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[1]Le Vittime del divino Amore1, nate e cresciute sotto gli auspici del divin Cuore, si propongono l'adorazione perpetua congiunta con l'esercizio delle opere di carità in genere.
L'adorazione perpetua è diurna e notturna.
Le opere di carità in uso nella Piccola Casa sono le seguenti:
1) l'Opera del Bambino Gesù è per il ricovero delle orfanine dai due ai sette anni;
2) l'Opera dell'Angelo custode raccoglie le orfanelle da sette a quindici anni;
3) l'Opera di S. Catterina2, vergine e martire, è per le studenti3 che aspirano all'acquisto delle patenti elementari ed alla perfetta conoscenza delle arti donnesche;
4) [2]l'Opera del venerabile Cottolengo aduna le figlie sceme e sordomute abbandonate;
5) l'Opera di S. Vincenzo de' Paoli è per le pensionanti nubili ovvero vedove, le quali vogliono vivere more religiosarum e farsi protettrici ed aiutanti nelle opere della stessa Piccola Casa;
6) l'Opera di S. Giovanni di Dio4 cura gli infermi della Piccola Casa e gli ammalati, specialmente poveri, al loro domicilio;
7) l'Opera di S. Camillo de' Lellis5 abbraccia la cura degli infermi e dei cronici, che vengono di fuori;- 60 -
8) l'Opera di S. Zita6 è per l'educazione ed il collocamento delle figlie al servizio domestico[3] nelle famiglie della città e contorni;
9) l'Opera di S. Abondio7 è dei cooperatori e delle cooperatrici esterne che, porgendo il loro aiuto morale ed economico, partecipano dei vantaggi morali della stessa Piccola Casa.
Questa inoltre ha iniziato in favore del sesso maschile le seguenti istituzioni:
1) l'Opera di papa Leone XIII è destinata a raccogliere i sacerdoti vecchi;
2) l'Opera di S. Tommaso d'Aquino alleva studenti e chierici pel sacerdozio in aiuto alla Piccola Casa e per la cura delle anime fuor della stessa;
3) l'Opera di S. Luigi s'adopera negli oratori festivi e nelle scuole diurne e serali in pro dei figli poveri del popolo;
4) [4]l'Opera di S. Girolamo Emiliani8 è per gli orfanelli che si educano alle arti più comuni;
5) l'Opera dei santi Innocenti ricovera i figli abbandonati dagli anni due ai nove;
6) l'Opera di S. Giuseppe è per i vecchioni cronici derelitti.
Le Vittime del divino Amore si adoperano pure nella direzione di oratori festivi e di catechismi ai piccoli in parrocchie varie.
Le figlie Vittime si dividono nella famiglia del sacro Cuore, che abbraccia quelle tra gli anni quindici e venticinque, le quali offrono migliori speranze di riuscita. Queste vestono in lana nera, con pellegrina e breve cuffia parimente nera, pendente un crocefisso dal petto.
La seconda famiglia comprende le figlie da venticinque a trentacinque anni, che[5] mostrano più particolare attitudine agli uffici di Marta. Queste vestono come le prime, meno la cuffia in capo, e si chiamano della Immacolata.- 61 -
La terza famiglia si denomina della Sacra Famiglia, veste semplicemente in abito di lana nera e comprende le figlie nubili ed anche vedove dai trentacinque ai quarantacinque anni, che mostrano attitudine per uffici vari e sono di carattere buono.
Ogni famiglia delle Vittime del divino Amore è famiglia della Piccola Casa e le figlie che vi appartengono sono religiose, congiunte dal vincolo di carità e da quello dei voti annuali di povertà, di castità e di obbedienza.
Si obbligano altresì alla cura di infermi contagiosi con il consenso[6] dei superiori, subordinato al consiglio del vescovo.
Possono possedere ed ereditare, ma non disporre di loro sostanze senza il consiglio dei superiori. Sono comuni fra le sorelle gli abiti e le lingerie.
Premettono alla professione religiosa un anno di noviziato, durante il quale corrisponde la diaria di lira una chi può recare per dote oltre lire mille, e centesimi cinquanta chi può disporre sol di dote minore.
Al termine del noviziato vengono assegnate ad una delle tre famiglie, nella quale dimorano semplicemente senza ulteriori aspirazioni, ricevendo con spirito di fede gli uffici ciascuna dai propri superiori.
I superiori sono una assistente generale nella persona in vita della confondatrice, col parroco Coppini[7], suor Marcellina Bosatta e di poi nella elezione di altra fra le Vittime del divino Amore, scelta a maggioranza di voti dalle religiose, con la direzione del sacerdote superiore e l'approvazione del vescovo diocesano.
Altro superiore è un sacerdote allevato, per quanto è possibile, dalla Piccola Casa, dalle religiose suddette preferito a maggioranza di voti, dal vescovo diocesano proposto ed approvato, che prende il titolo di assistente generale e dura - 62 -in carica per anni tre e può essere rieletto per altri anni tre sino ad anni nove.
Il sacerdote Luigi Guanella, fondatore con suor Marcellina Bosatta9 della Piccola Casa in Como, è pure confermato assistente generale in vita.
Le Vittime del divino Amore di fianco all'assistente generale e con la proposta della stessa, a maggioranza di voti, eleggono in numero di sei religiose anziane che[8] costituiscono il Capitolo maggiore.
Ogni singola casa poi ha un'assistente parziale e almeno due sorelle che la coadiuvano e conferisce con gli assistenti generali per ogni cosa di importanza.
La casa madre di Como e le dipendenti non possiedono fondi di capitali o di immobili, ma ne convertono il valore in opere varie di carità.
Le consorelle Vittime del divino Amore si confortano in vita con l'aiuto della cristiana carità e a volta a volta che una precede nel cammino alla eternità viene suffragata con speciali pratiche di cristiana pietà.