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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[ pag 602 (334 F4 /335 F1)] che se si sostiene che la sostituzione di un autocosciente uno unico ed assoluto alle molte porzioni privilegiate reciprocamente sostituibili è illecita e impossibile per una dialettica di condizione umana perché è esclusa quella sua ragione che è l'identità dei sostituibili che qui sono solo dei simili, ci si vale della parola simiglianza, che è indice di una dialettica o di una serie di dialettiche di sostituibilità che utilizzano quanto di identico ossia di sostituibile per identità c'è nel preteso simile; che se si sostiene che la stessa sostituzione presuppone e richiede una disarticolazione e una separazione di un disarticolato o di un gruppo di disarticolati dall'unificazione individua cui appartengono e che l'astrazione, previa disarticolazione, è un ontico per il linguaggio quotidiano e pragmatico ma non per la sfera degli autocoscienti di condizione umana entro la quale l'unificazione individua originaria, per quanto analizzata, non patisce mai una disorganizzazione che sia discrezione assoluta dei disarticolati, e la disarticolazione è sempre autocoscienza dell'ontico disarticolato in quanto però connesso alla sua unificazione da nessi indissolubili, autocoscienti ontici o problematici che siano, e in quanto per conseguenza, escluso da un'autocoscienza hic et nunc che non faccia tutt'uno con l'autocoscienza hic et nunc denotante l'unificazione, sicché, in parole povere, la rappresentazione di un disarticolato è sempre rappresentazione della sua immanenza nel tutto cui appartiene, si deve metter d'accordo questo presupposto con la liceità non tanto della predicazione in generale, la quale continuerebbe lo stesso a vedersi consentita sia la separazione dell'autocosciente predicato dall'autocosciente soggetto cui nulla impedirebbe di essere il segno dell'autocosciente immanenza immediata del secondo nel primo e non dell'autocosciente assolutezza del secondo e dell'autocosciente immanenza di esso nel primo mediato però da una sostituibilità sua ad uno degli immanenti nell'autocosciente soggetto, sia l'utilizzazione ad autocosciente soggetto di un autocosciente predicato ad un altro soggetto, cui nulla impedirebbe di essere il segno dell'autocosciente immanenza immediata del suo predicato nel primo in quanto immediatamente immanente nel secondo e non dell'autocosciente assolutezza del primo rispetto al quale le immanenze sarebbero dei mediati dalla sostituibilità, quanto dei rapporti di sostituibilità senza i quali non si vede come si dia una classe con le sue dialettiche e che, proprio se quel che essi rendono autocosciente è la mera somiglianza dei sostituibili, esigono e quindi presuppongono la rottura dei nessi ontici o problematici che vincolano ciascuno dei due sostituibili o dei due gruppi di sostituibili rispettivamente alla propria unificazione individua, giacché, se non ho visto male, il rapporto di similarità è lo stato dialettico dell'identità per sostituibilità di due porzioni di due tutti le quali risultano connesse da vincoli indissolubili al resto della propria totalità senza che né i vincoli né le porzioni di questo resto consentano la stessa sostituibilità, e che, d'altro canto, mai sarebbero risultate identiche per sostituibilità se nel farsi biffe di questo spostamento d'attenzione l'attenzione stessa non avesse operato quasi quei vincoli non esistessero e fossero fuori dall'autocoscienza, se cioè in tale loro funzione non fossero state disarticolate e assolutizzate nei confronti delle loro rispettive totalità;
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