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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 330-31
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[pag 590 (330 F4 /331 F1)]

è di ciascuna unificazione alla porzione non sono che una stessa e sola cosa, ossia l'autocoscienza dell'immanenza in una unificazione di un sensoriale o di una dialettica che è al tempo stesso sostituibile con un sensoriale o una dialettica immanente in ciascuna delle restanti unificazioni, autocoscienza che è principio di una distinzione del sostituibile dall'insostituibile e di un trattamento del sostituibile come di autocosciente che per quanto molteplice è ripetuto secondo le richieste della sostituibilità e quindi è trattabile come un uno unico; non c'è pretesa di intelligibilità perché le due estensioni, in quel che sono e in quel che sottintendono, ossia l'assunzione del sostituibile al ruolo di autocosciente uno ed unico, son spoglie di necessità e sono assunte per quel che sono ossia dei dati autocoscienti conseguenze di altri autocoscienti e destinate a restare con autocoscienza, nel servizio che da essi si attende, fin che restano gli autocoscienti loro principio: la classe dei corpi celesti, la cui porzione privilegiata era l'insieme dei sensoriali e delle dialettiche sostituibili complicati in teoria da Aristotele, è divenuta un ricordo o, se si vuole, la biffa di certe dialettiche insorgenti quando l'attenzione si concentra su di essa in quanto dialettica in genere ma non in quanto autocosciente utile ad essere principio di nuove dialettiche elevanti all'autocoscienza nuovi ontici di quel complesso di sensoriali che chiamiamo cielo, perché si è lasciata sostituire dalla classe dei corpi celesti con a porzione privilegiata l'insieme dei sensoriali e delle dialettiche sostituibili complicati in teoria da Keplero, e altra difficoltà non c'è stata se non quella di dover escludere dalla sfera degli autocoscienti utilizzabili come validi e veri materialmente e formalmente e come principio di dialettiche altrettanto vere e valide non solo la classe ma anche quel che se ne inferiva, il che mai avrebbe avuto la liceità di avvenire se la classe aristotelica dei corpi celesti ((si)) fosse lasciata segnare da un sigillo di necessità e di intelligibilità; ogni classe costruita su fenomenici e con fenomenici in quanto complesso di dialettiche di una certa forma, se da un lato si pone sempre come una dualità di complessi di dialettiche, da una parte stando le dialettiche di sostituibilità di sensoriale a sensoriale e di dialettica a dialettica e le dialettiche di sostituzione di ogni unificazione di sensoriali a qualsiasi altra della stessa classe, dall'altra stando la porzione privilegiata come dialettica di sostituibilità del gruppo delle dialettiche sostituibili, all'aggregato dei sensoriali sostituibili e le dialettiche di trasposizione di ciò che è delle unificazioni, in quanto conclassari sostituibili, alle biffe della porzione privilegiata e di ciò che è di queste biffe a ciascuna delle unificazioni in quanto conclassari sostituibili, è in sé e per sé fuori dal segno dell'intelligibilità formale, e, anche se nulla impedisce che le vengano predicati gli attributi dell'intelligibilità formale, la predicazione è capace solo di rendere problematicamente immanenti gli attributi nella classe, non di modificarla attraverso l'ontità autocosciente e quindi apodittica di siffatta immanenza; con la conseguenza che il gioco dialettico di quelle dialettiche di trasposizione, come porzione dell'intero complesso di dialettiche che chiamiamo classe, ha immanenti solo problematicamente gli attributi formali dell'intelligibilità,


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[pag 591 (331 F1 /2)]

e, con ciò, ha la sua ragion d'essere in sé in quanto ontico autocosciente che assolutamente preso vede esclusi gli attributi formali dell'intelligibilità, e non la trae dagli attributi, che in esso son tutt'al più dei problematici in attesa di trarre il loro diritto a farsi ontici e apodittici da qualcosa che sarà altro dalla mera modalità qualitativa del gioco dialettico stesso; in parole più semplici, la trasposizione di ciò che è di ogni unificazione in quanto conclassario alle biffe della porzione privilegiata e la trasposizione capovolta, in quel che essi sono nelle loro modalità qualitative pure((prime??)), non contengono immanente nessun attributo formale di intelligibilità e perciò hanno la propria ragion d'essere dall'unità delle loro modalità qualitative pure e non dall'intelligibilità formale che non rinserrano, e neppure hanno la liceità di offrire né l'unità delle loro modalità qualitative pure né una o alcune di queste come condizione necessaria e sufficiente alla predicazione degli attributi formali d'intelligibilità e quindi come ragioni dell'autocoscienza di un'immanenza in esse di siffatti attributi, che dovranno andare a cercare altrove il principio della propria predicazione e della propria immanenza; si enuclei ora la forma delle dialettiche di trasposizione e quel che resta è l'assenza del dictum de omni: se una classe di fenomenici è di diritto e di fatto la dialettica di sostituibilità che vincola reciprocamente una porzione, che a sua volta è dialettica di sostituibilità fra l'aggregato unificato di sensoriali e il gruppo unificato delle dialettiche che li ((??))hanno a biffe, di un conclassario alla porzione sostituibile di ciascun altro conclassario, la condizione per la quale la classe conserva ontità ed autocoscienza è che ogni autocosciente che si dà in un conclassario in quanto tale e quindi nella porzione che in esso è sostituibile si dia al tempo stesso nella porzione sostituibile in genere ossia in ciascuna delle porzioni sostituibili immanenti in ogni conclassario e che ogni autocosciente che si dà immediatamente nella porzione sostituibile in genere si dia in ciascuna delle porzioni sostituibili di ogni conclassario e quindi in ciascun conclassario stesso, e tale condizione si verifica automaticamente all'insorgere di una classe in genere e fa tutt'uno con alcuni dei modi della classe, perché sono di una classe la sostituibilità distributiva di ciascuno dei sensoriali dell'aggregato e di ciascuna delle dialettiche del gruppo ((e)), la sostituibilità complessiva dell'intero aggregato dei sensoriali e dell'intero gruppo delle dialettiche e, di qui, la necessaria immanenza nell'aggregato o nel gruppo rispettivamente del sensoriale e della dialettica che sia di un'unificazione e in essa si dia sostituibile con un corrispondente immanente in ciascuna delle altre unificazioni conclassarie, donde la necessaria immanenza nella porzione privilegiata e al tempo stesso in ciascuna unificazione conclassaria del sensoriale o della dialettica sostituibili; e la necessità di queste immanenze nulla ha che fare con la necessità dell'intelligibile, in forza della quale l'autocoscienza dell'immanenza di una denotante nell'ontico sussumente è condizione sufficiente alla trasposizione della stessa immanenza in tutti gli ontici sussunti e l'autocoscienza dell'immanenza di una denotante in uno o alcuno degli ontici sussunti, relativamente però a quanto di qualitativo si dà come principio della sussunzione,


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[pag 592 (331 F3 /4)]

è condizione sufficiente alla trasposizione della stessa immanenza all'ontico sussumente; quella necessità deduce se stessa dalla verificata ripetizione con sostituibilità in ciascun conclassario, che sia ontico autocosciente in questa sua funzione, della porzione privilegiata e dalla certa inferenza del sensoriale o della dialettica sostituibili da uno o alcuni dei restanti sostituibili dell'aggregato o del gruppo in forza dell'unità di entrambi, nel caso che si muova dalla porzione ai conclassari per trasporre l'immanenza del sostituibile dalla prima entro ciascuno dei secondi, mentre deduce se stessa dalla verificata sostituibilità del sensibile o della dialettica sostituibile entro ciascuno dei conclassari e quindi dalla ripetizione di tutte le dialettiche di sostituibilità che debbono esser compiute per ciascun sostituibile entro una classe, quando la trasposizione dell'immanenza del sostituibile sia da uno o più dei conclassari alla porzione privilegiata; in questo suo modo la necessità del dictum de omni fa tutt'uno con certune delle porzioni formali disarticolabili entro l'unità di una classe in genere in quanto autocosciente che s'è costruito anche con siffatte porzioni; che se per necessità s'intende l'illiceità ad essere in altro modo e l'immutabilità indipendentemente dalle situazioni di tempo di spazio di dialettiche in cui la porzione privilegiata e le unificazioni conclassarie si trovano e si troveranno, se per necessità s'intende la liceità della classe ad adunare un numero di conclassari all'infinito che sian tutti ontici autocoscienti e non problematici e per tutti i quali valgano i modi e le condizioni della conclassarietà, non ci si rende conto che questa denotazione della necessità del dictum de omni è l'inferenza dalla problematica predicazione alla porzione privilegiata degli attributi dell'intelligibilità formale, mentre la stessa necessità, in quanto denotante di diritto e di fatto del dictum de omni, modo della classe e delle sue dialettiche in quanto ontici autocoscienti in sé, fuori da ogni predicazione di intelligibilità formale la quale tutt'al più è lecito consegua alla predicazione di quella necessità di cui invece si pone di fatto a principio, è il diritto che si ha di trasporre ciò che è della porzione ai conclassari e viceversa purché però sian date certe condizioni subordinanti il diritto e quindi la legittimità della trasposizione, ed è limitata alle condizioni di tempo di spazio di dialettiche entro cui la classe è stata costruita; il che nulla toglie all'impossibilità di negare la trasposizione dalla porzione ai conclassari e dai conclassari alla porzione limitatamente ai conclassari di numero finito che sono entrati nella classe all'atto della sua costituzione, e neppure esclude come illecita l'inclusione di nuove unificazioni di sensoriali come conclassarie alle altre, anche in differenti condizioni di tempo spazio dialettica altre dalle prime, e quindi indipendentemente dalle condizioni temporali spaziali dialettiche in generale, purché vengano costantemente verificate per ciascun nuovo membro tutte le condizioni in forza delle quali ogni unificazione precedente è diventata conclassario di una classe, il che consente all'inclusione di proseguirsi almeno problematicamente all'infinito, perché se è vero che nessuna ragione è data del diritto di un'unificazione di sensoriali a farsi membro di una classe fuori da quelle che coincidono con le condizioni definite di quella particolare classe a costituirsi nei suoi modi,




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