Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. - 1911 - Manoscritto
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (1911)

Capitolo III SCOPO DELLA CONGREGAZIONE

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Capitolo III

SCOPO DELLA CONGREGAZIONE

 

[8]Tutti gli uomini, che vivono e che lavorano, vivono e lavorano per ottenere uno scopo, ossia una finalità prefissasi.

Voi naturalmente vivete e lavorate per dar gloria a Dio e per salvare delle anime e però in cima ai pensieri della vostra mente e in fondo agli affetti del vostro cuore non dovete avere altra mira allo infuori della gloria di Dio e della salvezza dell'anima vostra e delle anime del prossimo.

Che cosa vi gioverebbe tutto il resto allo infuori? Anzitutto pertanto dovete curare la vostra santificazione.

Dovete aspirare a farvi sante voi, se volete riuscire utili alla santificazione del prossimo.

Veruna di voi potrebbe dare quello che non ha...

 La bocca mette fuori parole e discorsi secondo che vengono dalla virtù del cuore5.

Voi dovete essere imitatrici di Gesù Cristo e bisogna che dal vostro[9] contegno sgorghi spontaneo il buon esempio delle figlie, le quali S. Paolo saluta come tempio di Dio, come santuario dello Spirito Santo, come tabernacolo di Dio altissimo6, Però devono stare in cima ai vostri pensieri e nel profondo del vostro cuore quelle pratiche che più direttamente concorrono ad accendere nell'animo la fiamma della divina carità.

Queste pratiche sono specialmente la meditazione ben fatta, la santa Comunione non mai sospesa per futili motivi, gli esercizi di carità ai più poveri, ai maggiormente infermi.

Bisogna che in tutte le vostre azioni non manchi mai la retta intenzione e, perché questa viva e si fortifichi sempre più in voi, animatela coi buoni pensieri della divina Provvidenza, incoraggiatela con il conversare assiduo di giaculatorie e di facili preghiere, onde si possa dire che la vostra vita è una - 422 -continua orazione e che,[10] col divino aiuto, seguite il discorso di Gesù Cristo che dice: «Pregate senza tregua giammai»7.

Gli angeli celesti usano così e voi, che dovete essere angeli terreni e che siete invitate a conversare continuamente con gli spiriti celestiali, non dimenticate mai per un solo istante la vostra altissima missione e date gloria al Signore e buon esempio alla persona del vostro prossimo, che tanto e sì vivo da voi ne attende.

Ma questo che si è detto fin qui non è che il principio di quanto più alto rimane a dire.

Il Signore per voi ha riservato un discorso intimo, quale si usa solamente coi cuori più intimi.

A voi il Signore ha aperto gli occhi della mente, perché aveste a fissarli in alto in alto nel santuario della dottrina santissima del divin Salvatore.

A voi il Signore ha dato l'appetito per un cibo gustosissimo.

[11]Chi scrive, quando8 dalla sommità del monte Taborre guardava al colmo del monte delle Beatitudini, allora pensava a voi e diceva in cuor suo: «Anche le Figlie di santa Maria della Provvidenza, che sono ad ascoltare i discorsi intimi del divin Salvatore: Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli; beati i mondi di cuore perché vedranno Dio; beati quelli che hanno fame e sete di fare in tutto la volontà di Dio, la quale è che voi siate sante, sono beate perché saranno accontentate fino alla saturità»9.

E quando chi vi parla, per due volte, calcava col piede il sentiero del monte delle Beatitudini, allora ripeteva in cuor suo: «Beati tutti quelli che son chiamati ad udire il discorso delle Beatitudini e che hanno dal Signore la forza di seguirlo!».

Almeno voi, religiose Figlie di santa Maria della Provvidenza, nutro fiducia di sapervi arricchite di amendue questi doni; sappiate conservarli fino alla morte; sappiate morire piuttosto che perdere ed anche solo offuscaregran dono di Dio.- 424 -

[12]Avete ora inteso che vogliano dire i voti di povertà, di castità, di obbedienza? Non è possibile seguire questi voti e non santificarsi.

Lo ha detto Gesù Cristo.

Lo insinuano i santi.

 I voti religiosi, insegna S. Tommaso, sono come un secondo Battesimo.

I poveri mondani, insinua S. Bernardo, se conoscessero il pregio dei voti religiosi, darebbero l'assalto alle congregazioni di simili voti, perché i soldati valorosi sanno dare l'assalto alla rocca che li mette in possesso della città.

La città vostra è dei santi, la città vostra è la Gerusalemme diletta di Palestina, che vi dispone alla Gerusalemme celeste, il paradiso.

Voi avete ormai conquistata la cittadella, la rocca cinta da tre grandi muraglie, la povertà,[13] la castità, la obbedienza.

Vivete felici in quella rocca, dove voi siete sicure! Più sicure che la colomba all'orifizio del suo scoglio elevato, sicure più che le aquile sulle alte nostre Alpi, sicure perché siete nella cittadella di Dio e il Signore ne è il custode vostro e della rocca entro cui abitate, ben salvaguardate e difese dalle insidie del mondo, del demonio, della carne.

Vi siano dunque cari i vostri voti; le postulanti e le novizie che vi aspirano adoperino ogni sforzo per raggiungerli e voi, che già ne siete in possesso, scrivete su albo lapillo10 il giorno in cui il Signore vi ha impalmate.

Scrivete con carboni accesi d'amor divino il proposito nell'animo vostro di essere fedeli fino alla morte.

Beato il giorno nel quale il Signore vi ha impalmate come sue spose; più beato il giorno in cui il Signore vi dirà: «Vieni, sposa di Gesù Cristo; ricevi la corona di gloria»!

 [14]Siete spose e ancelle del Signore e dovete saper conoscere ed osservare tutto il cerimoniale sacro che si richiede per stare davanti al trono di Dio e meritarvi le benevolenze dell'Altissimo. Questo cerimoniale santo è compreso nel complesso degli indirizzi che voi leggete nelle Costituzioni vostre, ossia nella Regola vostra. Questa vostra Regola è stata studiata - 426 -da intelligenze tanto pie che profonde; voi l'avete aiutata con la preghiera e col desiderio. La Regola benedetta deve aver subito il giudizio e l'approvazione del Vicario di Gesù Cristo. Dopo il Vangelo santo è la Regola vostra, anzi col Vangelo santo è la vostra Regola, perché la Regola vostra fu modellata sul Vangelo di Gesù Cristo e contiene la conoscenza di ciò che è di più sublime nel Vangelo e vi addita la pratica delle virtù che più d'accosto vi avvicinano[15] alle virtù ed alla carità di Gesù Cristo.

Possiate voi vivere non di altro che della carità di Gesù Cristo, onde voi possiate imitare il discorso dell'Apostolo: «Vivo io, ma non sono io che vivo, è Gesù Cristo che vive in me. Possa io non intendermene di altri che di Gesù, e di Gesù crocefisso»11. Eccolo qui il programma della vita delle Figlie di santa Maria della Provvidenza. Non uscite da questo programma neanche per un punto solo. Eccola la mira di voi congregate. Ascendete al monte santo! Chi di voi ascenderà il monte santo del Signore? Tutte quelle che sono innocenti di mano e che sono monde di cuore12 e non invano si sono consacrate a Dio coi voti di povertà, di castità, di obbedienza, che nell'esercizio della vita religiosa hanno intenzione pura e non intendono ingannar nessuno quaggiù e tanto meno intendono ingannare[16] l'occhio vigile del Signore.

Pregate il Signore delle virtù che vi faccia figlie forti, forti, per essere sempre vittoriose sopra i vostri difetti, vittoriose nel glorioso combattimento, a capo del quale è il condottiero supremo Gesù Cristo.





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5 Cfr. Mt 12, 24.



6 Cfr. 1 Cor 3, 16s.



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7 Ts 5, 17; cfr. Lc 18, 1.



8 Nel 1902, dal 16 settembre al 22 ottobre, l'A. si recò in Terra Santa, partecipando ad un pellegrinaggio guidato dal cardinale Andrea Carlo Ferrari (1850-1921), arcivescovo di Milano. Qui riferisce osservazioni e impressioni di quel viaggio.



9 Cfr. Mt 5, 3.8.6.



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10 L'espressione nasce dall'uso, diffuso nella civiltà romana classica, di ricordare con lapidi di marmo bianco gli eventi fausti e con marmo nero quelli infausti.



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11 Gal 2, 20; cfr. 1 Cor 2, 2.



12 Cfr. Sal 23, 3s.



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