Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1895

6. Lavoriamo e preghiamo.acapo.Anno III, n. IV, marzo 1895, pp. 243-244

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Lavoriamo e preghiamo
Anno III, n. IV, marzo 1895, pp. 243-244. Presentato al processo.
Con questo titolo si è aperta una soscrizione di azioni da 1 lira, da 5 lire e da cent. 10 in pro dell’opera di Sant’Ambrogio ad Nemus. Si è incominciato a funzionare quella chiesa con il sacro ministero di due sacerdoti. Ed i locali del convento annesso vengono popolandosi di ricoverati, i quali sollecitano per entrare i primi ed avere un conforto di fede e di carità per il giorno misero che corre e per i giorni che si succederanno. La Piccola Casa di Como, con pochissimi mezzi ma confidata nella Providenza del Signore, nella cooperazione dei buoni, ha incominciata e prosegue quell’opera.
Lavoriamo e preghiamo. Il bisogno di lavorare e di pregare è grande dappertutto. Forse è maggiore fra quella vastissima popolazione di oltre quarantamila abitanti fuori il Sempione, popolazione che per incanto è sorta in breve giro di anni, venutavi dalla campagna con desiderio di fortuna temporale e con pari desiderio di fortuna spirituale. Veniamo in aiuto di tante migliaia di fratelli che, lasciato il paesello natio per qualche disagio di stato, ora non rara volta si trovano in disagio peggiore, e per dippiù meno compatiti sono anche meno aiutati. Quei buoni fratelli cerchiamo di aiutarli. Nella chiesa di sant’Ambrogio ad Nemus nei giorni feriali potranno esser aiutati a pregare e nei festivi aiutati per pregare e per essere indirizzati alla virtù nella via del paradiso, essi ed i figli loro. E nei locali annessi dell’antico convento stiamo disponendo un ricovero pei figli che non hanno più i genitori, per gli infermi e cronici che altrove non hanno migliore appoggio.
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Lavoriamo e preghiamo. E voi, buoni cooperatori e benevole cooperatrici delle minime opere nostre, aiutate col fervore delle vostre preghiere, aggiungete l’obolo della vostra carità. Non è vero quel che si sente, che le opere nostre sieno state sussidiate da legati cospicui; piacesse al cielo che un bricciolo almeno di quei copiosi lasciti che si sentono affidati a più altri istituti cadesse anche sulla mensa dei nostri; finora la Providenza, benché non ci abbia lasciato soffrire di fame, nondimeno le è piaciuto condurci per la via di molte privazioni. Il più che ci duole poi è di non poter soccorrere, come il cuore vorrebbe, in copia maggiore ai meschinelli che ne circondano ed a quelli in numero crescente che si fanno supplichevoli per essere ricoverati, mentre il posto ed i mezzi assolutamente mancano.
Lavoriamo e preghiamo. La preghiera avvaloriamo con l’elemosina, ché i fatti accompagnati dalle buone parole sono la più eloquente predicazione a guadagnare i cuori all’amor di Dio, alla carità ed alla pace col prossimo, figlio del Signore. Le azioni in corso sono di 1 lira e di 5 lire: dai meno agiati si domanda l’obolo di cent. 10. L’obolo dei più poveri sarà specialmente benedetto da Dio. Quest’obolo meschinello farà poi piovere quei soccorsi più copiosi che partono dai cuori inteneriti del più ricco. Il nome degli offerenti di L. 100 e oltre sarà poi scritto su tavola di marmo da [244] apporsi allo ingiro dei portici monumentali del convento, in luogo pubblico perché anche i più lontani posteri ricordino che alla fin del secolo spirante molti buoni con preghiere e con elemosine sono stati il decoro della Chiesa e la salute della società. Le azioni da 1 lira e da 5 lire si possono anche acquistare con degli oggetti da lotteria, ovvero in generi di commestibili, di vestiario e simili. Hanno nelle case degli oggetti che più non si curano e questi possono costituire un quantitativo di doni a vendersi in una fiera di beneficenza prossima a tenersi. Ovvero si hanno nelle case arredi usati di mobili, di letti, di vestiario, e questo serve per tanti meschinelli che sono sprovvisti di tutto. Un’offerta di commestibili igienici ma talora avariati, tutto serve per nutrire tante bocche le quali domandano pane e provano in effetto che loro ritorna in tanto sangue il pane che la Providenza quotidianamente loro invia per questi o per consimili mezzi.
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Siamo in giorni di penitenza. La preghiera e l’elemosina ci preparano alla santa Pasqua nella quale il Signore ci dispone grazia per giungere alla Pasqua eterna, il paradiso. Siamo anche prossimi alle feste del XV centenario del gran dottore della Chiesa, sant’Ambrogio. Non sarà superfluo che mentre i buoni milanesi dispongono per festeggiamenti e per ricordi sontuosi, non sarà superfluo, dico, che anche la chiesa e il convento che è detto di sant’Ambrogio ad Nemus, perché è tradizione che il medesimo santo dottore ne abbia o promossa o preparata la costruzione, venga al suo culto ristaurato, e ad onore della sua carità ‹venga› popolata dai poveri del Signore la casa del santo patriarca e padre.
Anzi quanto più volontieri vedrebbe il santo dottore che al suo onore si ristorassero le persone de’ suoi figli indigenti, mentre si attende innalzare statue marmoree alla persona di lui, glorioso cittadino nel cielo? Savio pensiero sarebbe pur sempre « unum facere et alterum non omittere » 6. Mentre si fa un bene non ometterne altro migliore. In seguito a queste considerazioni, non ci vorranno tacciare di indiscrezione i nostri associati se loro proponiamo un doppio modulo delle azioni in discorso.
Forse quello stesso che i benevoli amici nostri non possono per sé, il potranno per altri. È scritto che il buon nome vale come molte ricchezze 7, e se voi vi valete di vostra preziosa influenza per raccomandare ai ricchi ed ai poveri l’appello di sant’Ambrogio, troverete che sant’Ambrogio non vi lascia a mani vuote. Dico appello di sant’Ambrogio perché altresì il degno successore di sant’Ambrogio, l’infaticabile cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, egli che dell’opera di sant’Ambrogio ne è lo speciale protettore e della chiesa è come il parroco, ha degnato approvare e benedire le proposte descritte.
Si pregherà poi quotidianamente da tutti i ricoverati nostri: voi sapete che Dio esaudisce la preghiera del povero 8. Si offrirà in ogni settimana il santo Sacrificio, e tutti sappiamo che il Sacrificio augustissimo è accetto al trono dell’Eterno in pro dei vivi e dei defunti. Siamo in hac lacrimarum valle, ossia in tal - 129 -luogo dove solo il fare un po’ di bene e guardare alla patria, il paradiso, ci può consolare.




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Cfr. Mt 23, 23.


7
Cfr. Pr 22, 1.


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Cfr. Sal 34(33), 7.


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