Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Statuto F. s. M. P. - 1899
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STATUTO ORGANICO DELLA CONGREGAZIONE DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA DIVINA PROVVIDENZA IN COMO (1899)

Divisione II VINCOLI GENERALI D'UNIONE TRA LE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA

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Divisione II

VINCOLI GENERALI D'UNIONE TRA LE FIGLIE

DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA

 

1. [4]Il primo vincolo di unione è quella carità, per cui disse Gesù Cristo che chi ama Dio deve pure amare il prossimo, che è parimente figlio di Dio, e quella carità per cui Gesù Cristo pregò che tutti i suoi discepoli fossero un solo pensare ed un solo volere, come Gesù Cristo fu un solo col Padre eterno3. Conseguenza di questo vincolo è un religioso rispetto ai superiori, che dirigono in nome di Dio, ed un filiale amore verso di questi, perché sono incaricati delle anime nostre presso al Signore.

Altra conseguenza è un amore verace, disinteressato, spirituale, fra le consorelle, le quali hanno a guardarsi dalle inclinazioni pericolose di criticare checchessia o di mormorare ovvero di riferire altrui senza ragione i difetti delle consorelle o del prossimo in generale.

2. Per giungere a tanto si obbligano al voto di povertà, per cui una consorella può possedere, ereditare, ma non può disporre senza il consenso dei superiori e deve, possibilmente presto dopo la professione, disporre il suo testamento.[5] Tengono presso di sé un solo abito di scorta. Devono tutte le cose avere comuni, eccetto gli abiti che si fanno sopra misura della persona ovvero gli indumenti che non si possono purificare al bucato. Non tengono in stanza alcunché di superfluo.

 Si alimentano di generi specialmente vegetali con poca carne e poco vino. Usano al mattino caffè e latte, al mezzogiorno minestra, una pietanza con frutta o formaggio e un bicchier di vino; altrettanto alla sera. Questo di regola generale; in particolare poi si adattano ai costumi ed al clima dei diversi paesi in cui si trovano.

Le figlie della congregazione vivono ogni giorno come se ogni giorno dovessero morire. Nel punto di morte bisogna lasciar tutto. Non è meglio staccarsi tosto da tutto per farsene un merito maggiore? «Avendo gli alimenti - 214 -e di che coprirci, di questo siam contenti»4, dicevano gli apostoli al Signore. E Gesù Cristo stesso ha detto: «Chi non rinuncia a tutto quello che possiede, non è degno di me, non può essere mio discepoloBeati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli»5.[6] Bisogna amare la povertà e insieme con essa i disagi e le umiliazioni che porta, per essere veramente povere6.

3. La povertà congiunta così con la mortificazione diviene quasi madre e custode della castità, virtùbella che chi la possiede può ben dire che con essa Dio ha concesso tutti i beni7. La castità fa sì che le creature vivano nel corpo come se non avessero corpo, che vivano nel mondo come se non fossero del mondo. La castità è il più prezioso dei tesori dell'anima spirituale, perché chi vive nella castità vive per la santità.

4. La castità perfetta conduce a una perfetta uniformità ai divini voleri. Ed il divin volere si manifesta nell'ubbidienza ai propri superiori. Per i superiori bisogna pregare sempre, rispettarli e ubbidir loro specialmente quando comandano cose contrarie al proprio gradimento. Regola di perfezione è non domandare, non ricusare mai cosa veruna, rimettersi completamente nei voleri e nei desideri dei superiori, perché essi dirigono in nome di Dio e per Iddio. Con questi legami di congiunzione, quasi con altrettante funicelle spirituali, le figlie della congregazione[7] congiungono fra di loro i propri cuori e i propri affetti a Dio.

 Chi si consacra a Dio nei voti religiosi, spiega S. Tommaso che si offre ad una specie di battesimo e di martirio. Nei voti religiosi si regala a Dio non solamente i frutti della pianta, ma tutta intiera la pianta, ma tutta intiera la pianta8.





p. 213
3 Cfr. Mc 12, 29-31; cfr. Gv 17, 21.



p. 214
4 1 Tm 6, 8.



5 Lc 14, 33; Mt 5, 3.



6 Il manoscritto presenta qui la seguente aggiunta cancellata: perché il premio che ne consegue è grande assai.



7 Cfr. Sap 7, 11.



8 Nel manoscritto segue qui questa frase cancellata: Così le figlie della congregazione son da Dio chiamate ed esse corrispondono fedelmente; stando nella propria vocazione quasi in un giardino di paradiso terrestre, si preparano per essere vittime gloriose dinnanzi all'altare del Signore.



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