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REGOLE DEI SERVI DELLA CARITÀ (1905) Appendice. RITO DELLA PROFESSIONE AI VOTI TRIENNALI NELL'ISTITUTO DEI SERVI DELLA CARITÀ |
RITO DELLA PROFESSIONE AI VOTI TRIENNALI
NELL'ISTITUTO DEI SERVI DELLA CARITÀ
Il superiore generale o chi per esso, vestito di cotta e stola, si prostra dinanzi all'altare e, recitato il Veni, Creator, poscia le litanie del divin Cuore e tre Ave alla Vergine immacolata coi relativi responsori ed oremus, si rivolge al postulante ed interroga: Sac.
Pos.«Domando di appartenere all'istituto dei Servi della Carità».
Sac.«Ne conoscete le Regole e le avete praticate?».
Pos.«Ne ho presa conoscenza e le ho praticate nel corso del noviziato».
Sac.«Siete in modo speciale informato della sostanza e degli - 1143 -obblighi dei voti semplici di povertà, di castità, di obbedienza?».
Pos.«Confido di averne imparato la dottrina e di averne praticati i doveri per quanto comporta l'umana fragilità».
Sac.«Emettete dunque i vostri voti».
Pos.«Io ..., prostrato dinanzi alla Trinità augustissima del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, mi obbligo per anni tre (ovvero in perpetuo) ad osservare i voti di povertà, di castità e di obbedienza, allo scopo di provvedere al miglior bene dell'anima mia e per cooperare al bene che si opera tra i membri dell'istituto dei Servi della Carità ed al bene del prossimo come meglio mi sarà possibile».
Sac.«Il Signore vi benedica e vi dia grazia di essere perseverante nelle obbligazioni che nella professione dei voti vi siete assunto.
Al momento poi delle difficoltà che incontrerete, pensate al premio grande che il Signore vi prepara nel paradiso.
In questo vi assista sempre Iddio onnipotente e la mediazione della Vergine immacolata».
Fatta così la professione, il nuovo confratello, presenti i due testimoni, appone la sua firma.
Sac. «Siete contento di appartenere all'istituto dei Servi della Carità?».
Pos. «Ne sono ben lieto e ne porgo istante domanda».
L'A. la cancellò e la sostituì con l'attuale del testo.