostituibilità delle dialettiche che fanno loro forme e materie i disarticolati dell'intelligibile innate alle dialettiche che fanno loro forme e materie i disarticolati dell'intuito o dell'aggregato di intuiti nessuna ragione è data della verità e validità della simmetria e della sostituibilità, dall'altro dal fatto che in corrispondenza dell'immutabilità dell'intelligibile innato ed autogenetico non è posta un’ altrettanto sicura immutabilità delle modalità di intuiti o di aggregati di intuiti che debbono essere conclassificati con gli altri già sussunti sotto l'intelligibile e resi pazienti della stessa sussunzione per ragioni non coincidenti con quelle per cui gli altri han patito la conclassificazione e la sussunzione: in qualunque modo sia fissata la differenza che divide un complesso unificato di autocoscienti intelligibili da un ammasso di intuiti che è successione di complessi di intuiti entro ciascuno dei quali l'unificazione degli intuiti è posta se non altro dalla simultaneità della loro autocoscienza, è illecito situare in discrezione((??)) assoluta il complesso degli intelligibili e l'ammasso degli intuiti, se non altro perché l'autocoscienza dei primi deve essere assunta a principio dell'autocoscienza di certe modalità dei secondi in modo tale  che una volta instaurato questo rapporto di ragione a conseguenza tra le prime e le seconde, qualcosa che si dà autocosciente nella sfera dei primi diviene sostituibile con qualcosa che si dà autocosciente nell'insieme dei secondi; in forza di questa sostituibilità in generale di qualcosa in generale dei primi a qualcosa in generale dei secondi, si parla di una razionalità del mondo e della liceità di una scienza del fenomenico, mentre per l'esclusione della stessa sostituibilità non si conclude ad un'esclusione [[Nota a matita dell'autore:”alludo a certe religioni”]] di un intelligibile in genere dall'ontità in generale o dall'autocoscienza in genere o di condizione umana, ma solo all'inintelligibilità del fenomenico ossia all'inutilità della sfera degli intelligibili di autocoscienza ontica o problematica per la predicazione di certe modalità all'insieme degli intuiti e per quel che questa predicazione consente; in qualunque modo sia posta la materia degli autocoscienti intelligibili, la differenza che deve esser inserita a dividerli dall'ammasso degli intuiti comporta che la sostituibilità in generale di qualcosa che in generale è ontico e autocosciente nella sfera dei primi a qualcosa che in generale è ontico e autocosciente entro i secondi, una volta ammessa, debba essere interpretata da un lato come una mera sostituzione parziale, nel senso che solo alcune porzioni dei due qualcosa generici genericamente sostituibili siano sostituibili le une alle altre in genere, e non come la liceità che un qualcosa che in generale è nella sfera dell'intelligibile sia da prendersi


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[pag 576 (326 F2 /3)]

pari pari e da trasportarsi nell'altra sfera e viceversa, dall'altro come il segno di un'immanenza inautocosciente entro l'intuito di qualcosa di generale che è totalmente sostituibile a un qualcosa in generale entro l'intelligibile autocosciente e come l'effetto di una certa azione di questo immanente su quel qualcosa di genericamente sostituibile all'intelligibile che appartiene all'intuito autocosciente; dato il presupposto di questa sostituibilità in generale e quindi della liceità di una scienza del fenomenico, l'innatezza o autogenesi di un intelligibile porta seco due conseguenze: da un lato che una volta divenuto autocosciente o l'intelligibile o quel che di implicito c'è nell' autocosciente, quel qualcosa in generale, che di genericamente sostituibile a qualcosa in generale entro il fenomenico vi si ritrova estenda al suo sostituto-sostituibile gli attributi formali dell'intelligibilità dei quali gode e, con ciò, fissi entro il qualcosa del fenomenico l'attitudine, tra l'altro, a conservare immutata la materia e la forma delle dialettiche che vi si esercitano; dall'altro che, quando grazie a questo rapporto tra intelligibile e intuito si siano costruite classi finite di porzioni dell'intuito l'una all'altra sostituibili, si verifichi che ad ogni porzione di intuito la quale si dia sostituibile alle altre di una classe per la sostituibilità di certe sue porzioni con quelle delle sue conclassarie, senza tuttavia che queste porzioni sostituibili coincidano con tutte o anche soltanto con alcune di quelle porzioni che già si davano sostituibili con porzioni di un intelligibile, debba estendersi la sostituibilità totale di tutte le sue porzioni con quelle delle conclassarie e con quelle sostituibili dell'intelligibile, o almeno con queste e con quelle delle conclassarie a queste sostituibili; ma la prima conseguenza non si è sempre verificata perché le nostre dialettiche hanno verificato o che forme e materie di dialettiche esercitate sul fenomenico e destinate a conservarsi immutate in forza della loro sostituibilità con qualcosa delle dialettiche di un intelligibile han dovuto essere modificate o che forme e materie di dialettiche da esercitarsi immutate entro il fenomenico per una presunta loro sostituibilità con quelle dell'intelligibile si son date costantemente altre da ciascuno di quelle onticamente costruite sul fenomenico; una volta che si rinunci agli attributi della particolarità e della contingenza come propri del fenomenico e come ragioni sufficienti dell'esclusione di questa conseguenza dall'ontico autocosciente, giacché, a parte che, ammesso il presupposto di una intelligibilità del fenomenico, questo non è più né particolare né contingente, l'azione esercitata dal sostituto dell'intelligibile autocosciente, immanente con inautocoscienza entro il fenomenico, sul fenomenico stesso deve spogliarlo della contingenza e della particolarità, non resta che giustificare l'esclusione con una di queste quattro ragioni: o l'intelligibile autocosciente non è né un innato né un ontogenetico ((autogenetico??)) o l'immanenza inautocosciente entro il fenomenico dell'intelligibile sostituto-sostituibile all'intelligibile autocosciente non gode degli attributi dell'intelligibilità o l'autocosciente dialettica di sostituibilità del qualcosa dell'intelligibile sostituibile al qualcosa del fenomenico non gode di verità e validità formali e materiali in sé ma li ricava da altra ragione o è data la liceità




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