Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1893

3. Il catechismo.acapo.Anno I, n. 3, febbraio 1893, pp. 19-21

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Il catechismo
Anno I, n. 3, febbraio 1893, pp. 19-21. Presentato al processo.
In altri tempi si facevano le guerre ai corpi, e oggidì si fanno le guerre alle intelligenze. Spietata guerra muovono da lunga pezza gli scritti, gli stampati, gli insegnamenti sovversivi della fede e della morale cattolica, ma non mai così spietata come ai giorni nostri, nei quali il catechismo e la preghiera e il segno di croce, che è come la profession di credenza cattolica, si attenta di impedire venga al pubblico manifestata.
Perciò degne d’ogni encomio sono quelle persone benemerite le quali adoperano con sacrifici propri finché, con il mezzo di scuole private, di asili d’infanzia, di oratori festivi, la gioventù 6 venga cristianamente istruita come nelle discipline scolastiche, così nelle savie massime di cristiana condotta.
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La signora Rosa Piatti, per lunga serie di anni maestra zelante e poi direttrice amorevole nelle scuole normali di Como, l’ottima e religiosa donna fu tra le prime a mostrare la sua benevolenza ai ricoverati della Piccola Casa della divina Provvidenza in Como stessa. Nella sua molta bontà si prendeva gusto di passare qui dentro, quasi [20] in dolce vacanza, un periodo del tempo autunnale e intanto con l’esempio e con l’opera edificava e incoraggiava mirabilmente l’opera d’insegnamento fra gli orfanelli d’ambo i sessi nella casa medesima.
E scorgendone in breve tempo buon frutto di corrisponsione, bramò che una figliale si inaugurasse in Milano stessa, dove testé era passata per ispeciali cure di famiglia. Tutti il sanno che la benemerita Rosa è la sorella del celebre Piatti, l’inventore delle macchine di traforo del Moncenisio, al quale di questi ultimi anni il popolo 7 milanese dedicò il monumento di una statua come a personaggio altamente benemerito dell’industria e del progresso.
La solerte e caritativa signora gettò lo sguardo sopra una delle borgate in Milano, che per essere state recentemente ampliate hanno speciale bisogno di scuole e di ricoveri pii. Il borgo detto degli Ortolani quasi per incanto è salito all’ingente cifra di quarantamila abitanti, ed è sopratutto bisognevole di assistenza. Quarantamila abitanti costituiscono il corpo di una sola parrocchia, questa della santissima Trinità che è assistita da pochi sacerdoti. Pertanto la buona signora posò di preferenza lo sguardo suo sopra questa parte della sua diletta città e porse invito a quei della Piccola Casa in Como finché anche in Milano, e in quella particolare posizione, fissassero una casa figliale per uso di asilo infantile e di scuole elementari.
La signora Piatti, tarda nell’età sua e desiderosa di lasciare dopo di sé chi la benedicesse in modo speciale, disponeva di cuore una somma assai discreta per lo impianto suddetto, cui per altro desiderava ancor viva scorgere iniziato. Ora il direttore della Piccola Casa, che pur da tempo aspirava per far un po’ di bene in quella gran capitale, tosto accondiscese e in - 17 -giugno del 1890 determinava un affitto in via Saronno n. 5 per l’apertura di asilo e di scuole elementari in pro dei figli del popolo, i quali crebbero tosto fin presso a dugento nelle ferie autunnali.
Ma l’istruzione serbavasi per le sole fanciulle. Piaceva alla signora Piatti estendere il beneficio anche ai fanciulli e per tal uopo offerì, oltre il valore sudetto, vita sua natural durante la somma di L. 200 annue. Allora si estese altro asilo e scuola femminile in via Ravana 8 n. 9, e asilo e scuola maschile ivi al n. 11 entro ampii e salubri locali, circondati da ampi cortili e giardini di ricreamento.
Le suore della Piccola Casa, munite di regolare patente, stanno alla direzione ed allo insegnamento. Nei giorni di vacanza estendono l’insegnamento del catechismo e di lavori femminili a quelle figlie più adulte che sono in contorno, e nei giorni festivi hanno il piacere di assecondare lo zelo del r‹everendo› sig‹nor› prevosto con impartire parimenti nella chiesa parocchiale e negli oratori festivi alle figlie adulte lo stesso insegnamento della dottrina cristiana. Tutt’assieme è un bene incipiente che mercé l’aiuto di Dio e la cooperazione dei buoni si spera che si verrà estendendo e rassodando.
Quest’è il desiderio intimo della buona signora Rosa Piatti, la quale però con tutto l’animo fa appello alle signore milanesi ed a tutti i buoni i quali, come danno generoso esempio di sostenere nella città ogni opera di bene che si viene istituendo, così guardando a quest’opera minima nel Borgo degli Ortolani spera che poco a poco molti, o non forse qualche generoso benefattore in più breve periodo di tempo sia bene inspirato per venirle in aiuto.
Molto più che come in Como, così nella nostra Milano l’istituzione potrà prendere carattere d’asilo-ricovero pei bambini d’ambo i sessi, e vero ricovero anche per ogni classe di adulti - 18 -e dei più abbandonati in ispecie, come con soddisfazione si pratica in Como dove l’opera della Piccola Casa, incominciatasi nel 1886 con umilissimi principii, or si fa adulta contando già oltre dugento ricoverati con case figliali altresì a Pianello, lago di Como, ed a Ghiffa del lago Maggiore.
E tanto conforta sperare della figliale in Milano in quanto corre voce che persone cospicue, quando vedano attecchire l’opera nascente, di cuore presterebbero mano poderosa per ingrandirla [21] allo scopo di provvedere a particolari e publiche necessità.
In Como, alla Piccola Casa, imminente è l’inaugurazione di quella bella chiesa che sarà per i comaschi e per detta istituzione un prezioso ricordo del giubileo episcopale di sua Santità. Il bel tempio è sacro al divin Cuore, e le molte preghiere che dai ricoverati e dal pubblico fedele ivi s’indirizzeranno alla bontà del divin Salvatore otterranno copia di beni spirituali e temporali anche all’opera nostra in Milano e sopra il capo dei buoni cooperatori e delle benemerite cooperatrici della stessa.
In pro dei quali e come piccolo segno di molta gratitudine, sappiamo che la Piccola Casa indirizza al sommo pontefice in album di congaudio gli indirizzi di più personaggi dell’ordine sacerdotale e del ceto laico 9. Tre vescovi illustrissimi degnarono pure inserire parole di caldo affetto. Questo medesimo si fa allo scopo di impetrare dal Vicario di Gesù Cristo altra benedizione sopra le opere descritte e sopra i cooperatori delle stesse, come si ottenne già nello aprile del 1890 in occasione del pellegrinaggio nazionale ai piedi del Santo Padre.
La signora Piatti Rosa ha dunque argomento valido per incoraggiare in ispecie le signore milanesi al sussidio di tre asili e scuole elementari nel Borgo degli Ortolani. Le buone famiglie della borgata che più davvicino iscorgono i bisogni di quei molti figli degli operai, queste vorranno anche più spesso e più davvicino intendervi. Qualunque offerta di danaro o di vettovaglia sarà soccorso grande alla molta povertà dell’opera nascente. Si avrebbe in animo di ristorare lo stomaco di tanti innocenti - 19 -con una scodella di minestra al mezzodì. Questo solo sarebbe una soddisfazione viva al cuore delle suore che accudiscono a tanti poveri bambini, e sarebbe una gioia purissima per quegli infanti e un aiuto poderoso a tante madri operaie, che dovendo in giornata applicarsi al lavoro per vivere trovano di dovere spesse volte abbandonare da mane a sera i cari del loro cuore ai pericoli morali e fisici delle vie e delle piazze pubbliche.
La sig‹nora› Piatti Rosa, altresì valendosi del periodico mensile La Providenza, che vede la luce coi tipi della Piccola Casa e serve alla stessa aprendo liste di soscrizione per le nuove opere ivi della chiesa del sacro Cuore e dei sacerdoti vecchi, profitta per aprire ancora una colonna per le offerte che persone benevoli vorranno porgere parimenti per l’opera nostra del Borgo degli Ortolani in Milano. Ella stessa, la pia Piatti, gode di aprire la lista con L. 200, di cui sopra, e con altre L. 20 che aggiunge ora in capo alla lista.




p. 15
6
Originale: festivi adoperano perché la gioventù.


p. 16
7
Originale: colto.


p. 17
8
Diversamente ne Le strade di Milano. Storia della città attraverso la sua toponomastica, I, Milano 1969, p. 28: « [via] dei Ravanna dal nome di una famiglia che, poco lontano, aveva una cascina di sua proprietà »; è la precedente denominazione della attuale via Aleardo Aleardi.


p. 18
9
Cfr. nota 8 a p. 9.


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