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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 580 (327 F4 /328 F1)] il dato di fatto cioè che di giudizi di intelligibilità non ci sono altri che sian validi e veri materialmente e formalmente se non quelli che a loro soggetto assumono proprio quelle forme, in quanto tutti gli altri giudizi di intelligibilità in cui il soggetto sia altro dalle forme di intelligibilità non godono di pari verità e validità, essendo quelli con a soggetto un ontico autocosciente che sia fenomenico o dal fenomenico destinati ad attendere la ragione della loro verità e validità da fuori da sé, da certi modi del fenomenico i quali però pretendono di essere garantiti in tale loro funzione di ragione da un intelligibile che è da sé e non dal fenomenico e che, essendo perciò innato od autogenetico rimanda per la legittimità della sua funzione ai giudizi di intelligibilità con a soggetto un siffatto intelligibile in generale, o si chiudono in se stessi e non s'appellano a null'altro, nel qual caso escludono di avere immanenti delle forme di intelligibilità che siano apodittiche e non soltanto problematiche, essendo gli altri, con a soggetto un ontico autocosciente che pretende di essere un intelligibile innato ed autocosciente che non è fenomenico né è dal fenomenico, destinati a naufragare sotto il peso delle aporie che rendono prima problematico e poi illegittimo il loro stesso soggetto; è vero, quindi, che dell'intelligibile c'è con autocoscienza di condizione umana e che esso è l'unità disarticolabile della forma dell'intelligibilità in generale, è vero che siffatto intelligibile non sembra avere a suo principio né l'intuizione fenomenica né quanto è operato su di essa o sui suoi dati, a meno che non si riesca a dimostrare che o degli intuiti fenomenici o delle dialettiche con a materia degli intuiti fenomenici e a forma dei nessi colti entro il complesso degli intuiti immediati riescano di per sé a salire al livello dell'intelligibilità e a godere degli attributi formali dell'intelligibilità in un giudizio di predicazione che sia analitico, il che tuttavia non pare che sia un dato immediato della nostra riflessione e d'altra parte sarebbe un particolare modo di riattribuire l'autogenesi agli autocoscienti intelligibili con tutto il corteo delle sue aporie, ed è vero quindi che, almeno per quel che finora ho creduto di trovare in me, si deve parlare di un'innatezza dell'intelligibilità formale, il che a guardar bene non contraddice affatto all'esclusione dall'autocoscienza di certi ontici come il principio di identità di lockiana memoria, perché si tratta di vedere se quell'esclusione di autocoscienza che è esclusione di innatezza sia esclusione dalla sfera delle dialettiche ed esclusione dalla sfera dell'autocoscienza in generale, se cioè il bambino il selvaggio e l'idiota che nulla sanno di un principio di identità siano una sfera di autocoscienti da cui è esclusa ogni dialettica che abbia a sua biffa questo principio o solo quelle dialettiche in cui lo stesso giudizio è principio dello spostamento d'attenzione, e quindi oggetto di disarticolazione e di ricostruzione per unificazione dialettica e insieme principio di autocoscienza per le uniche dialettiche intelligibili vere e valide materialmente e formalmente, quelle formali; ma, una volta ammessa, anche sotto il segno della problematicità, se si vuole, l'innatezza delle forme di intelligibilità, se nella sfera delle dialettiche di condizione umana entrano degli spostamenti d'attenzione che, dopo aver preso a biffe degli autocoscienti altri da quelle forme
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