Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Regolamento F. s. M. P. - 1911 - Manoscritto
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REGOLAMENTO DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (1911)

Capitolo XXIII PAROLA DI DIO, ESERCIZI DI PIETÀ. MEDITAZIONE

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Capitolo XXIII

PAROLA DI DIO, ESERCIZI DI PIETÀ. MEDITAZIONE

 

[169]Siate ghiotte più che potete della Parola di Dio.

Già lo si disse che le religiose non sono mai stanche della Parola di Dio.

Non istancatevi davvero mai, perché la Parola di Dio vi fa molto bene, vi istruisce la mente, vi fortifica il cuore, vi sprona alle opere! La Parola di Dio è spada a doppio taglio che ferisce la mente e ferisce medesimamente anche il cuore.

«Tanto vale - dice S. Agostino - la Parola di Dio come il Corpo di Gesù Cristo».

I primi fedeli si segnavano in fronte toccando coi santi Evangeli; il Vangelo come reliquia portavano gelosi al petto.

S. Francesco d'Assisi raccoglieva qualunque carta per terra e diceva: «Vi potrebbe essere scritto il nome di Dio e ahimè, se si calpestasse sotto ai piedi dei viandanti».

La Parola di Dio bisognerebbe ascoltare o leggere ginocchioni, perché è parola di Gesù Cristo.

Ci leviamo in piedi in leggere telegrafo o parola o saluto del vicario del Signore in terra; quanto più venerata è la parola degli Evangeli e la parola in generale del Signore del cielo.

Questa divina parola leggetela alla fonte che è la Sacra Scrittura e i libri del Nuovo Testamento in particolare.

[170]Perché ricorrere ai rigagnoli di ristori meno santi, quando avete le fonti inesauribili del Santo dei santi? E se leggete i libri sacri di autori umani, fate che gli autori comincino sempre per la lettera 5: libri scritti da santi e libri che narrano le glorie dei santi; specialmente voi abbiate care le vite delle donne illustri e sante dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Abbiatevi cari i libri del venerabile don Bosco, che sono la Storia sacra e la Storia ecclesiastica: due libri di breve mole, ma di una saggezza sapiente e santa. Non leggete molti libri, ma i pochi masticateli e digeriteli. «Prendi questo volume - disse il profeta - e mangialo»79, ossia digeriscilo;- 616 - non è quanto si legge, ma quanto si ritiene che fa bene allo spirito.

Ma più che la semplice lettura, vale la Parola di Dio predicata dal sacerdote. La fede vien per mezzo dell'udito e l'udito si nutre per mezzo della Parola di Dio80. Scegliete predicatori di dottrina santa, molto chiari per quanto viene dato. Come il libro è lo specchio dello scrittore, così si misura il buon effetto della Parola di Dio dalla santità di chi la predica. [171]Non omettete diligenza per avere un buon predicatore, che vi prepari allo Esercizio della buona morte81 in ogni primo sabato per la prima domenica di ogni mese.

Curate di avere buon predicatore per la muta di spirituali Esercizi in ogni anno.

Gli spirituali Esercizi sono i giorni della vostra vacanza spirituale, sono i giorni di buona vendemmia e di più felice raccolto del frumento necessario per il corso dell'anno.

Provvedetevi per tempo, anche un anno prima, perché possiate essere aiutate d'assai a provvedervi di quanto cibo spirituale è necessario a sorreggervi poi per un intiero anno.

Se volete gustare la gioia del conversare con Dio, scioglietevi per quanto potete da ogni cura terrena e nei giorni di spirituali Esercizi gustate sovrattutto il dolce paradiso, che è lo stare in perfetta solitudine e conversare con Dio.

Quando una delle Figlie di santa Maria della Provvidenza non possa colle altre compiere gli spirituali Esercizi, li faccia pur anche da sé, con un divoto libro adatto, e il Signore l'aiuterà perché possa trovarsi bene alla presenza dello Altissimo.

Bisogna aiutarsi per avere bocconi squisiti di divina parola; aiutatevi tranquillamente; aiutatevi energicamente.

La divina- 618 - parola vi metterà nella mente una luce celeste, che scaccia da voi ogni buio di dubbio e di incertezza.

[172]Meglio essere meno sapienti e semplici che essere molto sapienti e molto presuntuosi, ma se apprenderete la vera sapienza a fondamento della quale è il timor di Dio, allora diverrete quali il Signore vi vuole, piene di luce, piene di forza a camminare su per il monte della perfezione religiosa.

La divina parola vi illumina così la mente e vi infervora nel cuore e voi vi sentite come scottare dentro di voi ed erompete in divoti esercizi di pietà.

 Fra questi esercizi tiene luogo primo e massimo l'ascoltare la santa Messa.

Assistetevi come assistereste sul monte Calvario a Gesù Cristo paziente sulla croce.

Ascoltatene una santa Messa, anche due, anche tre in ogni giorno, e a chi vi dice che è troppo, rispondete che voi siete religiose anzitutto per provvedere all'anima vostra.

E i doveri dell'ufficio? Nemmeno trascurateli, se si tratta di infermi, benché anche le inferme, quando sanno che voi siete in chiesa a sentir Messe anche per loro, acquisteranno pazienza maggiore, faranno sospendere o cessare in parte i bisogni loro, diverranno inferme disciplinate e voi vi sentirete più leggere nel faticare, più spirituali nell'operare.

[173]Negli Esercizi spirituali bisogna saper meditare; quando voi fate un discorso, procurate che sia discorso assennato.

Chi ha senno, prima pensa, indi parla e opera.

Questo modo di agire dovete metterlo in opera sovrattutto quando compite l'esercizio nobilissimo della Via crucis.Allora pensate all'Uomo Dio che sale al monte Calvario; accompagnatelo stazione a stazione, come se foste sul luogo santo, o meglio, come se foste state presenti in compagnia delle pie donne nel Venerdì Santo della passione e morte del divin Salvatore.

Molto più che questo pio esercizio deve tener luogo per altra mezz'ora di meditazione che dovreste compiere in ogni sera.- 620 -

La meditazione o quest'altro esercizio pio diverrà il primo e vero esercizio santo.

Voi siete religiose per ascoltare la Parola di Dio e Dio è lui che vi parla nella meditazione: «Io trasporterò l'anima nella solitudine e parlerò al cuore di lei»82.

Almeno una mezz'ora al giorno il Signore vuole parlare con voi: ascoltatelo, ascoltatelo! E mentre voi andate alla meditazione, disponetevi come doveste portarvi al santo padre Pio X.

Voi pensate per tempo; vi procurate chi vi accompagni e quando siete[174] alla sua presenza voi attendete che vi parli e attendete a rispondere come sapete, finché il Pontefice alzi la mano a benedirvi.

Può accadere che il Pontefice non vi parli sensibilmente, non vi interroghi, ma che semplicemente vi benedica.

Allora che fate? Se vi ha parlato, ricordate e raccontate le belle parole udite; se semplicemente vi ha benedette, voi ricordate e riferite che semplicemente vi ha benedette, ma che ad ogni modo voi siete state ammesse all'udienza del Santo Padre.

E così fate colla meditazione.

 Il Signore vi ha chiamate e voi siete accorse; ebbene attendete che il Signore vi parli ancor sensibilmente e se non vi parla, pregatelo che vi benedica e voi partirete un po' confuse, ma quella vostra umiliazione vi farà meglio di un discorso affettuoso.

Direte che meditar bene è fatica.

Che cosa è a questo mondo che non costi fatica? Costa fatica persino il far nulla; anzi nulla di più pesante che il far nulla.

I condannati al carcere duro son condannati al silenzio nella parola, all'ozio delle mani assoluto e allora i poveretti poco è[175] che in passar le lunghe giornate e le notti eterne non impazziscano o non si disperino.

Sicché lavorate, lavorate; lavorate con quiete e con forza insieme; voi siete obbligate a prestar del vostro quanto avete e il Signore a sua volta presterà a voi l'aiuto suo.

Intanto se siete - figlie di orazione mentale, sarete figlie di Dio e le - 622 -confidenti dell'Altissimo.

Il Signore rivelerà a voi i segreti del cuor suo.

Certo vi rivelerà quel che dovete fare e dire nelle particolari circostanze della vita.

Se interrogate, saprete rispondere e risponderete con sicurezza quanto il Signore vi fa sentire nell'animo e parlerete la parola che il Signore vi pone sulle labbra.

Questa proprietà è il bel dono che godono le anime spirituali.

Oh, se non fosse altro bene che questo nella vita religiosa, chi non aspirerebbe a batter tosto alle porte della congregazione religiosa? Almeno una mezz'ora di meditazione, e questa fatta in comune, e fatta al mattino per offerire al Signore le primizie della giornata; credetelo come un avvenimento ammirabile per il bene delle anime vostre.

[176]Dove sono due o tre persone congregate in nome del Signore, Gesù Cristo è in mezzo a loro83. Immaginate vederlo cogli occhi propri, Gesù Cristo nel mezzo vostro, quando siete adunate nella santa meditazione. E che non vi dirà il Signore? E al Signore voi? Come ne esulterete nel Signore! E voi non sentite sussulti di gioia nell'animo vostro, come Elisabetta allo incontro della Madre di Gesù Cristo sulle vie di Montana84? Però nessuna di voi trascuri la meditazione in comune. E la superiora della comunità curi questo gran bene e dia tempo e comodità alle consorelle di compiere questo alto ufficio: di assistere alla conversazione comune che le consorelle fanno con Dio.

 La superiora deve caricarsi di responsabilità. Ogni consorella ha dovere e diritto di aver tempo conveniente per la santa Comunione come per la meditazione. Sarebbe crudeltà[177] lasciar mancar di cibo materiale le consorelle e non lo sarebbe peggiore privarle del cibo sostanziale dell'anima?

 Eccovi pertanto la lezione vostra; studiatela bene. Parola di Dio... pratiche di devozione... esercizio della santa meditazione. E con questo della santa meditazione mettete anche- 624 - l'Esercizio della buona morte85, che abbiamo sol di volo accennato.

Diciamo anche di questo esercizio una parola più particolare ed espressa.

Per far bene l'Esercizio di buona morte, disponetevi il giorno innanzi colla meditazione sopra una verità dei Novissimi.

Meglio è se questa parola venga predicata come si è detto.

Poi premettete la sacramentale Confessione, la quale sia fatta con speciale attenzione di esame e di dolore.

Nell'esame ponete attenzione ai difetti che potete aver commesso intorno ai santi voti, perché questi sono la sostanza della vita religiosa.

Non perdete tempo ad esaminarvi assai sulle altre regole disciplinari, perché queste per sé non obbligano sotto pena di colpa, a meno che[178] non implichino la violazione di qualche precetto di Dio o della Chiesa ovvero che siano causa di scandalo ovvero anche che in violar quelle regole vi sia disprezzo formale della Regola, che tolga il Signore sempre da voi.

Fuori queste circostanze particolari, non perdete assai tempo in argomento, ma concentrate la vostra attenzione intorno alla sostanza dei voti.

Ed anche intorno a questi, ricordate quanto sopra si è detto e cioè che non dovete guardare alla lettera che uccide, ma allo Spirito che vivifica86. Non siate troppo sottili per non essere troppo impigliate; abbiate cuor generoso per servire al Signore diligentemente e state confidenti nel Signore che vi aiuta. Durante la notte, se si interrompe il sonno, fate qualche buon pensiero e al sorgere del nuovo tosto componetevi sulla bara e nella vostra cella mortuaria, che ancor alloggia il vostro corpo per un giorno intero, prima che sia consegnato alla terra donde fu tratto. [179]Ricevete poi la santa Comunione come per viatico e, quando recitate le pratiche del corso proprio dell'Esercizio della buona morte, allora pensate a quello che sarà davvero un , e forse presto, di ognuno di noi.

 Finalmente un avviso pratico: abbiatevi un vademecum, un libretto di note per annotarvi tutto quello che di più- 626 - rilevante avete letto, avete sentito, avete proposto. Quel vademecum sia sempre con voi e consultatelo di tempo in tempo, Il vademecum come amico eccellente vi ricorderà alla mente memorie care, conforti allo spirito. Così fanno i mercanti, così gli studiosi; a sera notano le partite della giornata e durante il giorno vi segnano gli eventi pratici alla vita. Non sarà troppo che voi imitiate i prudenti del secolo, affinché non avvenga che i prudenti del secolo siano più prudenti che i figli della luce.

Riepilogate in mente vostra quanto avete letto anche in questo capitolo e fatelo vostro.





p. 614
79 Cfr. Ez 3, 1.



p. 616
80 Rm 10, 17.



81 Cfr. nota 1 a p. 65.



p. 620
82 Os 2, 14.



p. 622
83 Cfr. Mt 18, 20.



84 L'odierno Ain Karim, villaggio che secondo la tradizione sarebbe la patria di S. Giovanni Battista, all'epoca dell'A. era chiamato dai cristiani S. Giovanni in Montana.



p. 624
85 Cfr. nota 1 a p. 65.



86 2 Cor 3, 6.



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