Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1894

11. Nella domenica di Quinquagesima alla Piccola Casa della divina Providenza.acapo.Anno II, n. 4, marzo 1894, pp. 131-132

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Nella domenica di Quinquagesima alla Piccola Casa della d‹ivina› Providenza
Anno II, n. 4, marzo 1894, pp. 131-132. Attribuito.
Premesso il triduo enunciato nel numero di gennaio 19, la sera di Quinquagesima i ricoverati nostri dimostrarono viva gara in una luminaria che in parte copriva la facciata della chiesa del sacro Cuore e delle case lunghesso la medesima chiesa. Era la vigilia della chiusura solenne delle feste giubilari in questa chiesa che è ricordo della persona augustissima del Vicario di Gesù Cristo, Leone XIII. Si erano poi disposti ai santi Sacramenti perché al mattino seguente volevano ancora aver la consolazione di ricevere la santissima Comunione dalle mani venerate dell’amatissimo nostro vescovo.
Sua eccellenza ad ore 7 celebrò adunque il santo Sacrificio, intrattenne con paterna bontà al santo Vangelo presentando con mirabili tratti i caratteri della vera carità e lasciò in cuore a tutti un torrente di giubilo che solo la religione può produrre. Ad ore 10 il sempre caro ed amato mons‹ignor› vicario generale - 90 -Francesco Colturi [132] degnò visitare la casa, finché ad ore 11 celebrò solennemente, accompagnando i nostri ricoverati la santa Messa in canto. Ad ore 15 di nuovo sua eccellenza fu da noi e tenne uno splendido discorso all’uditorio, cresciuto di molto perché ognun sa che la persona del venerato presule è una dolce calamita che tira i cuori ad ascoltarlo sempre. E in questa volta, come è solito dello instancabile pastore, per poco meno di un’ora conferì intorno alla eccellenza, efficacia ed opportunità della Pia Unione dello Apostolato della preghiera, che così volle con piena solennità inaugurata in questa chiesa.
Non si potrebbe senza storpiarlo riportare nemmeno per sunto il discorso del vescovo perché le parole sue sono sue, improntate di tal chiarezza e forza e facilità che è la naturale effusione degli affetti di un cuore tutto apostolico.
Terminate le sacre funzioni, la Piccola Casa si sforzava di manifestare i propri sensi di gratitudine e di ammirazione con un’accademiola musicale che fu vivamente applaudita e da sua eccellenza accolta con gran bontà. Ma si dovette troncare a mezzo perché la stessa e‹ccellenza› s‹ua› era attesa per la chiusura delle sante Quarantore al santuario del Santissimo Crocefisso.
Persone di bella coltura e di cuore pari venivano replicando: « Bisognerebbe che almeno una volta al mese il vescovo ripetesse qui la comparsa sua, e noi ne avremmo un pascolo tanto caro e salutare ». E per ossequio all’amato pastore e per meritarsi la speciale protezione della bontà del divin Cuore si facevano sottosegnare alla Pia Unione dello Apostolato, quasi per dire: « Ciò che consola quaggiù nulla è allo infuori di Dio e degli uomini di Dio ».
Vero uomo e apostolo del Signore, mons‹ignor› Andrea Ferrari, non che il degno suo vicario, il rev‹erendissi›mo mons‹ignor› Francesco Colturi, e con lui i rettori e professori del seminario, permettano che noi diciamo la riconoscenza nostra e gli augurii e le benedizioni che loro impetriamo con incessanti preghiere dal divin Cuore.
Così il divin Cuore ascolti le supplicazioni nostre e dei fedeli di tutto il mondo, finché Leone XIII sia esaudito nel fervore dei suoi santi desiderii e divenga la salvezza della società nella Italia e nel mondo tutto.




p. 89
19
Cfr. Proposta sulla chiusura delle feste giubilari del Santo Padre, pp. 78-79.


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