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ALLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA NELL'OPERA DEGLI ASILI (1913) Parte PRIMA IV. ALTRA LEZIONCINA |
IV.
ALTRA LEZIONCINA
[11]«Suora, suora! Oggi ci conduce in visita al duomo di Como? Ce l'ha promesso...
suora».
«Ebbene, andiamoci; ma, bambini miei, pensate che il duomo è la gran casa del Signore.
Eccoci ormai qua dinanzi al duomo di Como.
Lo vedete? Tutto di marmo e marmo di Musso1, il più duro dei marmi del lago di Como.
Vedete la facciata, ornata di tanti ricami, e quel cupolino là in alto, quasi baldacchino che copre il santuario del Signore! E quelle guglie eleganti... ritte, ritte, son là per insegnarvi a dirigere in alto sempre i pensieri vostri. Entriamo per quelle porte, che vi mettono entro la casa del Signore... Qui tutto il meglio del genio umano in statue di marmo[12], alle quali par manchi non altro che la parola... qui altari e quadri che si direbbero dipinti dagli angeli. Che rappresentano? La storia della nascita di Gesù Cristo, Figliuolo incarnato di Dio, della sua vita, passione, morte... Esaminiamo minutamente.
Quelle vetriate in figura vi fanno vedere cielo e terra... Non vi pare di scorgere attraverso di esse qualche cosa di paradiso?
Il tempio di Dio è in terra la casa del Signore, guardate riverenti là dinanzi a quel tabernacolo. Ivi è il santuario santissimo e l'abitazione di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Inginocchiatevi e pregate».
Qui i bambini tempestano la suora di mille domande e la suora, lieta di farsi piccola missionaria dei piccoli, li evangelizza nel nome e nella dottrina di Gesù Cristo e conchiude: «Nello scorso anno il nostro superiore[13] fu a Treviri2 e ci raccontò d'aver veduta ivi la più bella chiesa che mai <sia stata costruita>.
I treviriani dissero all'architetto e pittore: - 813 -Voi non farete tempio eguale o più bello di questo, perché noi vogliamo essere i primi fra tutti.
E come non volle tosto promettere, gli fu d'un colpo tagliata la testa e sepolto avanti al bellissimo santuario e posto a giacere entro un'immensa casa piramidale così come fanno due mani giunte».
«Orrore, orrore!», gridano i bambini.
«Orrore davvero», risponde la suora.
«Ma quei là erano in tempo detto del medioevo, tempo crudo, ma di una fede grande...
Così voi, bambini, gloriatevi della bella chiesa del vostro paese. Sovrattutto, venendo alla chiesa che è casa di Dio, statevi riverenti come gli angioletti del Signore. Altre volta vi condurrò a Milano per vedere il gran duomo di quella città metropoli; la buona maestra Adele Bavelli 3[14], che è tanto buona, vi terrà compagnia.
Ella ha scritto per voi lezioncine carine, carine assai, in tanti bei libretti.
Vogliatele bene e pregate per essa, come lei desidera; dessa, che è larga di cuore, vi farà pur regalo de' suoi bei libretti».