Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1893

18. Altre feste della Piccola Casa.acapo.Anno I, n. 8, luglio 1893, pp. 64-66

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Altre feste della P‹iccola› Casa
Anno I, n. 8, luglio 1893, pp. 64-66. Presentato al processo.
Le manifestazioni religiose sono ai nostri tempi opportunissime ad eccitare i sentimenti di fede e di divozione. Persone benevoli ben informate a questo principio posero mano perché nella Piccola Casa si promovessero manifestazioni parecchie in questo proposito.
Nella chiesa del sacro Cuore è l’altare dedicato al glorioso patrono della gioventù, l’angelico san Luigi. I ricoverati nei giorni 21 e 25 giugno vollero con cordiale pompa di luminarie, di canti, di recitazioni onorare [65] la festa del santo protettore, e per un poco vollero anche effondersi in rallegramenti di gioia famigliare.
Nella sera del 21 recitarono il dramma Elisabetta o Gli esigliati in Siberia. In questa innocente ed esemplare rappresentazione gli attori seppero così bene penetrare il cuore del soggetto da strapparne in più riprese battimani e applausi anche dal pubblico che vi prese parte. Un duetto-farsa cantato ebbe un effetto sorprendente. Persone ragguardevoli pregarono di ripetere la rappresentazione, e questo si fece nel mercoledì successivo, essendo presenti membri delle più spettabili famiglie della città. In questa ripetizione gli applausi furono moltiplicati: l’innocente divertimento ritornò carissimo agli spettatori che dai meschinelli della Piccola Casa non si avrebbero tuttavia aspettato tanto. E soddisfece i ricoverati, i quali ringraziaron di compiacenza così gentile e d’aver potuto con sì poco porgere - 41 -un piccolo segno del molto loro affetto ai benefattori del pio ricovero. Una suora della Piccola Casa ne è l’anima, e la signorina Mella vi coadiuva con assiduità e pazienza ammirabile. Quanto e per quante ragioni i ricoverati devono parlare in benedizione dell’ottima e pia signorina Mella!
Al mattino del 25 giugno le onorande religiose canossiane, assistite dal rev‹erendo› loro superiore il canonico Angelo Nessi, accompagnarono la Pia Unione delle Figlie del sacro Cuore in divoto pellegrinaggio alla chiesa della P‹iccola› Casa. Effusero la propria divozione in cantici divoti e nel ricevimento fervoroso della santissima Comunione. Regalarono due magnifici panni rossi per le balaustrate del presbiterio e vollero così mostrarsi benefattrici munifiche. Il reverendissimo sig‹nor› canonico dopo la santa Messa rivolgeva alle congregate ed ai fedeli tutti un di quei discorsi che sono pieni di dottrina e di affetto pratico, un di quei discorsi veramente pastorali e che profondamente commuovono e imprimono nell’animo gagliardo senso di fede e di santo costume.
Ma la gioia spirituale doveva essere vivissima nelle ore di sera di quello stesso . Si premette che un comitato di signore istituito dalla illustre famiglia Camozzi raccolse per soscrizione dalle figlie nubili della città e dei sobborghi una cospicua somma. Commise poi ai r‹everendi› padri del santuario di Lourdes una grandiosa statua dell’apparizione, ferma l’intelligenza che il simulacro per divozione toccasse la grotta delle grazie e fosse poi rinviato con sollecitudine. Da Parigi intanto si ottenne altresì la statua della divota Bernardina. Intanto le signorine Camozzi disposero che il perito e intelligente sig‹nor› Astolfi dirigesse la posa in opera delle desiderate immagini, e ottennero che le famiglie illustrissime della sig‹nora› Brambilla e del sig‹nor› Volonté adornassero con maestria lo interno della grotta di copiose e fresche piante di fiori, ed allo interno dell’altare che vi depositassero dei ricchi e olezzanti mazzi di altri fiori ad indicare più al vivo le virtù della gran Vergine e il giubilo dei figli raccolti ai piè dell’augusta Madre.
La onorevole Società Cattolica di Como, che in tante riprese manifestò la sua attenzione per questo ricovero, volle anche nella presente circostanza inviare con piacere la propria fanfara.
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Intanto verso le sette giungeva sua eccellenza il veneratissimo nostro vescovo. La presenza dell’amatissimo pastore, come ognun sa, è una dolce calamita per trarre a sé i cuori. D’un tratto famiglie cospicue della città si fecero al tempio santo, le numerose figlie oblatrici del simulacro si schierarono dinanzi allo altare dell’apparizione, una moltitudine di popolo si era assiepata nella chiesa. Il luogo santo galleggiava in un mar di luce. L’altare artistico del sacro Cuore come un trono d’oro splendente traeva gli sguardi divoti. Ma più ancora l’altare della grotta ornato di tanti fiori e il simulacro della Vergine circondato da fasci di luce, che al vivo facevano rilevare la maestà della Immacolata, e tante [66] luci di vario colore, che spuntavano da ogni buco ed emergevano da ogni piccolo spicco della grotta, incatenavano con ammirabile sorpresa gli occhi della moltitudine.
A questo punto il venerando prelato, vestito pontificalmente e salutato da musicali concenti, si appressava allo altare della grotta e di benediceva il simulacro della Immacolata di Lourdes. Poscia con quel suo sguardo che tutto comprende e che da tutti si fa comprendere, si fece alla moltitudine dei suoi carissimi fratelli e figli, e qui incominciò un di quei suoi discorsi che tanto spontanei gli sgorgano dalle labbra, che sono alla intelligenza piena anche dei figli più meschinelli, discorsi che pascolano mirabilmente l’anima e che ne fanno desiderare la continuazione in molte circostanze della vita.
Sua eccellenza provò che come Paray-le-Monial così la grotta di Lourdes è divenuta ai nostri giorni un centro che raccoglie gli affetti di fede, di speranza, di carità dei fedeli sparsi nel mondo tutto; è divenuta dessa medesima la grotta santa, un centro dal quale si diffondono in copia le grazie celesti che la Vergine promise quando parlò alla Bernardina: « Dillo ai sacerdoti che in questo luogo fabbrichino una cappella, perché da questo luogo io spargerò molte grazie alla terra... Io sono la immacolata Concezione... ».
L’oratore illustrissimo espose poi come i fedeli devono recarsi a grande onore di riverire la immacolata Concezione e di imitarla con molta purezza di mente e di cuore. Infine ringraziò e benedisse alle oblatrici del simulacro della Vergine santa. Benedisse alla Piccola Casa che salutò veramente « casa della Providenza » - 43 -perché non è classe di sofferenti ai quali, secondo le deboli sue forze, non cerchi di venire in aiuto.
Ora i ricoverati della Piccola Casa conserveranno profonda nell’animo la ricordanza di questo solenne e supplicheranno per essere meritevoli di porgere divote preci alla immacolata Vergine e per essa al Cuore del divin Salvatore per la prosperità di sua eccellenza e per la felicità di tutti i cooperatori e le cooperatrici della chiesa e della casa. Intanto col buon intento di gratitudine e di pubblico buon esempio si permettono di stampare qui sotto il nome della maggior parte almeno delle benemerite oblatrici del divoto simulacro e cooperatori della cara festività descritta 33.
Il Signore esaudisca i voti comuni e s’abbiano la vita eterna del paradiso tutti quelli che aiutano perché la Vergine benedetta sia magnificata.




p. 43
33
Nota dell’originale: « I nomi delle oblatrici verranno stampati e chiusi entro un bel cuore d’argento da mettersi ai piè del simulacro della Taumaturga ». L’elenco si trova alle successive pp. 67-68 del periodico.


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