Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1894

2. L'albero di Natale del 1893 nella Piccola Casa.acapo.Anno II, n. 13-2, gennaio 1894, pp. 112-113

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L’albero di Natale del 1893 nella Piccola Casa
Anno II, n. 13-2, gennaio 1894, pp. 112-113. Presentato al processo.
Nel 1892, e propriamente ad ore 10 di sera della solennità dell’Immacolata, si manifestò fra noi con sorpresa un albero di frutto tutto singolare. Stava ricoverata, per amor di Dio e con molta pazienza di queste suore, una donnicciola nana, curva, rattrappita nelle gambe e tocca nel cervello, proveniente dalla parocchia del duomo. Si imaginava dinanzi a sé eserciti che la combattevano e la inseguivano, e dessa miserella nel mezzo che gridava aiuto. Or accadde che alcuni buontemponi avvinazzati dalle vicine finestre intendessero i gemiti della tapina; imaginando chi sa che cosa, urlarono alla crudeltà e barbarie e dato di piglio al selciato scagliarono una sassaiola contro l’ospizio, [113] onde le infermiere dovettero porsi in salvo. Non giovò - 76 -gridar loro che la meschinella era la tale ... e di tal parocchia ... inferma nel capo e già disposta per essere allo indomani consegnata al manicomio.
Allora si mutò tattica nella difesa. Le suore della Piccola Casa introdussero nella sala i querelanti, e acceso un buon fuoco li intrattennero finché altre corsero per le guardie di pubblica sicurezza che non tardarono. Gli omoni, scortisi incarcerati da donne e da monachelle, tolsero pretesto per uscire, ma dovettero prima affacciarsi con quei buoni amici della r‹egia› questura, finché le suore ammonitili maternamente li accomiatarono in pace.
Questo è l’albero del Natale nel decorso 1892.
Quest’albero speriamo abbia cooperato a far crescere nell’anno in corso altri alberi ed alberelli di vario genere. Lo impianto del modesto periodico La Providenza, i lavori ed il compimento della chiesa del sacro Cuore che nelle feste pasquali fu solennemente consacrata quale monumento ‹a› ricordo del giubileo episcopale del Santo Padre, i sotterranei preparati al comodo uso di cucina, di refettori, di scuole, di ripostigli, di cantina, la casa dei sacerdoti vecchi venuta al compimento, vasti dormitori aggiunti per ricovero di altri orfani e di altre orfanelle, altri grandiosi ed ameni locali disposti per la nuova tipografia e legatoria e in più miglioramenti vari potutisi introdurre nella Piccola Casa, eccoli gli alberi e gli alberelli che l’albero del Natale 1892 ha cooperato perché ne crescessero intorno nei mesi successivi.
Ed ora eccoci alla vigilia del Natale 1893. Pensammo che i buoni nostri comaschi, gli associati alla Providenza, che non sono pochi, i benevoli della Piccola Casa, i quali crescono sempre, più volentieri avrebbero accettato la proposta di erigere in favore della Piccola Casa cotale albero sui rami del quale spuntassero gemme pioventi di buone preghiere al divino Infante, foglie verdeggianti di raccomandazioni morali, e poi anche frutti vari e variamente disposti cavati da quegli oggetti il più delle volte fuori uso nelle case, e consistenti in abiti e lingerie ovvero in oggetti di lotteria, gingilli e libretti e imagini o fotografie, articoli di studio, di arte, di divozione, cosette tutte che nell’ambito della Piccola Casa alla lor volta produrrebbero i - 77 -frutti buoni delle diverse opere di misericordia corporali e spirituali.
La Piccola Casa poi penserebbe ad altro. Disposto un bel salottino che mette per una porta al piazzaletto della nuova chiesa, ivi gli orfani e le orfanelle vorrebbero intonare armonici canti. Due orfanini d’anni tre, i beniamini della Piccola Casa, accostando loro manine all’urna estraggono tanti numeri che indicano i diversi oggetti allo intorno. Un piccolo ma divoto presepio è in luogo principe del salottino. Ora i ricchi signori ed i buoni operai che a diporto dei giorni festivi, con i figli a mano, s’eleggono con piacere la via Tomaso Grossi riscaldata dal vivifico astro del mezzodì, pervenuti alla Piccola Casa hanno agio per visitare nella chiesa il Padrone universale e poi, dato un passo entro al rinomato salotto, ivi fargli piacere con estrarre uno o più numeri in favore di quei piccini pei quali il celeste Bambino ha detto: « Ciò che voi fate in aiuto dei minimi miei figli, i poverelli, l’avete fatto a me » 2.
Il bell’albero del Natale l’abbiamo scorto: avviciniamolo. Modo e luogo onde introdurlo sono le persone e le case nelle quali è ricevuto benevolo lo invito nostro, ‹il bollettinoLa Providenza. Compenso le speciali benedizioni del Santo Padre, come a lettera di sua eminenza il cardinal Rampolla descritta testé nel periodico 3. Altro compenso è il divertimento sempre soave di fare un po’ di bene in giorni più solenni e con minor disagio. Il terzo, il sesto, il centesimo compenso è quel centuplo in più di beni temporali e poi la vita eterna 4 che è promessa in quel gran libro dal quale la punta di un iota, che è tampoco, non verrà cancellata in eterno 5.




p. 77
2
Cfr. Mt 25, 40.


3
Riferimento alla lettera del 24 novembre 1893 citata alla nota 60 a p. 66.


4
Cfr. Mt 19, 29.


5
Cfr. Mt 5, 18.


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