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REGOLAMENTO INTERNO DEI FIGLI DEL SACRO CUORE NELLA CASA DIVINA PROVVIDENZA (1899) Sezione prima DEL GOVERNO DELLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA II. DEI SUPERIORI IN GENERE |
I superiori sono 1) immediati, 2) mediati.
3) Si considerano in sé come individui, 4) ovvero nell'ufficio di superiori, 5) nell'atto di dirigere i propri dipendenti, 6) colle diverse classi di persone esterne.
1) Superiori immediati nella casa madre sono.
a) il superiore generale ed i membri del Consiglio superiore;
b) i sacerdoti della casa, che dal superiore o da qualche membro del Consiglio superiore hanno notoriamente un ufficio di autorità e di direzione.
2) [12]Superiori mediati o dipendenti sono.
a) in generale tutti quelli che, sacerdoti o laici, hanno particolari e distinte mansioni;
b) questi hanno semplice autorità nel limite del proprio ufficio;
c) sono in modo speciale gli assistenti secondari allo studio, ai dormitori, alle ricreazioni, alle arti e mestieri, alle infermerie e simili.
a) saper regolare se stessi come buoni cristiani e migliori religiosi;
b) regolino i propri moti interni, in modo che la coscienza non li faccia mai arrossire nel posto che occupano;
c) cosi potranno anche esternamente mostrarsi specchio di virtù e di buon esempio;- 971 -
d) specialmente devono guardarsi dal difetto di ira e di impazienza;
e) [13]onde non lasciarsi guidare giammai ad atti inconsulti nel momento della passione;
f) devono poi per inclinazione e per virtù praticare in modo esemplare esercizi continui di mansuetudine e di soavità;
g) e aggiungervi al suaviter dell'Apostolo anche il fortiter2;
h) devono essere uomini di preghiera, perché è nell'orazione che si ascoltano i voleri di Dio ed è coll'orazione che si può ottenere di compierli;
i) ricordino che tutti i giorni e da tutti nella casa si prega per i propri superiori.
4) Nell'atto di esercitare la propria autorità i superiori considerano.
a) che sono rappresentanti di Dio;
b) mostrino però tutta la riconoscenza al Signore che li ha elevati a tal grado;
c) [14]se ne rendono meritevoli con esercitarsi continuamente in atti di umiltà e non compiacersi del posto che occupano per non rendersi altrui meno accetti;
d) nell'atto della propria autorità devono farsi propri i sentimenti di S. Giuseppe, costituito dall'Eterno superiore della Sacra Famiglia;
e) amino molto, se vogliono che molto sia loro perdonato dai propri dipendenti;
f) si guardino sovrattutto dalle tentazioni di capriccio, di sussiego, quando per caso avvenga o sembri loro di non essere rispettati ed amati come vorrebbero;
g) la ricompensa alle loro sollecitudini l'attendano da Dio unicamente.
5) I superiori nell'atto di dirigere i propri dipendenti.
a) [15]sieno più padri, fratelli e amici che superiori;
b) favoriscano con semplicità l'amore confidenziale proprio delle famiglie patriarcali;- 972 -
c) chiamino col loro nome i dipendenti come figli, fratelli e amici cari e ne conoscano intimamente le loro inclinazioni e sappiano curarle;
d) la propria autorità mostrino solo in casi rari e necessari, perché non avvenga che l'autorità torni a scapito della carità;
e) ciò che non si ottiene colla soavità di modi, raro è che si ottenga colla forza del comando.
Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con cento barili di aceto.
6) I superiori con gli esterni che visitano la casa.
a) osservino tratti spontanei, non[16] mai affettati, di carità e di civiltà cristiana;
b) potendo accontentarli nelle loro domande, il facciano tosto di buon animo;
c) se abbiano a dire no, lo dicano con vivo rincrescimento dell'animo e condiscano la negativa con tal soavità di modi, che l'animo altrui non sia doppiamente esacerbato;
d) son da accogliere con eguale carità ricchi e poveri, buoni e cattivi, perché tutti sono figli della misericordia di Dio e sono nostri poveri fratelli.
e) Non perdano tempo in discorsi poco utili e meno che necessari, per non averne danno nello spirito.
f) Il comunicare con i secolari senza vero bisogno non è mai conveniente ad un religioso.
g) Dovendo comunicar con donne,[17] non si dia loro la mano giammai e si mantenga grave decoro di tratto e di parole.
h) Conviene assai conservare un elenco delle persone che visitano o scrivono alla casa, quando in esse scorgasi la propensione di far del bene ai nostri poverelli.
Giova soprattutto, se sono ecclesiastici ovvero pie donne ricche insieme di censo e di buona volontà.
i) Coi fornitori della casa si usi un tratto cortese, ma spigliato e disinvolto.
Bisogna guardarsi dalle mezze promesse e dalle contrattazioni non bene definite.
Si fa pur loro intendere che la Casa della Provvidenza è in dovere di - 973 -accostarsi a quelli che più utilmente si fanno strumento di Provvidenza.
In argomento poi, usus te plura docebit.