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NORME PRINCIPALI PER UN REGOLAMENTO INTERNO NELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA IN COMO (1894) Parte seconda DEL COMPARTIMENTO FEMMINILE DELLA PICCOLA CASA <Capitolo primo> DELLE RELIGIOSE NELLA PICCOLA CASA |
<Capitolo primo> DELLE RELIGIOSE NELLA PICCOLA CASA
Si accettano nella Piccola Casa[11] quelle figlie delle quali si abbiano sicure le seguenti attestazioni:
1) che siano certamente chiamate a vita religiosa;- 115 -
2) che abbiano buona salute fisica;
3) che abbiano attitudini morali almeno sufficienti;
4) che non siano incompatibili nel carattere;
5) che rechino ciascuna una dote ed un corredo. Per l'ingresso nella Piccola Casa si chiedono almeno cinquanta lire.
6) Non si ricevono figlie uscite da monasteri o da sacri ritiri.
7) Le informazioni di una figlia si assumono da certe fonti, i reverendi parroci ed i sacerdoti più specchiati.
DEL NOVIZIATO
[12]Le figlie si sottopongono a due anni di noviziato divisi così: nel primo anno si attengono in modo speciale allo studio ed al perfezionamento della propria vocazione; nel secondo anno vestono abito religioso e incominciano praticamente ad assumere particolari uffici.
Sia nel primo che nel secondo anno del noviziato si sommettono all'obbedienza di una maestra e di una vicemaestra.
La maestra delle novizie è specialmente delegata dai superiori immediati della Piccola Casa. [13]Spesso conferisce con i medesimi sul progresso e sui bisogni delle novizie. La maestra o per essa la vicemaestra, in ogni giorno una volta almeno, conferisce intorno allo spirito della Regola. In ogni giorno accompagna le novizie ad un orario di pratiche pie e ad occupazioni utili nella Piccola Casa. Studia industriosamente delle figlie le attitudini, il carattere, il merito di virtù; ne esplora con carità i difetti e ne riferisce.
La vicemaestra è diretta ed ispirata dalla maestra e ne fa le veci in assenza della stessa. Deve come la maestra sapersi guadagnare intimamente il cuore[14] delle proprie dipendenti e saperle con saviezza governare. Colle novizie mostra affetto, - 116 -ma non sensibilità, parla spesso ma con brevi parole, è dolce ma non affettata, autorevole ma non sostenuta, è divota ma prudente, zelante e discreta nel medesimo tempo.
Cerchi di camminare nel mezzo della virtù, schivandone al possibile gli eccessi ed i difetti.
Le novizie assistono in ogni giorno alla meditazione per circa tre quarti d'ora, che viene secondo lo spirito della casa per lo più diretta dai superiori immediati della stessa.
Assistono almeno ad una santa[15] Messa e si accostano quotidianamente alla santa Comunione, se il confessore loro permetta.
Compiono in ogni giorno la visita al Santissimo Sacramento ed a Maria e praticano il divoto esercizio della Via crucis. Per due ore al mattino dalle dieci alle dodici e per due ore dopo mezzodì dalle due alle quattro, ovvero dalle tre alle cinque nelle stagioni estive, osservano un silenzio proprio della Regola. Si danno il turno con le religiose e con le orfanelle della casa per le ore di adorazione al Santissimo Sacramento. Le più fervorose e più robuste almeno qualche volta nella settimana si applicano pure all'adorazione notturna per un'ora.
[16]Le novizie in ogni giorno si applicano in esercizi scolastici, in arti professionali e nel disbrigo vario di mansioni loro compatibili.
Soprattutto si applicano alla cura degli infermi nella casa, alla assistenza con le suore verso le orfanelle e negli uffici più comuni nella Piccola Casa, allo scopo di distinguere il vario spirito e le attitudini più speciali di ogni novizia.
Le novizie devono saper leggere e scrivere e far di conti quanto una figlia che abbia compiuta la terza elementare almeno.- 117 -
Dopo un anno di tirocinio, alle novizie si dà un abito nero uniforme[17] con semplice pellegrina.
Si ascrivono nella Pia Unione delle Figlie di Maria immacolata come alla primaria fondata canonicamente in Pianello Lario dal compianto parroco e fondatore sacerdote Carlo Coppini6. Si ascrivono pure al Terz'ordine di S. Francesco. Per altro amendue le suddette ascrizioni si praticano tanto quanto si credono di opportunità attuale e non siano difformi dallo spirito delle costituzioni pontificie in proposito.
Trascorso un anno, le novizie assumono abito religioso secondo le diverse famiglie nelle quali vengono ascritte.
DI TRE FAMIGLIE RELIGIOSE NELLA PICCOLA CASA
La prima famiglia è delle[18] Figlie del sacro Cuore e queste vestono un abito nero con pellegrina, croce al collo e cuffia non molto estesa al capo.
La seconda famiglia è delle Figlie della Immacolata, che vestono egualmente meno la cuffia.
La terza famiglia è sotto gli auspici di S. Giuseppe e veste semplicemente abito nero con crocefisso al collo.
Le mansioni nella Piccola Casa, essendo molteplici, meglio si adattano a diverse famiglie religiose. Oltre a che, siccome si presentano in numero <abbondante> figlie che aspirano alla religione e la Piccola Casa vorrebbe poter venire in aiuto a molte, perciò secondo le attitudini[19] e le capacità e l'età varia si distinguono e si accettano in diverse famiglie.- 118 -
Si premette che le novizie devono avere perfetta indifferenza per essere ascritte in qualsiasi delle tre famiglie esposte; che sarebbe segno di vocazione non bene accertata la prelazione7 ostinata di questa piuttosto che quell'altra famiglia; che si fa lecito alle novizie distinguere la famiglia cui appartengono, ma nel caso pratico si attengono strettamente alle decisioni dei superiori immediati della Piccola Casa. Premesso ciò, i superiori avranno di mira di ascrivere alla famiglia del sacro Cuore quelle[20] novizie le quali, per età più giovanile e per senno maturo e per migliori attitudini e capacità, si credono le più idonee nella direzione della Piccola Casa, le più ferventi nello spirito di preghiera.
A questa famiglia si ascrivono in minor numero e secondo le circostanze quelle figlie che maggiormente sono atte agli uffici di Marta piuttosto che agli uffici di Maria, che nella Piccola Casa maggiormente possono in tale stato giovare.
Nella famiglia di S. Giuseppe si ascrivono quelle figlie più adulte di età e le più atte per dirigere[21] uffici vari nella Piccola Casa in aiuto dei vecchi di sesso maschile, di infermi ovvero di orfani e simili.
A questa famiglia si possono pure ascrivere donne vedove, di specchiata virtù,che ancora aspirano a vita religiosa.
La Piccola Casa è diretta da un Consiglio o Capitolo superiore.
Il Capitolo superiore si compone di un sacerdote- 119 - direttore, di una suora direttrice generale, di altra suora vicedirettrice, della maestra delle novizie e di due altre suore col titolo di consigliere.
Il superiore generale è proposto a maggioranza di voti dalle[22] figlie professe della Piccola Casa ed è confermato dal vescovo. Quando nella Piccola Casa si fosse formato un nucleo di sacerdoti e di laici professi e religiosi in diverse mansioni dello istituto, allora anche questi faranno parte nella elezione del superiore generale. In tal caso il superiore generale per quanto è possibile si elegge fra i sacerdoti della stessa Piccola Casa. Il superiore generale rimane in carica per anni tre e può essere riconfermato di tre in tre anni per anni nove.
A seconda dello sviluppo della Piccola Casa e giusta il bisogno, il superiore generale si elegge un vicedirettore sacerdote ed un assistente fra laici professi per essere aiutato nella somma delle cose.
La superiora generale è pure[23] proposta dalle suore professe della Piccola Casa ed è confermata parimente dal vescovo.
Persevera in carica per anni tre e può essere confermata di tre in tre anni per anni nove.
La superiora o madre generale si elegge una vicesuperiora e viene costituendosi il Capitolo superiore con il concorso del superiore o padre generale. L'attuale superiore e l'attuale superiora, come confondatori dell'opera, possono essere confermati a vita secondo il beneplacito del vescovo.