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Capo XVI.
DEGLI INFERMI
1. [29]Per quanto si può ed almeno nelle case maggiori sia un luogo adatto per curarvi i confratelli ammalati.
2. Si assegni poi uno o più confratelli di carità e di attitudine, per prestare agli infermi quelle vigili cure e servizi di cui abbisognano.
Il superiore pure si prenderà cura per gli alimenti e le medicine opportune.
3. Dove se ne scorga il bisogno, si chiami il medico ed a quello conviene poi da tutti attenersi.
4. Né si lascino mancare le cure spirituali.
Per tempo si chiami il confessore e quel confessore che l'infermo meglio desidera.
Lo si chiami di buona voglia, tante volte quante lo desidera l'infermo stesso.- 1124 -
5. Quanto alla santa Comunione è da acquietarsi pienamente al giudizio del confessore.
6. Se il male si fa grave, non si tardi dal superiore e dagli infermieri perché[30] l'infermo in tempo opportuno riceva il sacramento di Estrema Unzione.
7. E quando l'agonia è ormai prossima, si chiami il sacerdote, il quale abbia cura di aiutare il morente secondo l'indirizzo che è descritto nel Rituale romano.