Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. - 1911 - Manoscritto
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (1911)

Capitolo XV DEL VOTO DI OBBEDIENZA

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Capitolo XV

DEL VOTO DI OBBEDIENZA

 

[110]È gran fortuna per voi avere una buona mamma, l'obbedienza, la quale vi tiene per mano e vi guida al sentiero della virtù.

Di S. Francesca Romana48 si legge che l'angelo custode a lei si mostrava ilare, quando la fanciulla era obbediente, severo, quando avesse seguito il capriccio proprio.

Angelo benedetto, che condusse Francesca ad un grado eminente di santità! Pensate che l'angelo vostro è pure l'obbedienza. Voi vi incamminate alla patria ed alla famiglia diletta...  viene la notte, - 536 -il tempo s'accorcia, voi ignorate il sentiero che vi conduce alla mamma diletta.

Persona pia legge in volto l'imbarazzo vostro e quasi novello Raffaele vi precede e vi apre la porta della casa paterna.

Benedetto Raffaele, l'angelo dell'obbedienza, che certamente mi guida e mi apre la porta della casa mia, la perfezione religiosa! Bene sta l'obbedire, perché nessuno nasce libero, ma voi siete nate pure per la fatica.

E non potreste utilmente faticare, se non vi sia persona pia che vi accolga e vi indirizzi.

Nessuna di voi può dire: «Io basto a me stessa».

Tanto meno potreste ripetere: «Basto a me stessa nel raggiungimento della virtù, nello adempimento della vocazione religiosa».

Quindi è che le persone veramente savie più amano obbedire che comandare[111] e le persone savie, che pur sono costrette ad assumere un ufficio di comando, tosto ripetono che loro sono insufficienti a tanto e il dicono di cuore assai, perché hanno penetrato il senso della parola di Dio la quale dice: «E meglio obbedire che comandare».

E quando pur devono aggiogarsi all'ufficio del comando, vi si adattano al solo ed unico scopo di compiere in ciò la volontà di Dio.

Ora voi, figlie dell'obbedienza, che dovete fare? Potete pregare il Signore che vi dia superiore secondo il cuor suo.

E se le vostre superiore portano il nome e la professione di Benigna, lodatene Dio e sappiate avvalervene in bene vostro.

Che se avessero il nome e la professione di Rustica, siate anche più contente, perché è certo che questo per sé vale più opportunamente al grande lavoro della vostra santificazione.

Il Signore poi di via generale concede superiore secondo il merito di quelle che devono obbedire.

Siate dunque buone assai, se volete superiore buone di molto.

Nel frattempo, avvalorate la vostra fede stando ben persuase della parola di Dio che dice: «Chi obbedisce ai superiori, obbedisce a Dio stesso».

Chi si mostrasse verso di loro poco grata e poco sommessa, farebbe disgusto a Gesù Cristo, come a toccare la pupilla dell'occhio suo.

[112]In quali cose conviene obbedire? Obbedite in tutte quelle cose nelle quali non si fa contro alla legge di Dio o della Chiesa.

E nel dubbio? Nel dubbio- 538 - obbedite, perché è facile supporre che giammai vorranno comandarvi cose cattive.

 E quando è che vi si comanda proprio in virtù della santa obbedienza e che il comando è veramente grave, solenne? Le superiore prudenti e buone raro è che ricorrano all'autorità di comando siffatto; il faranno quando avranno esperito tutti gli altri modi di bontà e di indulgenza.

Potete voi stesse intenderlo dal contesto del parlare.

Generalmente la superiora, quando comanda in atto di tanta autorità, ha preso consiglio e prenderà seco una o due suore testi del grave comando che deve imporre.

Non è mai avvenuto fin qui e non accadràfacile che si abbia da ricorrere a tali mezzi.

Il desiderio e la preghiera comune è che fra voi si obbedisca e si comandi come si farebbe tuttavia nella famiglia santissima di Gesù, di Maria, di Giuseppe.

E sì gran cosa e tanto bella potere e saper dire: «Nei superiori vedo la persona di Giuseppe.

Giuseppe è di minor santità di Maria, ma è santo infinitamente inferiore alla santità per essenza Gesù Cristo, il santo dei santi; ma Giuseppe fu scelto dal Padre eterno ad essere capo della Sacra Famiglia».

Voi non dovete pensare che altre suore[113] più sante e più atte erano a scegliere. Tacete e non fatevi compatire, tacete e umiliatevi e ricevete di buon animo quella superiora che Dio vi ha assegnato e che per caso voi vi siete meritate colla condotta vostra. Non pretendete altre; tutte siete creature di Dio: rispettatevi...; tutte siete fragili creature: compatitevi.

L'obbedienza vostra stia come regina in mezzo a tre ancelle: la fede, la speranza, la carità, e voi camminerete nel timor santo del Signore fidenti e sicure.

E se l'obbedienza pesa? Fate buone spalle.

E se minaccia storpiare? Allora fatevi innanzi.

I cammelli in Gerusalemme49, quando si edificava il santuario della Dormizione della Madonna, allora che il cammellaro accennava alle povere bestie il blocco a trasportare, colla testa accennavano sì o no; e se sì, piegavano le ginocchia al carico; se no, crollavano il capo e allora si caricava un blocco di minor peso.- 540 -

E se l'obbedienza ritornasse pericolosa all'anima? Allora non solo è diritto, ma è dovere di osservare la cosa e chiarirla ben bene e in modo ben sicuro. Ve lo ripeto: prima è il bene dell'anima vostra, poi viene il bene del prossimo vostro. Direte che vi sorprende un panico e non sapete come esprimervi.

Esprimetevi come sapete e fate presto e[114] pensate che l'affare della santificazione dell'anima è affare massimo. E nel dubbio ? Nel dubbio rimettetevi all'obbedienza prudente e fatene la prova. Se poi non vi parrà di poter resistere, pensate ad un prudente ritorno.

Può accadere che l'obbedienza del confessore sia in conflitto con l'obbedienza dei superiori, e allora? Allora generale regola è che il confessore giudica dello interno della coscienza; il confessore, che è prudente e sapiente, desso conosce che non ha ingerenza nella disciplina esterna dell'istituto.

Con questa regola è facile sciogliere più di un dubbio.

E quando accadesse di ricorrere a superiori supremi? Non siate facili a credere al bisogno di ricorrere in altissimo; non siate presuntuose a credervi da tanto...

pensate se anzitutto non vi sospinga qualche mal consiglio di capriccio o di ambizione.

Dopo questo, ricordate la regola che vi Gesù Cristo stesso: «Se è cosa da far osservare, anzitutto intenditela fra te e il prossimo tuo.

Se ciò non basta, chiama due testi in aiuto, e se nemmeno questo giova, allora sì che potrai dirlo alla Chiesa o sia all'alta autorità»50. Vostri superiori sono il sommo pontefice, il vescovo, le superiore e i superiori della casa ed a questi conviene attenersi.

Può la superiora voler sapere i segreti interni di coscienza? Questo non mai e sarebbe a denunziare, se mai presumesse di tanto.[115] Può ricevere tali segreti, se spontaneamente le vengono presentati; allora sì, ma con prudenza da una parte e dall'altra.

Per comune norma, la superiora non può comandare cose sopra la Regola, verbigrazia osservanze austere, pratica di virtù eroiche e simili.

Non può comandare cose contro la Regola, a meno che si tratti di cosa e di fatto in cui la - 542 -superiora abbia la facoltà di dispensare.

Può irritare51 i voti delle religiose e può sospendere i voti delle novizie, quando siano di pericolo alla comunità.

Non può comandare cose sotto la Regola, come sarebbe cose inutili affatto o vane, purché non si comandino per esercizio di mortificazione.

 Quando poi una religiosa può peccare mortalmente contro l'obbedienza? Può peccare mortalmente nei seguenti casi:

1) quando ricusa obbedire in cosa grave, comandata in virtù di santa obbedienza;

2) quando al superiore o alla superiora che comanda risponde: «Non voglio obbedire» o dice parole simili che manifestano formale disprezzo dell'autorità;

3) quando dalla disobbedienza nascesse grave scandalo alle consorelle o alle persone secolari ovvero derivasse grave incomodo alle comunità o ad altre persone estranee.

Ma tolga il Cielo tanta sciagura da ognuna di voi e qui facciamo punto e passiamo a considerare cose più consolanti della santa obbedienza.





p. 534
48 S. Francesca Romana (1384-1440), fondatrice delle Oblate del Monastero di Tor de' Specchi a Roma. Esercitò opere di apostolato e di carità in favore dei poveri.



p. 538
49 Cfr. nota 8 a p. 422.



p. 540
50 Mt 18, 15-17.



p. 542
51 Rendere invalidi, annullare.



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