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PAROLE DI CONFORTO AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLE FIGLIE DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA (1913) X. PERICOLI |
Il Consiglio superiore deve antivedere e prevedere alcuni pericoli che si possono facilmente insinuare intorno alla stessa sostanza della vita religiosa.
L'ancella della fede, la quale con un cannocchiale osserva la bellezza della povertà, che è tesoro di immenso valore.
Abbiamo sorella e madre pia, la carità, la quale si specchia nel Cuore santissimo di Gesù Cristo e non potrebbe tollerare patimento nell'animo o nel corpo delle religiose di un istituto, che vorrebbe vedere in tutto prosperato.
Poi abbiamo ancella pura e[25] celeste, la quale si specchia nella virtù teologica della speranza e insieme nella virtù morale della discrezione.
Questa ha per ufficio di essere giudice fra le altre virtù: scegliere e delimitare il giusto mezzo, affinché viaggino diritte diritte, come chi deve camminare sopra una corda sospesa, non pendendo più a destra che a sinistra, ma equilibrandosi nel mezzo dove propriamente è la salvezza.
Vi sono delle suore le quali, nell'eccesso di economia e di povertà, guastano facilmente la stessa salute corporale; e questo non va bene.
Vi sono pure altre religiose, che sparagnano sopra la persona propria con proposito di esercizio della virtù della povertà, ma poi non dicono mai basta quando si tratta di patrimoni che possano arricchire il convento.
In questo non metterebbero delimitazione e ciò è inganno e tentazione assai pericolosa alla virtù fondamentale della povertà religiosa.