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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 350 F4 - 375
    • 363-64
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- 692 -


[pag 692 (363 F4 / 364 F1)]

essendo la biffa di partenza dei medesimi un necessariamente univoco ed unico nella funzione formale, ed essendo siffatta funzione operata da un unico ed univoco formale, e infine essendo la forma di ciascuno dei due spostamenti denotata da qualcosa d'identico, cioè dall'identica capacità che la condizione e la ragione posseggono di esser degli unici ed univoci la cui autocoscienza dev'essere data onde sia data l'autocoscienza del condizionato e della conseguenza; non mi sfugge che la funzione di condizione necessaria e sufficiente non avrebbe il diritto di farsi sostituibile di quella di ragion sufficiente, come quella che si costituisce con una certa modalità ontica in dipendenza funzionale della quale si dà quell'altra modalità ontica che nel nostro caso è la nota dell'autocoscienza, mentre la seconda deve costituirsi con un ontico in dipendenza funzionale dall'ontità e dalle modalità ontiche del quale si danno l’ontità e modalità ontiche di un intero ontico autocosciente, sicché il rapporto da condizione necessaria e sufficiente a condizionato si costituisce sempre secondo dialettiche convertibili simpliciter, mentre l'altro rapporto da ragion sufficiente a conseguenza è la forma di una dialettica che non è mai sostituibile con un'altra che di essa è conversione simpliciter; e quindi non mi sfugge che l'identificazione della modalità ontica dell'autocosciente che è condizione necessaria e sufficiente della sua autocoscienza, con la ragione di questa è illegittima in sé, ed è lecita e legittima solo relativamente a certe istanze di validità e verità materiale e formale delle dialettiche che si pongono date le modalità ontiche delle dialettiche di un pensiero di condizione umana, e che coincidono con quei due principi, di cui poco sopra; ma forse sarà dato elidere anche questa illegittimità se per caso si rivelerà che entrambe le modalità che son mere condizioni necessarie e sufficienti e quindi meri convertibili simpliciter con la nota dell'autocoscienza, godono della liceità di esser trattate come il segno di una ragion sufficiente in sé o inautocosciente o equivoca per l'equivocità delle dialettiche che l'hanno a loro biffa termine, e quindi come l'unico ontico autocosciente che si faccia biffa termine di una




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