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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 350 F4 - 375
    • 356
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[pag 670 (356 F1 /2)]

e quest'accordo dalla tolleranza che la materia degli autocoscienti originari rivela ad entrare in dialettiche con i sovraggiunti, con la conseguenza che questa materia è principio e fondamento della verità e validità materiale e formale del tutto nei confronti della quale la dialettica di sostituibilità dell'organismo strutturale del tutto con una delle strutture razionali pure ha il compito non di generarla ma di confermarla, ossia di denotarla con l'autocoscienza; sicché anche in questo caso la predicazione dell'intelligibilità formale alla serie dialettica e quindi al suo principio non sembra porre l'ontità dell'intelligibilità materiale dei due, ma sembra invece trovare in questa il proprio principio o almeno uno dei propri principi, senza tener conto poi del fatto che a conservare con ontità autocosciente in generale il principio con l'intera sua connotazione interviene costantemente la legittimità dell'inferenza da esso di quelle dialettiche originarie la cui ontità autocosciente è dalla materia delle biffe-medi che sono autocoscienti originari anteriori all'autocoscienza del principio, con le conseguenze che la verità e validità del principio come autocosciente uno ed unitario non è né da sé né dalla sua intelligibilità formale, ma dalla dialettica di sostituibilità fra certe dialettiche che sono autocoscienti in sé e certe dialettiche che sono autocoscienti per inferenza dal principio, e che, se questa dialettica non s'instaura o viene annullata per una qualsivoglia ragione d'invalidità, nessuna predicazione di intelligibilità formale varrà a sorreggere la disgregazione del principio stesso e quindi dell'intera serie dialettica; c) qualora l'ontico autocosciente, la cui funzione nella serie dialettica è di biffa-medio di una dialettica inferita dal principio e l'intelligibilità della cui comprensione materiale e formale ha a sua ragione l'intelligibilità che alla serie proviene dalla dialettica di sostituibilità fra la sua struttura e una delle strutture razionali pure, sia in dipendenza funzionale assoluta dal principio, l'ontità autocosciente delle sue note materiali e formali è stata puntualmente posta da quella della comprensione del principio; e questo avviene quando la biffa- medio è una denotante del principio stesso oppure è un ontico, che o già datosi con autocoscienza indipendentemente dalla serie e da qualsiasi inferenza dal principio o costruito nella sua comprensione almeno con alcune delle sue note composte sotto la suggestione del principio e delle sue esigenze ma altre da quelle del principio, viene immesso nelle dialettiche della serie come elemento necessario alla loro completezza; se la biffa-medio in parola è una denotante del principio ed è connessa a medi che hanno tutte lo stesso rapporto col principio, si ricade nella questione dell'intelligibilità di questo in quanto ontico autocosciente in sé di cui la serie dialettica non è che il darsi con autocoscienza degli spostamenti d'attenzione che le sue note impongono; ma quando la stessa biffa-medio, pur essendo nota del principio, entra in connessione con medi che non sono nella comprensione del principio, la serie ripete per questi la situazione in cui la biffa-medio non è nota del principio; ed è questa situazione in generale che deve essere considerata; chiamando per comodità"nuovo" l'ontico autocosciente la cui comprensione non coincida con quella di altri ontici già utilizzati in altre dialettiche ma sia costruita sotto le richieste che sgorgano dal principio,


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[pag 671 (356 F3 /4)]

in una serie dialettica alcune delle cui biffe-medi, che sono ontici autocoscienti o nuovi o già utilizzati in altre serie, vengono introdotte in alcune delle dialettiche sotto l'esclusiva influenza del principio, nel senso che esse accettano la loro funzione indipendentemente da qualsivoglia concentrazione d'attenzione sulla loro comprensione, in quanto ontico autocosciente che è in sé e che di per sé pone la sua funzione di biffa di questo o quello spostamento d'attenzione, e soltanto sotto l'istanza del bisogno di sostituire un autocosciente a quella invariabile incognita la cui ontità funzionale è posta dalla dialettica che promana direttamente o indirettamente dal principio e la cui qualificazione si pone in funzione dell'intera materialità che il complesso delle dialettiche della serie ha già utilizzato nelle sue biffe, è lecito che  tali biffe o entrino in una dialettica di sostituibilità con se stesse in quanto biffe di altre dialettiche o non verifichino questa dialettica di sostituibilità che pure viene avanzata come pretesa o non verifichino nessuna dialettica di sostituibilità perché non si pretende che esse siano sostituibili a nulla d'altro all'infuori di se stesse nella loro funzione però di biffe della serie dialettica considerata; in quest'ultimo caso, la serie dialettica deve le sue modalità e l'intelligibilità che le deriva dalla sostituibilità reciproca della sua struttura con una delle strutture razionali pure dall'intelligibilità e quindi validità e verità materiali e formali del principio, il che rimanda alla questione della legittimità dell'intelligibilità di un autocosciente in genere e del suo fondamento; se è verificata una dialettica di sostituibilità di una biffa-medio della serie con se stessa in quanto membro di un'altra serie, qualora questa fondi la propria intelligibilità sulle condizioni le cui modalità valide sono state descritte in b), l'estensione dell'intelligibilità di questa serie alla serie considerata pel medio dell'identità o sostituibilità di due rispettive componenti, la quale rimanda da un lato alla denotazione reciproca che con le due differenti funzioni esplicate nelle due differenti serie ciascuna componente esercita sull'altra, dall'altro alla validità dell'estensione in forza dell'unità individua formale di una struttura relazionale, o viene assunta come un autocosciente irrilevante agli effetti del fondamento dell'intelligibilità della serie considerata, e allora si ricade nell'inferenza di essa da quella del principio, o diventa una delle ragioni dell'attribuzione di intelligibilità alla serie e quindi al suo principio e a ciascuno dei suoi membri, fra cui è la biffa considerata, nuova o già utilizzata che sia, e insieme sono tutte le altre fra cui anche quelle che sono note della comprensione del principio, nel qual caso dinanzi alla illiceità di dedurre l'intelligibilità della serie da fondamenti meramente formali, la sua diviene l'unica ragione effettivamente valida di siffatta attribuzione; infine, se, una volta avanzata la pretesa di una sostituibilità di una biffa della serie considerata a se stessa in quanto biffa di un'altra serie, nessuna dialettica di sostituibilità la verifica, qualora della postazione di siffatta pretesa si sia fatta ragione o una delle ragioni dell'attribuzione di intelligibilità alla serie e ai suoi membri, non solo si tiene in piedi questo fondamento a costo di un paralogismo, ma si denuncia il vizio di surrezione con cui dopo aver preteso di montare la serie sulle sole inferenze dal principio




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