Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
[pag 696 (365 F1 /2)] il che non autorizza affatto né le dialettiche del mio pensiero né quello di un pensiero di condizione umana in generale a fare di siffatto ontico autocosciente con a ragione l'immaginatività un invalido e un illegittimo per la mera definizione della sua genesi, in quanto il fatto che quelle denotanti dell'autocosciente, che son le funzioni di certe sue modalità aventi a ragione della loro ontità e della loro autocoscienza lo spostamento d'attenzione, costantemente e necessariamente sono, per mera forza di siffatto rapporto in cui son conseguenti, per altro da ciò che è per l'ontico in sé, non comporta affatto la costante e necessaria impossibilità di escluderle da un rapporto di sostituibilità perfetta e quindi di identità con altrettante denotanti, che sono delle corrispondenti note di ciò che è per l'ontico in sé, le quali abbiano a loro ragione note di ciò che è per l’ontico in sé e con ciò si pongano a indipendenti funzionali rispetto a ciò che è per il pensiero di condizione umana, o, in termini più semplici, non impone affatto l'illiceità di ritrovare nelle denotanti alla cui connotazione gli spostamenti d'attenzione hanno aggiunto le funzioni come ulteriori note, le stesse funzioni come note possedute come altrettante indipendenti funzionali e quindi come denotanti di denotanti della connotazione di un ontico autocosciente caratterizzato dalla datità; e quindi l'immaginatività di un ontico autocosciente non è mai principio di una invalidità e illegittimità dell'autocoscienza; si limita ad essere soltanto il segno di distinzione o di contraddizione dall'ontico autocosciente caratterizzato dalla datità e a godere del diritto di cancellare da sé siffatto segno alla sola condizione che quelle denotanti che nell'autocosciente da essa caratterizzato dovrebbero essere in indipendenza funzionale e sono in dipendenza funzionale dal pensiero di condizione umana vengano ad identificarsi, con tutto ciò che questa identificazione significa ed esige, con altrettante denotanti ricche di quell'indipendenza funzionale, verificandosi ciò in determinate condizioni del complesso degli autocoscienti e in determinate situazioni della sfera delle dialettiche che qui non intendo determinare; resta, dunque, che due sono le ragioni della denotazione di autocoscienza, la datità o autocrazia cognitiva e l'immaginatività; poste le due classi, evidentemente solo gli autocoscienti di autocrazia cognitiva son destinati, ammesso che al pensiero di condizione umana sia lecita una dialettica di questo tipo e legittima e valida, a farsi conseguenza di una ragion sufficiente che sia un ontico autocosciente legittimamente sostituibile, in ciò che esso è per sé a un ontico in sé o auto-o inautocosciente; ora, in attesa di questa dialettica la cui conclusione sarebbe la legittima sostituibilità di un ontico in sé a ciò che per sé è l'ontico autocosciente dotato di datità, non solo per i motivi su dati questo modo della datità è lecito sostituirlo alla corrispondenza di ciò che l'autocosciente è per sé ma anche perché nell'assenza od esclusione di un'autocoscienza della dipendenza funzionale delle denotanti materiali e formali che sono per l'autocosciente per sé da quanto denota il pensiero di condizione umana in sé, tali denotanti le dialettiche son tenute a trattarle nello stesso modo con cui dovrebbero trattare le stesse denotanti che fossero dimostrate perfettamente sostituibili a quelle di un ontico in sé, ossia come riproduttive di qualcosa che è altro dal pensiero di condizione umana in quanto autocoscienza, attenzione, spostamenti d'attenzione [pag 697 (365 F3 /4)] e quindi come tali che la materia e la forma che le costituisce e su cui tale pensiero opera si pongono come delle indipendenti funzionali dal pensiero in quanto tale ed estendono l'indipendenza funzionale a tutti gli autocoscienti che da un'elaborazione che il pensiero di condizione umana su di esse opera in modo che nulla delle dialettiche elaboratrici sia dipendente funzionale del pensiero tranne che la mera elaborazione derivano; e perciò è perfettamente indifferente che il pensiero di condizione umana sia in possesso di una dialettica che sia argomento da un lato della conseguenza dell'ontico autocoscienza con datità da una ragione che è un ontico in sé (,) dall'altro dell'identità o sostituibilità perfetta alle modalità ontiche di questo delle modalità materiali e formali di ciò che l'ontico autocosciente è per sé o che temporaneamente o costantemente rinunci, per questo o quest'altro motivo, a darsi una siffatta dialettica, agli effetti di quel che chiamiamo conoscenza vera e valida materialmente e formalmente e quindi legittima; perché, se è vero che le dialettiche di condizione umana han voluto rendere ambigua la parola conoscenza facendola da un lato segno della classe degli ontici in quanto denotati in generale dall'autocoscienza ((dell'autocoscienza??)) dall'altro segno della classe degli ontici che non solo sono in tal modo denotati ma sono anche riproduttivi di un ontico che è in sé e che, se è con autocoscienza, questa non è della condizione umana, è altrettanto vero che questa distinzione offende le leggi di ragione perché è una petizione di principio come quella che pone a suo presupposto che per un pensiero di condizione umana è sufficiente l'ontità di un ontico con autocoscienza perché gli sia dato il diritto di utilizzare quest'ontico come una conoscenza, il che invece è quanto la dialettica dovrebbe dimostrare e inoltre almeno all'autocoscienza denotante in me l'ontico che io chiamo mio pensiero di condizione umana non è dato, perché son note di questo mio pensiero il costante ripudio dalla classe di quelle che chiamo il mio conoscere di tutti quegli ontici autocoscienti che avanzano a loro diritto per questa loro conclassarietà la mera denotazione dell'autocoscienza; ed è quindi altrettanto vero che una conoscenza è il simmetrico sostituibile di un ontico che, se è con autocoscienza, è anche assunto come riproduttivo di un ontico che non [è??] in dipendenza funzionale dai modi del pensiero di condizione umana;ora questa connotazione del concetto di conoscenza non mi pare che sia solo in funzione delle modalità di quel pensiero di condizione umana che chiamo mio, e neppure che sia solo delle modalità di quei pensieri di condizione umana che con una o altra serie di dialettiche pretendono garantire la sostituibilità di quell'ontico autocosciente che è una conoscenza con un ontico che è in sé come quello che è in totale e in assoluta indipendenza da ogni modalità di un certo pensiero di condizione umana, ma mi pare che lo si ritrovi anche in quei pensieri che ripudiano tale sostituibilità:infatti è di coloro [[nota a matita dell’autore:”empiristi”]]che negano a tutti gli ontici autocoscienti una sostituibilità perfetta in quel che sono per sé a un siffatto ontico in sé, giacché costoro, se vogliono dimostrare che tutte le denotanti di un autocosciente in generale sono in dipendenza funzionale dalle modalità del pensiero di condizione umana, da un lato debbono ampliare il concetto di questo pensiero fino a comprendervi certe note come quella della creatività
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |