Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. (Frammento)
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (FRAMMENTO)

LO SPIRITO DI CARITÀ

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LO SPIRITO DI CARITÀ

 

[7]Per saper possedere ed esercitare lo spirito di carità, si richiamano i seguenti principi.

1. La carità soprattutto è fondamento e perfezione di ogni istituto religioso.

Bisogna che le consorelle si amino della carità di Gesù Cristo, e che il movente di questa carità sia nell'amare i propri dipendenti, e che compiano tutti gli uffici propri del loro ministero in ordine al medesimo spirito di carita.

2. Bisogna amarsi vicendevolmente, compatire i propri difetti, pregare gli uni per gli altri ed essersi di vicendevole aiuto per la propria santificazione, essendo questa la maggior felicità temporale, perché assicura con questo anche la felicità maggiore del paradiso.

 3. Il dono di una carità esimia è da domandarsi al Signore spesso, ma specialmente davanti al Santissimo Sacramento o ricevendo la santa Comunione.- 325 -

4. Prova della carità sono le opere molteplici di edificazione, che la figlia sa svolgere nel corso di una giornata Un felice dono di carità apre l'intelletto a conoscere i bisogni propri e del prossimo e muove potentemente la volontà per venire in soccorso.

5. In esercitarsi in opere di carità, bisogna guardarsi dai difetti che, come fiamma, distruggono i frutti preziosi di carità. Questi sono, in primo luogo, un sottile egoismo, ossia una grande stima delle opere buone che si fanno, insieme con un'ansia vanagloriosa perché gli uomini conoscano ed apprezzino il merito del bene che si fa.

Quale inganno per un'anima spirituale! Specialmente bisogna guardarsi dall'ansia di far conoscere ai superiori i propri meriti, allo scopo per averne lodi e promozioni.

Nelle opere della carità bisogna pur guardarsi dalle affezioni sensibili, qualunque esse sieno, perché una affezione sensibile comincia col senso buono e si perde lentamente in un affetto mondano, che toglie tutto il bene. Tali[8] affezioni sensibili sono ugualmente dannose, tanto quando riguardano la persona ovvero un oggetto qualsiasi di casa o di proprio comodo.

6. Soprattutto è da guardarsi da affetti di simpatia, dalla antipatia, dalla passione di nostalgia e simili.

7. E bene che le consorelle vengano a conoscersi reciprocamente per nome, per inclinazione, per spirito di pietà e di vocazione ai diversi uffici, ma non è da porre in ciò troppa sollecitudine.

Tale ufficio è più proprio dell'assistente delle diverse case e delle sorelle del Consiglio superiore.

Giova per altro il ripeterlo: le consorelle, che con retta intenzione esplorano lo spirito delle proprie consorelle, possono reggere importanti uffici nella congregazione e giovare alla felicità delle singole figlie della casa.

8. Patrimonio e quasi porzione eletta delle Figlie di santa Maria della Provvidenza sono le "buone figlie", ossia le deficienti, e con esse le orfanelle della casa, le malate, le vecchie e le ricoverate in genere, che debbono stimare come un sacro deposito loro confidato dalla carità del Cuore di Gesù Cristo.

9. Per non incontrare difficoltà nell'esercizio della carità bisogna avere le norme seguenti.- 326 -

a) Nessuna persona nasce perfetta.

Difetti il Signore ne lascia anche all'anime buone, perché specchiandosi in essi abbiano argomento di umiliarsi

b) Convien passar sopra ai difetti che provengono da errori di intelletto più che da malizia di cuore.

 

c) Molto bisogna perdonare a quelle persone che sono meno esperte nell'indirizzo della casa e delle cose.

d) Molto ancora dovrassi tollerare da persona vivace e ardente.

e) Si adotti in ogni caso il motto di S. Agostino, che è di mantenere l'unità nelle cose necessarie, di garantire la libertà nelle cose dubbie, purché in tutto e con tutti si osservi la carità.

 

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