Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 350 F4 - 375
    • 352
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 658 -


[pag 658 (352 F1 /2)]

col conseguente circolo vizioso che la materialità problematica dell'intelligibile fonda l'ontità apodittica dell'ontico immediato problematico e l'ontità in sé apodittica di questi spoglia di problematicità la materialità degli intelligibili, o con la mera predicazione agli stessi intelligibili degli attributi formali di intelligibilità, qualsivogliano essi siano, predicazione la quale, se non è in grado di inferire la legittimità dell'ontità degli attributi formali e della loro funzione in quanto predicati se non o dalla problematicità stessa degli intelligibili materiali o dalla ontità in sé dei loro soggetti che è altrettanto problematica, è altrettanto incapace di convalidare la legittimità della materialità degli intelligibili soggetti a meno che non ricorra come a principio alla relazione di predicazione tra questi e il loro soggetto la quale o è premessa a principio, con tutte le aporie del primo corno, o è inferita dal rapporto di predicazione dell'intelligibile al fenomenico, e allora convalida contraddittoriamente quel che per presupposto è un falso e un meramente preteso; la questione s'impernia tutta su tre punti, se la predicazione degli intelligibili puramente formali è sufficiente a fondare la legittimità dell'intelligibile soggetto nella sua forma e anche nella sua materia, se la legittimità di un intelligibile, nella sua connotazione materiale, si riduca alla legittimità delle dialettiche che lo assumono a biffa in quanto meri ontici autocoscienti, se la relazione di predicazione tra l'intelligibile materiale e formale ed un ontico autocosciente che sia assunto come indice di un ontico in sé ed assoluto, mediata o immediata che sia, ha il suo principio logico ed ontico in quegli ontici autocoscienti di fatto e di diritto che sono le dialettiche di sussunzione del fenomenico sotto il preteso intelligibile che pel medio della sussunzione arricchisce una porzione del fenomenico della modalità formale dell'intelligibilità, oppure se ha il suo principio in un'altra dialettica di sussunzione che è insieme ragion sufficiente di quella per la quale il fenomenico è sussunto sotto il suo preteso intelligibile; ci sono alcuni ontici autocoscienti che ci consentono di prendere posizione nei confronti della riduzione della legittimità di un qualsivoglia intelligibile alla mera sua intelligibilità formale: questo che è l'assioma dell'atteggiamento teoretico puro del pensiero di condizione umana non è assioma dello stesso pensiero quando si porta al piano biologico o comportamentale, perché è ontico autocosciente immediato che la valutazione che facciamo di un qualsivoglia concetto è differente secondo che esso sia legittimo per l'identità fra tutte le sue connotanti formali e gli intelligbili che vengono assunti a denotanti di quell'ontico autocosciente che chiamiamo intelligibilità pura, e che lo stesso, conservando inalterata questa identità, si faccia predicato di un ontico autocosciente che di diritto sia assunto come il segno immediato o indiretto di un ontico in sé o, se si vuol esser più esatti, di un ontico autocosciente che nella sfera delle dialettiche è assunto direttamente o indirettamente come un ontico in sé; se per questa valutazione intendiamo la predicazione a tale concetto di un'ontità autocosciente che è in funzione solo del pensiero di condizione umana che lo alberga nelle sue dialettiche o di un'ontità autocosciente che è in funzione anche di un ontico che non è quel che è per le condizioni umane del pensiero che lo pensa,


- 659 -


[pag 659 (352 F3 /4)]

cioè se intendiamo la predicazione ad esso di una legittimità che è dipendente funzionale di modalità che sono le condizioni del pensare umano che si fanno indipendenti funzionali solo grazie al circolo vizioso di farle dipendenti funzionali delle condizioni in cui il concetto si trova, in quanto denotato da certe modalità che il pensiero ha trascelte tra quelle che sono le sue condizioni umane, o di una legittimità che è dipendente funzionale sia delle condizioni del pensare umano sia delle modalità che albergano sì in ontici autocoscienti che sono in un pensiero che è di condizione umana ma che in parte almeno non è lecito identificare con le modalità di siffatta condizione, sembra lecito inficiare di illegittimità l'intera differenza di valutazione, in quanto essa si conclude sempre nell'assenza iniziale di una sussunzione del fenomenico sotto l'intelligibile, assenza che lascia l'intelligibile esclusivamente nello stato di condizione di una predicazione di intelligibili formali, e nell'autocoscienza subentrante di siffatta sussunzione, la quale però perde quel valore che pretende di avanzare grazie alla semplice osservazione che quel fenomenico che si pretende essere almeno in parte eterogeneo dalle condizioni umane del pensare, si rivela poi quanto di più dipendente da siffatte condizioni si dia entro l'autocosciente in genere; la differente valutazione, quindi, con il suo differente atteggiamento per cui il concetto è prima assunto come un mero pensato e poi come un pensato che anche segno di qualcosa che è in sé, sarebbe il portato del senso comune ossia di una delle modalità dell'esistere contingente o biologico; ora, a parte il fatto che sarebbe il caso di vedere che cosa si debba intendere per questa ontità biologica contingente e per le sue modalità, non risulta che la differenza di valutazione si limiti al piano del vivere entro il fenomenico, come fenomeno che è tra fenomeni e che pretende di estendere quel che ha in sé di fenomenico, in quanto fenomeno tra fenomeni, a quel che lo distingue dal fenomenico in generale, e infatti la stessa differenza penetra massiccia entro il piano teoretico puro; mi riferisco ad alcuni dati di fatto che sono ontici autocoscienti al pari di quella differenza di atteggiamento e di valutazione che si è voluto infirmare: se ci sono intelligibili i quali, allorchè vengono inseriti in dialettiche, traggono in un primo momento legittimità dalla predicazione ad essi fatta di intelligibili formali puri, sono i concetti delle teorie la cui successione chiamiamo storia della filosofia; c'è da chiedersi perché mai una di queste teorie abbia voluto predicare ad essi, oltre all'intelligibilità formale, anche la natura di determinazioni che il pensiero in genere assume allo scopo di realizzare sempre più perfettamente se stesso in quanto ontico pensante e che insieme deve realizzare nel modo in cui ciascuno è qualificato e nell'ordine cronologico in cui ciascuno si è qualificato in quel modo al fine di far coincidere l'intelligibile che è termine estremo dell'ordine di successione con il pensiero pensante stesso e insieme tutto l'ordine di successione con le determinazioni che necessariamente dovevano farsi intelligibile onde il divenire autocosciente coincidesse con il pensiero stesso in quanto orientato a farsi ontico autocosciente la cui autocoscienza fa tutt'uno con l'ontità, ossia autocosciente di sé; evidentemente, la teoria ha a presupposto che totalmente invalida sia la distinzione che vien fatta




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License