Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Scritti pubblicistici
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Parte prima Articoli de La Divina Provvidenza

1895

33. Oremus et laboremus.acapo.Anno III, n. XI, ottobre 1895, pp. 297-298

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Oremus et laboremus
Anno III, n. XI, ottobre 1895, pp. 297-298. Presentato al processo.
Siamo miseri vermiciattoli della terra, eppure dovendo compiere un lungo cammino nel mondo e poi arrivare alla nostra dimora eterna, il paradiso, noi miseri vermiciattoli dobbiamo gemere come il neonato della colomba, ci sentiamo di gridare come il rondinino, e così richiamare intorno a noi tutti i beati del cielo e tutti i giusti della terra per fare un po’ di bene all’anima nostra e per giovare ai fratelli parimenti meschini che ne circondano.
In questo pietoso supplicare, una luce che certamente discende dall’alto illumina le nostre menti, ed un particolare ardore che certamente è grazia del Cuore di G‹esù› C‹risto› infiamma il cuore dei credenti. Allora è che questi si sentono di parlare altamente, di operare con energia. È questo che costituisce il vero spirito del cattolico ai nostri. Questo è il sacro fuoco che agita e fa agitare nel movimento cattolico.
Intanto da cosa nasce cosa, e come da un monte un uccello che posando stacca un globulo di neve il quale discendendo ingrossa e si converte in valanga, così lo Spirito del Signore muove un’idea in una persona e da questa altre idee e cose sino a formare una fonte di opere sante, vero fiume di grazia che poi si estende a spegnere le siccità e fecondare i terreni dei cuori umani. [298] Le opere ammirabili del Congresso eucaristico di Milano, le opere di istituzioni permanenti in quella città e fuori, che di questi giorni abbiamo veduto estendersi con maestà, non sono forse il frutto prodigioso della preghiera e del lavoro?
I nostri ricoverati della casa di Sant’Ambrogio ad Nemus pregano e s’adoperano con gli infermi, con i derelitti, e in pro - 180 -dei figli del popolo con gli asili d’infanzia, con il ritiro degli oratori festivi. Da questo lavorare e pregare nacque l’idea dello ingrandimento della chiesa; poi testé, dal commoversi del Congresso eucaristico e dall’agitarsi per le feste quindici volte centenarie di sant’Ambrogio, nasce l’idea di estendere i locali dell’antico convento a sollievo dei tanti derelitti che domandano un pane ed un tetto.
In questo fatto è da vedersi la divina Providenza del Signore? Ci aiutino i benevoli colla preghiera, col lavoro, e così il Signore ci faccia degni tutti di camminare con sicurezza nella via della sua Providenza santa.

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