XIII.

DELL'APERTURA DI UNA CASA

 1. Nell'aprire una casa bisogna avere in mente che scopo della nostra istituzione è di venire in aiuto, per quanto si può, al maggior numero dei derelitti e che dobbiamo evitare qualunque spesa superflua, che molte se ne fanno sotto pretesto delle così dette esigenze moderne, come tende, tappeti, imbottiture e specchi, quadri; cose da togliersi affatto, dovendo la nostra casa seguire la semplicità cappuccinesca. Si faccia un'eccezione per i locali destinati alla direzione e alla foresteria.

2. [20]Per aprire una nuova casa ci vuole il consenso del- 908 - Consiglio superiore, il quale deve prendere in serio esame la proposta per convincersi della necessità e della convenienza di tale apertura.

3. Deliberata la cosa, ottenuta l'approvazione dell'ordinario, il direttore generale, sentito il parere del Consiglio superiore, sceglierà il personale adatto e questo, per il primo impianto, sarà almeno composto di un sacerdote, di un chierico e di un laico.

4. Il sacerdote raccoglierà in sé tutte le cariche e fungerà da assistente; il chierico sarà il suo coadiutore; il laico, addetto all'uno e all'altro, presterà servizio secondo il bisogno.

5. Scelto il personale, si prepareranno i mezzi e si avrà cura d'attendere fino a che se ne abbiano a sufficienza per iniziare la nuova opera, secondo lo scopo che si vuol raggiungere.

6. Il ricovero, secondo lo spirito e il Regolamento della istituzione, e l'oratorio festivo siano le primissime occupazioni per l'avviamento di una casa.

7. L'assistente nulla può fare di sua iniziativa; per tutto quello ch'è nuovo o importante deve, prima di darvi principio, sollecitare l'approvazione del direttore generale.

8. L'assistente, in via ordinaria, scrive una volta al mese al direttore generale per tenerlo al corrente dell'andamento della casa.