Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1894

26. Notiziario.acapo.Anno II, n. 13, dicembre 1894, pp. 213-214

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26
Notiziario
Anno II, n. 13, dicembre 1894, pp. 213-214. Attribuito.
Il direttore della Piccola Casa, che per un periodo d’anni fu alla cura del popolo di Pianello nella pieve di Dongo, con piacere ricorda i confratelli di ministero ivi, si rallegra con essi e con il popolo di Cremia per il cordiale ricevimento del neoprevosto m‹olto› r‹everendo› Pini d‹on› Cristoforo, che lasciato il canonicato di Grosio fra le lagrime di quel popolo e di quel sig‹nor› prevosto Giacomini, fu accolto con generale esultanza dal clero delle pievi di Dongo e circonvicine e dal popolo di Cremia.
Cremiesi, seguitelo poi il vostro pastore; seguitelo come in parole di ieri 25 novembre, così in effetto di fervida pratica ogni giorno ed anno di poi.
Ricorda pure il direttore della P‹iccola› Casa il giorno 3 nov‹embre› quando, raccolti in Garzeno alla congregazione foranea i sacerdoti della pieve, ad invito del sig‹nor› arciprete - 117 -loro e vicario foraneo, indirizzarono con figliale affetto a sua ecc‹ellen›za il vescovo di Cuneo, preconizzato in vescovo di Como, il seguente telegramma: « Vescovo Cuneo clero plebano Dongo riunito congregazione foranea indirizza omaggio implora benedizioni / Arciprete ». Sua eccellenza l’amatissimo nostro vescovo degnò rispondere il telegramma seguente: « Imparto benedizione ringraziando omaggio affettuoso eco omaggi presentatimi deputazione capitolare / Teodoro vescovo ».
Allo indomani dei seguiti telegrammi il vicario foraneo e il clero universo e singolo della pieve di Dongo inviarono il devoto indirizzo che qui si trascrive.
A sua eccellenza reverendissima
Monsignor Teodoro Ernesto Maria Valfrè dei conti di Bonzo
Vescovo di Como
Non sì tosto ci fu dato l’annunzio che l’eccellenza vostra sarebbe stata trasferita, per sapienti disposizioni del pontefice Leone XIII, dalla cattedra di Cuneo a questa di Como, l’animo nostro se ne rallegrò grandemente nel Signore. Giacché fin d’allora conoscemmo con quanto intelletto d’amore, con quale fortezza di propositi e spirito d’annegazione ha saputo l’eccellenza vostra consacrare tutto il vigor giovanile della sua mente e del suo cuore per il bene religioso, morale e civile di codesta diocesi, da cui tra poco avrà a staccarsi chi sa con quanto dolore.
E oggi siamo lieti di poterle dichiarare come noi ci reputiamo assai fortunati di averla nostro pastore e maestro. Della qual cosa ringraziamo con tutta l’anima la divina Provvidenza che così benignamente ha disposto per noi, per tutta la diocesi nostra, e preghiamo che venga presto il giorno avventuroso che, con noi, tutto il clero e i fedeli avranno a farle manifestazioni solenni di obbedienza e devozione sincera e cordiale.
Ma noi, arciprete e parrochi della pieve di Dongo, abbiamo anche una ragione (ci permetta di dirgliela, eccellenza) tutta speciale che nell’animo nostro accresce la gioia di questo fausto avvenimento. In Dongo, accanto alla casa de’ religiosi frati di san Francesco, sulla strada carrozzabile, a poca distanza dall’ampia e bella chiesa parrocchiale, con approdo al lago, è una villa assai comoda e amena appartenente al vescovo di Como. - 118 -Quivi l’eccellenza vostra potrà far soggiorno per riaversi dalle gravi fatiche pastorali e noi avremo così la felice opportunità di vederla frequentemente, di specchiarci nelle sue esimie virtù, di sentirne la parola del consiglio e del conforto che ci darà sempre più coraggio e amore nell’adempimento dei nostri doveri, e riceverne benedizioni [214] salutari per noi e per le nostre popolazioni.
Ci benedica e ci creda fin da ora
(Seguono le firme)
Pieve di Dongo - Lago di Como - 14 novembre 1894.
A questo indirizzo rispose sua eccell‹enza› in data del 17 corrente encomiando il figliale affetto del clero di Dongo e protestando da parte sua di voler essere col divino aiuto padre affettuoso in ispecie a quei del clero, e raccomandandosi a tant’uopo alle preghiere di tutti e benedicendo pure a tutti di gran cuore. Sì, sì, la benedizione del padre valga in pro di tanti figli: valga altresì a rassodare in salute la persona del sig‹nor› arciprete d‹on› Carlo Dell’Oro, cotanto caro per la bontà del suo cuore.
Hanno dei confratelli i quali, a confortarsi dal rincrescimento per la dipartita dall’eminentissimo cardinale Ferrari, interrogano se la Piccola Casa non voglia tuttavia iniziare una soscrizione ‹per un› album da presentare poi allo ingresso del nuovo vescovo 58, del quale la deputazione capitolare, ritornata dalla presentazione d’omaggi suoi e della diocesi, riferì felicissime impressioni. A tale domanda risponde con grato animo la Piccola Casa che proprio di cuore si assume l’incarico di tale iniziativa benché le dolga di sua pochezza, ma confida nel buon volere dei molti che desiderano in acconce e figliali parole esprimere l’affetto del proprio cuore.
Laboremus adunque altra fiata e ricordiamolo per la terza volta nel breve periodo di tre anni che chi onora il vescovo onora Dio.
























p. 118
58
Riferimento a A sua eccellenza monsignor Teodoro dei conti Valfrè di Bonzo nuovo vescovo di Como. 19 aprile 1896, Como 1896, 30 p., nel quale è compreso un testo attribuito all’A.; cfr. pp. 944-946.


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