XXXI.

CONTRO L'AMERICANISMO31

L'Americanismo è l'uomo muletto, che esce pingue dalla stalla dove mangia buon fieno e miglior biada. Fuori stalla, se volete, fa il bulo a caricarsi pesi sulla groppa e si vanta di trascorrere e sbuffa. Gli si grida: «Muletto, fermati!», e corre anche[59] più veloce. Tu ti provi per mettergli una briglia al collo, ma non l'arrivi e tanto meno sopporta il morso. Mulo ostinato, corri che ti romperai il collo. Verissimo, eccolo là precipitato da un dirupo; non ha più vita.

Fatene voi l'applicazione su quel muletto di uomo o di donna. Pretende camminar diritto e dettar nuova norma per equitare, ma è inutile. Non vedi là sui prati di Giudea e di Galilea il vero maestro e duce che grida: «Chi vuol venir dietro a me, prenda la croce e mi segua»32? Invoca senza intermissione l'aiuto di chi tutto può e accingiti a combattere, ché a questo è scritto: «Combatti e vinci o tu sei morto».

Il muletto americano finse di non intendere e allora parlò Dio al suo Vicario in terra: «L'Americanismo, bestia indomita, sia condannato». Pio X santo pronunciò dunque in nome di Dio: «Sii tu maledetto, Americanismo bugiardo, sii[60] tu condannato fra le belve, perché non rovini le anime».

Avete inteso, figlie della divina Provvidenza? Non basta lavorare; bisogna prima pregare...

Chi vuol salvi altri, pensi anzi tutto a santificare se stesso.

Le suore di santa Maria della Provvidenza auguro che sieno sempre suore per se stesse, per divenire poi degne missionarie per le anime del prossimo.

Conchiudete: suore cattoliche per voi sempre.

Missionarie americaniste non mai.

E se questo non basta a vostro - 790 -salvamento, andate a scuola di probi romani, non di pretesi zelanti americani.

Sono lupi in pelle d'agnello.

Guardatevene! Ritornate sui passi del Salesio, del Borromeo, di Vincenzo de' Paoli, di Alfonso, che vi guidano sicure nelle vie del pregare più che del lavorare, del mortificarvi più che del godere.