Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. - 1911 - Manoscritto
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (1911)

Capitolo IV IL SECONDO SCOPO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA È SIMILE AL PRIMO: SANTIFICARE IL PROSSIMO

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Capitolo IV

IL SECONDO SCOPO

DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA

È SIMILE AL PRIMO: SANTIFICARE IL PROSSIMO

 

[17]Siamo tutti figli di Dio e tutti siamo fratelli in Gesù Cristo.

Tutti dobbiamo cercar di vivere di Dio e di star bene nella grazia di Gesù Cristo.

Di qui voi, anime spirituali, dovete sentire un'ansia viva quando nelle vostre consorelle notate un difetto, benché leggero; un'ansia dovete sentire quando scorgete che le orfanelle o le persone qualisiensi che da voi dipendono non sono fervorose nel divino servizio e si abbandonano ad abitudini pericolose.

L'ordine di carità vuole che voi abbiate anzitutto a curare a vicenda la santificazione propria.

Dovete a tale scopo pregare le une per le altre.

Dovete fare a gara per progredire nello esercizio delle virtù sante.

Piaccia al Signore che, da vere sorelle, possiate avere la carità di confidenza di avvisarvi l'una l'altra dei difetti, benché leggeri.

Piaccia[18] al Signore che voi abbiate la virtù di umiltà di prendere in buona parte le osservazioni e le correzioni delle vostre consorelle.

Sovrattutto pregate per le vostre superiore, le quali hanno il maggior dovere di precedervi col buon esempio.

Le superiore di virtù e di umiltà avranno care come un tesoro le osservazioni rispettose, che con semplicità loro indirizzano le buone consorelle.

Il Signore vi farà meritevoli così da gustare le gioie della fraterna carità.

Si verificherà in voi la promessa del Signore: «Che buona e gioconda cosa è abitare con sorelle13 che sono d'un pensare solo e d'un sol volere puro e santo, come santissimo è il pensiero di Dio e divinissimo è il suo volere».- 430 -

Ecco perché le persone santamente animate amano la propria congregazione come la pupilla dell'occhio proprio.

 [19]Ecco il perché ed il come le religiose fervide amano più che se stesse la propria congregazione.

Perfino si sentono in animo di offrire al Signore i più begli anni della vita per ottenere la prosperità della congregazione.

Ecco il perché supplicano il Signore a mandare operaie molte nella sua vigna.

E quando queste giungono, ne fanno festa viva; e quando è da aprire nuova casa per asilo di altre religiose e di altre opere di carità, ne giubilano in cuore ben più che non facciano i mondani alla conquista di una fortuna terrena.

Per altro nel caso pratico, che devono fare le Figlie di santa Maria della Provvidenza per conquistare le anime a Gesù Cristo? Devono fare quello che ha fatto Gesù Cristo stesso.

Gesù Cristo, che è fuoco di carità per essenza, è venuto a portare nel mondo il fuoco della carità del suo divin Cuore.

Ed or che brama egli, se non che questo fuoco s'accenda nel cuore delle sue creature? Voi dovete essere in fuoco e in fiamme di desiderio, per far del bene al nostro povero prossimo.

Siate fuoco e fiamme nel cuore, negli occhi, nella lingua, nella persona tutta e voi[20] allora diverrete come tizzoni accesi.

Al fuoco nulla resiste.

Col fuoco si fondono i macigni più duri.

Col fuoco si riducono liquidi i metalli più resistenti.

E non sarà cuore di persona così impenitente che alla fine non si riduca a Dio.

Quante volte la suora veglia in orazione, genuflessa al letto dello infermo bestemmiatore, e ne ottiene la conversione! Quante volte la suora alla preghiera congiunge la mortificazione e agita intorno le persone di fede e ottiene di aprire le porte del paradiso a quel cristiano che già era con un piede nella fossa d'inferno!- 432 -

La religiosa che ha buona volontà e fermi propositi riesce a trionfare di quelle difficoltà che, a prima vista ed ai più, sarebbe parso impossibile il vincere.

Monica, la santa madre del traviato Agostino, pregava e soffriva; aveva dinanzi l'esempio di Gesù Cristo, che per i peccatori pregava fino a sudar sangue nell'orto e soffriva sino a morire in croce.

Oh, che non ha fatto Gesù Cristo per salvare le anime nostre! E noi dobbiamo fare altrettanto per salvare le anime del prossimo.

Dovete voi[21] essere pronte a dare la vita parimente per il vostro prossimo.

Beate voi, se nello assistere malattie contagiose potete raccogliere una palma del martirio di carità.

 Beate voi, quando nelle corsie di tanti ammalati respirate quell'aria malsana e, a poco a poco, logorate il fior della vita vostra e anticipatamente correte al gran premio.

Fra di voi è venuta quasi comune la convinzione che per fondare una casa è necessario od almeno utile assai una o più pietre fondamentali.

Le Figlie di santa Maria della Provvidenza conoscono la natura di tali pietre angolari. Più fortunate quelle religiose che la divina Provvidenza elegge per essere pietre vive di una costruzione, che deve essere ricetto di altre anime pure e l'asilo degli abbandonati, dei quali il Signore parla: «Ricevete quest'orfano... sono io che ve lo invio... nutritelo, che io ben saprò darvene la ricompensa». Beate le religiose, che penetrano la sostanza di queste parole e le conservano come tesoro nel proprio cuore.- 434 -

Al Cuore di Gesù, che di più caro che quelle fanciulle derelitte, che sono innocenti come colombelle e che, se non strappate per tempo dal mondo, resteranno preda di uno sparviero crudo? [22]O qual fatto più glorioso che la fortezza di quella religiosa la quale, scorgendo naufraghe ormai nei flutti del mar del mondo molte figlie meschinelle, si butta a mare e le salva? «Osanna alle intrepide!», gridano gli angeli celesti.

«Osanna», gridano le anime terrestri.

Perfino i più increduli e più ciechi aprono gli occhi e plaudono al miracolo della cristiana carità.

Parimente è opera grande essere occhio al cieco, bastone al cadente.

La vecchiaia per se stessa è venerabile.

Le religiose che con fede si abbracciano a quella, che con gli occhi della fede fissano il proprio sguardo in quegli occhi infossati e semispenti, in quelle fronti rugose, in quelle persone curve e barcollanti, che con fede accompagnano i singhiozzi della morente, che con pietà ne avvolgono la salma benedetta, queste anime forti di zelo, impavide di carità, non avranno a temere nel giorno del pericolo, che è quando, spossate elleno stesse e sfinite, vedranno il lume di candela che rischiara il loro cammino verso l'eternità.

E non solo in casa e con le persone di casa voi, Figlie di santa Maria della Provvidenza,[23] dovete spiegare ardore di carità, ma specialmente fuori di casa, dove per ventura maggiore è il bisogno e più urgente il soccorso alle anime che precipitano.

Misericordia del Signore, che suscita istituzioni e opere molteplici, le quali appariscono come faro nelle tenebre di notte burrascosa! Misericordia del Signore, che mercé degli istituti pii dispone un lievito per disporre una massa di pane degno di essere presentato a Dio! Finché sono sacerdoti che immolano il santo Sacrificio e che sono pure anime che si immolano per la carità di Dio, per la salute del prossimo, il mondo non cadrà e non si estinguerà nel popolo il lume della fede santa.- 436 -

Avanti, avanti, vittime generose! Che importa di voi o della vostra giovinezza? Che importa del vostro ingegno, per quanto ne abbiate? Una cosa sola è importante: santificare sé per santificare gli altri.

Il secondo scopo della vostra congregazione è simile al primo.

Questo solo è necessario: santificarvi voi per poter santificare le persone del prossimo.





p. 428
13 Cfr. Sal 132, 1.



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