Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. (Frammento)
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (FRAMMENTO)

DEL VOTO DI CASTITÀ

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DEL VOTO DI CASTITÀ

 

1. Si premette che la verginità è propria di chi non ha mai commesso colpa grave contro la bella virtù; che la continenza è propria di chi per disgrazia è caduto in colpa di consenso o di opera, ma che si propone di non cadervi mai più.

La virtù poi di castità è di chi contrasse il settimo sacramento e che, rimasto in vedovanza, più non vuole sapere di mondo e di carne.

Di questi tre gradi di virtù la verginità ha senza dubbio il primo posto di onore e di merito.[3] Piacesse al Cielo che tutti imitassero S. Luigi Gonzaga per assicurarne l'innocenza.

Un angelo in carne attira la benevolenza di tutti e fa fremere di rabbia l'inferno.

2. La castità è virtù che sopra tutto sta nella mente e nel cuore.

Sta bene che ciò sia semplicemente avvertito, per un giusto discernimento delle cose.

La mente è un cristallo che rispecchia l'immagine di Dio; non si deturpi e non si macchi il limpido cristallo giammai.

È un vaso sacro, un tabernacolo benedetto; non vi si introducano che tesori di umiltà, di casti pensieri, di santi affetti e di viva fede.- 321 -

3. La castità della mente e del cuore porta conseguentemente la purezza e l'innocenza del corpo, che nel ricevimento dei più augusti dei Sacramenti diviene vera stanza d'abitazione dell'Altissimo.

La persona casta deve spesso ripetere: «Credo nella risurrezione della carne», e vivere così castamente da ripromettere di ritrovarsi un giorno cogl'eletti nella finale risurrezione.

4. Le religiose della casa sono persone spirituali, ma vivono nel corpo.

Il corpo è il servo dell'anima; bisogna pur concedergli quel trattamento strettamente necessario e conveniente.

In proposito non si debbono portare le esagerazioni oltre il limite proprio.

Nondimeno la religiosa, nel tratto, nel portamento proprio, non ismentisca mai la sua dignità di figlia prediletta di Dio.

5. In caso di malattia si consulti con il confessore e con i propri superiori e poi si attenga a quel che dice il Signore: «Onora il medico nella necessità»1; e si conforti nella speranza in Dio e nel fermo proposito di osservare la bella virtù in ogni pensiero della volontà e in ogni affetto del cuore.

6. Devono non rare volte le Figlie di santa Maria della Provvidenza recarsi in famiglie e far la[4] cura di persone inferme.

In tal caso osservino le figlie che vengono compiendo atti di misericordia e che il Signore porgerà loro speciali aiuti di grazia.

Elleno poi corrispondano col non perdere giammai di vista la casa propria, coll'osservare le Regole per quanto è possibile, col porgere agli ammalati i più caritatevoli uffici, alle famiglie esempi di cristiana virtù.

7. Devono le superiore osservare a quali case confidano le loro consorelle, ma anche le consorelle possono e debbono avvertire sinceramente le difficoltà ovvero i pericoli in cui per caso si trovassero.

8. Devono guardarsi le suore dalle affezioni sensibili, da sentimentalità.

Il sentimentalismo non è a dire quanto rechi di danno alla pietà e se ne debbono guardare come da peste.

 Le passioni simpatiche e antipatiche sono pure da fuggire - 322 -con tutta forza.

In proposito è da guardarsi sia in casa che fuori, tanto con le sorelle suore quanto colle ricoverate, con persone di eguale o di diverso sesso.

9. Dovendo conferire con sacerdoti, con laici ovvero con qualsiasi persona esteriore, lo fanno nella camera a ciò destinata e in presenza di persone incaricate dalle superiore.

Il parlare deve essere sempre breve, come breve deve essere il parlare nelle confessioni, perché è scritto: «Confessio brevis».

10. Camminando per via o parlando con persona, mostrino disinvoltura, virtù spontanea e non nascondano troppo il volto col velo.

Devono attirarsi la stima e la benevolenza delle persone, per trarne del bene e così piacere a tutti, come insinua l'apostolo S. Paolo2.

11. Per conservare e accrescere il merito della castità, oltre le pratiche comuni di preghiera e di mortificazione, si raccomanda uno spirito ardente di operosità, in modo che corpo, mente e cuore siano sempre intenti alle opere e che in ozio[5] non si stia mai.

12. Si raccomanda anche il tempo del divertimento.

In ogni giorno, secondo l'orario, un tempo breve di ricreazione si concede in tempi determinati dell'anno.

Si consiglia di tempo in tempo una passeggiata od un trattenimento onesto ed istruttivo.

Un concerto musicale, una piccola accademia di recite e simili trattenimenti sono a sollievo delle religiose e delle ricoverate.

Interrogato S. Luigi, mentre giuocava, che cosa avrebbe fatto se gli avessero dato l'annunzio di morte in quel momento, rispose: «Giuocherei tuttavia, perché non saprei che meglio fare all'infuori della Regola, ubbidendo ai miei superiori».





p. 321
1 Sir 38, 1.



p. 322
2 Cfr. Rm 15, 2.



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