Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
[pag 673 (357 F1 /2)] infatti, nel caso del paralogismo, l'aggiunta delle nuove denotanti da condizionata s'è fatta condizionante ed ha alterato in tutto o in parte la comprensione originaria al fine di costituire con essa un tutto unitario, ma con ciò ha eterogeneizzato totalmente le due comprensioni, nel caso dell'inintelligibilità l'aggiunta delle note dal principio s'è semplicemente giustapposta alla comprensione precedente e la dialettica di sostituibilità si conserva per questa ma non per l'intero tutto delle due biffe, mentre d'altra parte in entrambi i casi è stata elisa la funzione di principio assoluto spettante alla materia già convalidata nella sua intelligibilità, e le si è sostituito in tale funzione la comprensione del principio assoluto che s'è fatto indipendente funzionale assoluta; donde risulta confermato che anche in questo caso la predicazione di intelligibilità ritrova la sua ragione prima in una connotazione materiale; // se nella sfera delle dialettiche una predicazione di attributi di intelligibilità formale pura a un autocosciente è pervasa di sofismi e di aporie quando pretende di esser ragione sufficiente dell'intelligibilità della materia dell'autocosciente soggetto, se cioè, qualora si voglia che la dialettica di sostituibilità tra gli intelligibili formali puri e i rapporti formali che si danno con autocoscienza in forza degli spostamenti d'attenzione tra le materie di ontici autocoscienti non sia spostamento d'attenzione da denotanti formali, immanenti in quei rapporti formali insorgenti dal materiale degli autocoscienti, agli attributi formali ma sia lecito soltanto che sia spostamento dagli attributi ai rapporti in forza del quale nella comprensione di questi insorgono come denotanti gli attributi formali che in seguito a questa insorgenza entrano come note nella comprensione delle materie relate come nel principio di cui i rapporti formali son conseguenza, siffatta pretesa rivela l'infondatezza attraverso i circoli viziosi e gli altri errori cui s'accompagna necessariamente, se quindi non resta altro che rifarsi alla materia stessa degli autocoscienti dialettizzati per farne la sorgente legittima delle forme relazionali che gli spostamenti d'attenzione provocati dalla materia pongono con autocoscienza e muovere dalle forme relazionali per rinvenirvi se non gli stessi attributi formali da predicar loro e mediatamente da predicare alle materie, almeno modalità tali che non sia lecito abbiano altra ragione di ontità autocoscienza se non l'immanenza di tali attributi nella comprensione dei rapporti formali, con la conseguenza che il movimento dialettico che ha a suo termine la predicazione dell'intelligibilità formale pura a un ontico autocosciente muove almeno in parte dalle denotanti materiali della comprensione del soggetto, e se l'immanenza dell'ontico autocosciente in una serie di dialettiche alla quale spetti legittimamente la predicazione degli attributi di intelligibilità formale è ragione legittima della stessa predicazione all'autocosciente alla condizione che questo movimento dialettico che ha a suo principio l'intelligibilità formale della serie, non appena è richiesto di legittimare il suo principio, rimandi a un ulteriore movimento il cui termine è il principio ma una almeno delle cui linee di partenza è qualcosa che è elemento materiale della serie stessa, pena, nel caso che il principio della predicazione dell'intelligibilità formale pura alla serie pretenda di avere a proprio principio o se stessa o qualcosa d'altro di puramente formale, [pag 674 (357 F3 /4)] l'incappare in errori logici dello stesso tipo dei precedenti, con la conseguenza che la materia denotante una serie dialettica necessariamente si pone come una delle sorgenti dell'intelligibilità del tutto della serie e quindi di ciascun suo momento, se tutto ciò si dà, le stesse modalità che il rapporto di predicazione in un giudizio categorico affermativo pone sia a proprie denotanti sia a denotanti degli autocoscienti relazionati nel giudizio confermano le conclusioni cui i due discorsi han condotto: infatti in questo giudizio l'autocosciente con funzioni di soggetto è il tutto di cui l'autocosciente con funzioni di predicato è la parte e, nel caso in cui la predicazione faccia di questa relazione di parte a tutto un ontico universale e((??o??)) necessario, nel caso cioè in cui il giudizio sia anche universale, l'autocosciente-soggetto deve porsi come il tutto rispetto a cui il predicato è la parte indipendentemente dall'autocoscienza della predicazione del giudizio, nel senso che l'autocoscienza della predicazione, che si è data a un certo momento della successione degli stati, con le loro modalità e componenti, della sfera delle dialettiche, non è da porsi come ragione dell'ontità del rapporto perché si pone come sua conseguenza, sicché l'attenzione tratta il tutto dell'autocosciente-soggetto come un ontico certi modi del quale, tra cui è quello del predicato, non sono in funzione dell'autocoscienza che li denota; tale è il rapporto di predicazione che intercorre fra gli attributi di intelligibilità formale pura e l'autocosciente che li accoglie; per esso la relazione di parte a tutto degli uni e dell'altro è un ontico la cui ontità pone l'autocoscienza, sicché, essendo questa modalità di parte che è degli attributi un modo ontico della totalità del soggetto, ponendosi essa come una denotante che non è della comprensione di questa o quella denotante della connotazione del soggetto, ma è di tutte le denotanti di questa, dovendosi tra queste ultime stabilire un rapporto di inferenza di alcune dalle altre e precisamente di quelle formali dalle materiali e quindi dovendo lo stesso rapporto di inferenza ritrovare per tutte le denotanti che sono nella comprensione di ciascuna denotante materiale e formale con la conseguenza che la comprensione di ciascuna denotante formale deve avere a ragione della propria totalità, fra cui si danno anche quegli attributi di intelligibilità formale pura, la totalità di questa o quella fra le denotanti materiali della quale debbon esser note gli stessi attributi, anche ammesso che alla predicazione di intelligibilità formale che è la forma del nostro giudizio universale categorico affermativo si giunga da dialettiche tra cui non sono quelle tra la materia e le strutture formali della connotazione del soggetto, questa indipendenza dall'attribuzione di intelligibilità formale all'autocoscienza -soggetto da ragioni materiali ha valore esclusivamente in ordine al dato di fatto dell'autocoscienza che d'ora in poi accompagna l'intelligibilità del soggetto, ma per quel che riguarda la legittimità di questa attribuzione è necessario includere tra le ragioni l'intelligibilità del soggetto come ontico e quindi la dialettica per la quale dalla materia della sua connotazione, materia tra le cui denotanti devono essere dati quegli attributi, si inferisce la necessità della forma della sua connotazione e la necessità dell'immanenza degli stessi attributi in questa forma; che se le cose stan così, nel caso che il canone formale
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |