Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Statuto F. s. M. P. - 1899
Lettura del testo

STATUTO ORGANICO DELLA CONGREGAZIONE DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA DIVINA PROVVIDENZA IN COMO (1899)

Divisione III DEI VOTI RELIGIOSI IN ISPECIE

«»

- 215 -

Divisione III

DEI VOTI RELIGIOSI IN ISPECIE

 

I voti religiosi sono tre, cioè di povertà, di castità e di ubbidienza e sono, dice S. Bernardo, come tre fortezze che custodiscono la casa delle persone religiose, che dentro vi si rinchiudono per essere sicure contro gli assalti del mondo, del demonio e della carne.

Del voto di povertà.

1. Il primo voto, che è di povertà, consiste in un distacco assoluto dalle cose e dalle persone del secolo, per meritarsi che Dio riempia i cuori di beni spirituali.[8] Le cose terrene si hanno in cura solo tanto quanto sono mezzi necessari alla vita ed al buon servizio del Signore. È prescritto che le case siano fabbricate con solidità, ma con semplicità e modestia di disegno, che nelle camere non vi siano affatto ornati, che si attengano al puro necessario del mobilio della casa. Per ragion di povertà, di virtù ed anche di igiene, si preferiscono i cibi di vegetale, il dormire sul duro.

In caso di malattia o di vecchiezza, <le figlie della congregazione> si adattano non di meno con spirito di ubbidienza alle prescrizioni mediche e delle superiore, che con diligenza curano la salute delle proprie consorelle.

 Le figlie della congregazione saranno costanti nella propria vocazione, perché non chi incomincia, ma chi persevera fino alla fine sarà salvo9. Nondimeno occorrendo che una consorella per qualsiasi ragione lasci la congregazione, non potrà ritirare altro che quegli oggetti che consegnò all'ingresso contro ricevuta e nello stato in cui si trovano. Per il tempo poi che una consorella rimase in congregazione, dovrà versare in ragione di una lira per due anni di noviziato, se in dote portò oltre- 216 - lire mille, di centesimi cinquanta se portò in dote meno di lire mille.

[9]Le figlie della congregazione possono possedere ed ereditare, possono far testamenti e contratti, ma non possono tener danaro presso di sé o in deposito senza il particolar permesso della superiora generale.

 

Del voto di castità

2. Il voto di castità consiste nel proposito fermo di rinunciare per sempre ai voti del secolo e rinunciare ai godimenti del senso, per condurre vita spirituale con Gesù Cristo in Dio. Le figlie della congregazione devono cogli occhi dell'intelletto riguardare alla purezza degli angeli, cogli affetti del cuore devono amare il candore della virtù, colla verecondia del portamento devono mostrare di essere figlie consacrate al divin servizio, disposte a morire piuttosto che a peccare. Vivono in spirito di preghiera; si accostano ogni otto giorni alla sacramentale Confessione ed ogni giorno alla santa Comunione. Usano sobrietà nel vitto e nel riposo e affaticano il corpo in un esercizio continuo ed energico di preghiera e di lavoro.

 

Del voto di obbedienza

3. Il voto poi di ubbidienza consiste in un determinato proposito di non voler essere libere giammai, ma di stare dipendenti dal voler di Dio e dei superiori propri. Al volere dei superiori ed allo spirito della Regola conformano i propri pensieri ed i propri affetti, perché[10] il servire al Signore è regnare. Nondimeno l'indole della congregazione è che le superiore con prudenza impongano le obbedienze che sanno essere gravose alla virtù delle proprie dipendenti. Queste poi per una volta hanno diritto e dovere di presentare sommessamente le proprie osservazioni e poi si sottomettono con animo allegro a ciò che decidono i superiori. È pur da notare che - 217 -talune cose si comandano espressamente e queste son da fare ad ogni modo, e che altre cose semplicemente si consigliano.





p. 215
9 Cfr. Mt 10, 22.



«»

IntraText® (VA2) Copyright 2015-2025 EuloTech SRL
Copyright 2015 Nuove Frontiere Editrice - Vicolo Clementi 41 - 00148 Roma