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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 327
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[pag 578 (327 F1 /2)]

ma non ne hanno né la liceità né il diritto, è una vera contraddizione in termini; e allora, se è vero che la conclusione di una sostituibilità permanente di qualcosa di generale del fenomenico a qualcosa di generale dell'intelligibile non è un ontico autocosciente, non resta che la ragione della sua apodittica esclusione dalla sfera degli autocoscienti sia l'esclusione dala stessa sfera di autocoscienti che sono intelligibili innati o autogenetici; d'altra parte, se sono ontici autocoscienti degli intelligibili innati o autogenetici, dev'essere ontico autocosciente la totale sostituibilità di ciascuno con l'ontico che è intelligibile e che insieme immane inautocosciente entro il fenomenico e insieme dev'essere ontico autocosciente la apoditticità della dialettica di sostituibilità di porzioni dell'intelligibile autocosciente con quelle porzioni del fenomenico che stanno per dir così sotto l'influsso dell'intelligibile inautocoscientemente immanente; ma siffatta apoditticità non è data e non già per l'esclusione dell'apoditticità dell'immanenza inautocosciente dell'intelligibile, in quanto basta far ragione di questa un ontico che non è apodittico in questa sua funzione, qual è il Dio buono di Gesù, o non è apodittico in nessuna sua funzione, qual è il Dio alla Javè di Ockham, oppure basta subordinare l'immanenza inautocosciente dell'intelligibile nel fenomenico ad alcune modalità formali del fenomenico stesso estese al substrato della sua intelligibilità inautocosciente, al divenire ad esempio, in quanto modificazione entro la totalità, e qualcosa di siffatto pensiamo quando non riusciamo più ((a)) sostituire porzioni dell'intelligibile autocosciente dinosauro a porzioni del fenomenico, perché quell'apoditticità goda di tutti i diritti di essere esclusa senza offesa all'intelligibilità del fenomenico, ma perché, una volta sistemate per benino tutte le porzioni, che sono degli intelligibili, di un intelligibile e una volta poste alcune di esse in rapporto di sostituibilità con alcune porzioni di un fenomenico, la sostituibilità riuscirà a invertire tutte le denotanti materiali delle porzioni sostituibili e anche molte di quelle formali, ma non sarà mai capace di coinvolgere anche la denotante dell'apoditticità anche se il fenomenico delle cui porzioni si tratta si ripetesse attraverso le successioni degli insiemi di intuiti simultanei in modo tale che le sue porzioni che si son rivelate una volta sostituibili ad alcune dell'intelligibile si manifestassero sempre tali; ma allora l'innatezza o autogenesi di un intelligibile che deve trovare la sua ragione o meglio il suo principio nell'intelligibilità del fenomenico, intesa come sostituibilità di qualcosa che è dell'uno a qualcosa che è dell'altro, non ha la liceità di erigere questa a suo principio, se non altro perché non sarà mai autocosciente la perfetta e totale sostituibilità dei sostituibili e si avrà sempre che fare con degli ontici autocoscienti che son trattati di fatto come sostituibili, ma che di diritto non sono dei sostituibili come quelli ad alcuni dei quali manca la denotante della apoditticità che hanno gli altri; il che ci porta all'altra aporia, quella dell'impossibilità di pensare all'infinito una classe di fenomenici o piuttosto dell'assenza di ragion sufficiente di un siffatto pensamento: l'intelligibilità travasata nel fenomenico significa liceità di conclassificare porzioni imultanee o successive di fenomenico autocosciente e insieme di prolungare la classificazione all'infinito o meglio a tanti conclassificati


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quante sono le successioni di complessi di intuiti simultanei che si daranno tali da albergare una porzione da conclassificarsi alle altre della classe, volendo dire conclassificazione sostituibilità per ogni conclassificato di tutte le sue porzioni con quelle che si sono rivelate sostituibili negli altri già conclassificati; e questo modo dev'essere sotto il segno dell'apoditticità; ora è evidente che questo modo alle nostre classi di fenomenico manca, e non perché siano autocoscienti la dialettica di principio a conseguenza tra l'intelligibile immanente con inautocoscienza entro il fenomenico e le porzioni che si danno sostituibili all'intelligibile autocosciente e l'esclusione di apoditticità da tale immanenza, ma perché è un ontico autocosciente che, qualsivogliano poi siano le conseguenze che ne son provenute, data una classe di porzioni di fenomenico rese conclassarie per la sostituibilità di porzioni di ciascuna porzione conclassata a porzioni di un intelligibile e a porzioni di ciascun altra porzione conclassata, non è apodittico che la sostituibilità permanga costante in tutte le sue dialettiche per ciascun futuro conclassato nella stessa classe, non essendo data nessuna ragione che venga dalla classe o da altro dalla ((della??))classe stessa, e inoltre perché è ontico autocosciente che classi di conclassari hanno dovuto albergare nuovi conclassati senza che la sostituibilità di alcune porzioni dei nuovi con alcune porzioni dei già membri si accompagni alla sostituibilità di tutte le porzioni, sostituibile l'una l'altra, di questi; che se ci si fissa sull'innatezza e sull'autogenesi degli intelligibili come l'unica ragione sufficiente dell'autocoscienza di un'intelligibilità in generale, ossia di un'intelligibilità formale, la quale non troverebbe altre sue ragioni proprio in forza di tutti gli argomenti che il fenomenico offre contro l'innatezza o l'autogenesi degli intelligibili, che cioè se dal dato delle dialettiche autocoscienti di predicazione ad ontici autocoscienti di attributi che sono modi formali di intelligibilità si inferisce la necessità di ontici autocoscienti che sono unificazioni di siffatti modi con qualitativi materiali e la cui innatezza ed ((od?? ad??)) autogenesi è l'unica modalità che garantisca loro siffatta necessità dal momento che nessun ontico autocosciente che sia o del fenomenico o una dialettica operata sul fenomenico è fonte di quei modi formali, è innegabile che s'introduce ((s’introducono??)) nelle dialettiche di questo discorso momenti che sono della sfera autocosciente nella quale appunto si hanno di quelle dialettiche di predicazione di un'intelligibilità formale a un ontico autocosciente e dalla quale appunto è esclusa l'inferenza di questi predicati dal fenomenico, ma è escluso del pari il dubbio che la predicazione dell'intelligibilità formale sia ragione dell'ontità ed autocoscienza di intelligibili formali-materiali che non sono se non innati o autogenetici dal momento che nulla di intelligibile è dal fenomenico, ed è certo che la predicazione e l'insufficienza del fenomenico valgono tutt'al più a garantire l'innatezza o l'autogenesi di ontici autocoscienti il cui complesso costituisce la forma e il segno dell'intelligibilità in generale; e a sostegno di questo come dell'esclusione di altri intelligibili innati od autogenetici sta il dato di fatto che, nonostante il possesso od ontità autocosciente di siffatte forme, la loro predicazione ad un ontico autocosciente non è mai ragione sufficiente dell'intelligibilità di questo,




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